La tempesta dei Fori Imperiali ora è una battaglia urbanistica

La tempesta dei Fori Imperiali ora è una battaglia urbanistica Roma, dibattito tra gli studiosi sul «no» del ministro al progetto La tempesta dei Fori Imperiali ora è una battaglia urbanistica Filippo Coarelli contesta la bocciatura del piano per un parco archeologico: «Piuttosto si deve risolvere il problema dei danni provocati dal traffico» - Margherita Guarducci: «Inutile scavare mentre i musei sono in condizioni disastrose» ROMA — La tempesta archeologica del ministro Vernola con 111 no al progetto del Fori Imperiali e il trasferimento della collezione Ludovisi al Palazzo del Quirinale, agita gli studiosi Italiani. Il dibattito si trasferisce sull'assetto urbanistico. Nelle discussioni intervengono Filippo Coarelli, titolare della cattedra di antichità greche e romane a Perugia, e Margherita Guarducci, titolare della cattedra di epigrafia romana nel corso di perfezionamento dell'Università di Roma. Coarelli condanna il mini stro per il no ai Fori; la Guar ducei plaude alla decisione di bloccare lo smantellamento di via dell'Impero, ma critica la decisione di portare la col lezione Ludovlsi al Quirinale. dice Coarelli: «Il ministro ha fermato il progetto del parco archeologico, ma ciò non vuol dire che per Roma si sia chiusa ogni prospettiva. Molto si può fare. Al primo punto, la cultura italiana deve combattere per la conservazione dell'esistente, ponendo un freno all'inquinamento che deteriora il patrimonio artistico in modo irreversibile». Che cosa propone? «Due sono i problemi: ridurre il traffico automobilistico di superficie; sostituire gli impianti di riscaldamento a gasolio con quelli a metano. I primi sono nocivi, con effetti incalcolabili, i secondi sembrano non inquinanti». Per 11 traffico automobilistico guai è la proposta? «Il traffico privato va escluso all'interno delle Mura Aureliano. Roma non può più sopportare il suo centro. Non ha avuto le ristrutturazioni che ha avuto Parigi. E' una città che non regge come capitale moderna. Il decentramento è inevitabile: grandi banche, strutture economiche, amministrative e burocratiche vanno sistemate altrove. E' urgente riqualificare il centro in termini culturali, di rappresentanza, di residenza». Da archeologo, quali studi vanno privilegiati? «Alcuni sono in corso. Gli scavi di via della Consolazione, lo scavo tra il Colosseo e il Foro nella zona della Meta Sudans. Quest'ultimo è in particolare di grande rilievo. Sta rivelando situazioni scientificamente inattese. Altro cantiere, quello della Crypta Baldi. E ancora, al tempio di Romolo». Che cosa rivelano questi studi? «Dal punto di vista archeologico, risolvono problemi di cronologia, di identificazione di monumenti nelle fasi più arcaiche. Andando negli strati più bassi, si affronterà il pro- I blema delle origini di Roma. | Per questo era necessario an¬ dare avanti con il progetto dei Fori, per conoscere il più vasto complesso pubblico d'Europa». Perché il professor Pallottlno nega la necessita di scavare? «Il discorso di Pallottino ha una sua logica: effettivamente ci sono moltissimi materiali ancora non studiati. Direi che tutti i magazzini di tutti i musei italiani sono zeppi di materiate in gran parte inedito. A mio giudizio bisogna quindi evitare "gli scavi di prestigio". Non quelli necessari. E il Foro è necessario». Al contrario di Coarelli, Margherita Guarducci plaude alla decisione del ministro. «E' assurdo — sostiene — andare a scavare ai Fori Imperiali quando le condizioni del nostri musei sono disastrose. La sistemazione del Chiostro Ludovisi al Museo delle Terme, quella dell'Antiquarium al plano superiore del Chiostro di Miclielangelo sono lavori assolutamente più urgenti». Margherita Guarducci attacca: «Proprio al museo delle Terme è accaduto che la sua direttrice, la dottoressa Marisa Lisi Caronna, ha chiesto di andare in pensione in anticipo perché era esasperata dalla mancanza di fondi, e dalla chiusura». E per la collezione Ludovisi? «Mi meraviglio che Vernola abbia accettato una soluzione forsennata. Anche se il trasferimento sarà provvisorio è pazzesco, è una rovina, una follia. Non si può trasferire così, per Roma, collezioni importanti e irripetibili con il rischio di smembrarle. La verità è che gli archeologi d'assalto disprezzano la grande arte Per la Ludovisi al museo delle Terme è necessaria adesso una nuova, grande battaglia» Franceco Santini

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