Si è chiusa l'era del fantastico Borg

Si è chiusa l'erg del fantastico Borg DATA STORICA In modo inatteso ma molto umano, sconfitto da Leconte, il robot del tennis è uscito di scena a Montecarlo Si è chiusa l'erg del fantastico Borg Dice Bjorn: «Mi mancherà l'ambiente del tennis, l'applauso del pubblico, ma non mi sentivo più di allenarmi per molte ore al giorno» - Un piccolo dubbio: ieri ha voluto perdere? DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MONTECARLO — L'addio è arrivato con un giorno di ritardo. Il re del tennis lascia in modo umano, sconfitto al secondo turno e non dopo avere centrato l'ultimo successo, l'ultima apoteosi. Alle 17,27 di giovedì 31 marzo 1983, sbagliando un passante ài rovescio incrociato, Bjorn Borg ha giocato l'ultimo colpo della sua straordinaria carriera di tennista professionista. Lo ha battuto un franceslno ventenne, Henri Leconte, soprannominato «Riton», molto più coraggioso dell'argentino Clerc che pur lo sopravanza nettamente nelle classifiche mondiali. Se tutto era pronto mercoledì per l'ammainabandiera, ieri in pochi credevano nell'ultima partita di Borg. Fiducia nello svedese, ricordo delle sue passate prodezze scarsa considerazione nel camploncino di casa. Cosi c'era minore tensione, minor pubblico, minore atmosfera da grande avvenimento. Ma 11 match non è stato avaro di emozioni ed, in fondo, abbastanza apprezzabile sul plano spettacolare tanto da fare riscaldare 11 pubblico, freddino all'inizio. Resta per chi scrive solo un mistero: poteva ancora vincere Borg e non l'ha voluto? Un punto, uno solo, solleva la perplessità, cioè l'errore clamoroso da fondo campo commesso da Borg, penultimo punto del decisivo tle-break. E' sembrato più un errore voluto che non provocato dalla insidia del rivale. Dubbio che torna alla mente quando, non richiesto, Borg, in conferenza stampa, ha detto: «La lontananza dalle gare mi ha fatto giocare male i punti decisivi, anche quelli poco importanti come il penultimo del tie-break». Quasi una «excu sationonpetita». Ma questa è veramente la fine di Bjorn Borg giocatore di tennis? Bjorn risponde, calmo, serafico, volto sereno e ben rasato, nemmeno il mini' mo cenno di emozione, nono¬ stante l'applauso di tutti gli intervistatori o il ringraziamento in svedese per quanto fatto per il tennis di un nostro collega suo connazionale. Si, è stato il mio ultimo match in un torneo ufficiale. Speravo di vincere, ma è stata una bella gara lo stesso. Mi sento come sollevato, ma nello stesso tempo un po' deluso. Ma non come lo scorso anno. Ho perso perché non sono allenato alle gare. Ed in queste condizioni non sono sicuro di poter conquistare i punti decisivi in un match molto combattuto. Sapevo che Leconte mi avrebbe attaccato, il gioco aggressivo è la sua caratteristica ma io non sono stato molto regolare ed ho sbagliato troppi passing-shoU. Ma lasciando il tennis, cosa mancherà di più a Borg, pensionato della racchetta quando deve compiere ancora 27 anni? «L'applauso del pubblico, l'ambiente di un torneo. Oggi come ieri ero orgoglioso ed onorato degli incoraggiamenti del pubblico, al contrario sono ben felice di non dovermi più allenare per 4-5 ore al giorno». Ed ora cosa farà Bjorn? «Domattina quando mi sveglierò non penserò al tennis. Poi nei prossimi mesi studlerò come organizsare la mia vita futura. Può darsi che mi rivedrete al Roland Garros o a Wimbledon dove potrei lavorare come telecronista. Ma con la racchetta non ho ancora concluso, la prossima settimana dovrò giocare l'ultima esibizione, la Suntry Cup a Tokyo». Poi è il momento del ricordi più belli, delle sconfitte più difficili da digerire. «/ momenti più belli della mia carriera sono stati la prima vittoria a Wimbledon nel 1976 e l'ultima nell'80, poi la conquista della Coppa Davis per la Svezia nel 1975. La sconfitta più amara quella negli open Usa del 1976 a Forest Hills contro Connors in quattro set, si giocava sulla terra battuta». A chi l'eredità, chi sarà 11 miglior tennista 1983? «Può essere Lendl o McEnroe. Sono due giocatori abbastanza regolari su qualsiasi superficie anche se McEnroe non ama molto la terra e Lendl l'erba. Penso che McEnroe possa vincere a Wimbledon e Lendl a Flushing Meadow». Ed 11 tennis svedese? «Ci sono molti giocatori svedesi In gamba. Il pubblico sentirà parlare ed imparerà a conoscerli. Wilander è già riuscito a dimostrare il suo valore vincendo lo scorso anno al Roland Garros». Esiste la possibilità di un futuro ripensamento? «Continuerò a giocare a tennis per divertimento ma io conosco bene lo sforzo che ci vuole per tornar a giocare in gara per avere la voglia di ricominciare, anche se fra due o tre anni». Lennart Bergelln, In un angolo, fedele maestro di questo campionissimo, annuiva ad ogni risposta. In fondo il più commosso era lui. Borg usciva attorniato da un nugolo di ragazzini che gli chiedevano l'ultimo autografo. Come se avesse vinto. Bisognerà vedere ora se saprà vincere la -partita' dell'uomo comune, non più campionissimo della racchetta. RinoCacioppo Montecarlo. Bjorn Borg, accompagnato dal fido Bergelin, lascia definitivamente il tennis

Luoghi citati: Montecarlo, Svezia, Tokyo, Usa