Le due briciole dell'impero spagnolo

Le due briciole dell'impero spagnolo La Spagna socialista diventa inflessibile sui possedimenti di Ceuta e Melilla, in territorio marocchino Le due briciole dell'impero spagnolo Sette anni fa 0 psoe perorava .'indipendenza dei territori al di là dello Stretto di Gibilterra, che appartengono a Madrid da 4 secoli, e prometteva appoggio al Polisario contro Rabat - Ora quelle colonie «non si discutono», anzi si presidiano con navi da guerra - In cambio, i guerriglieri che combattono per l'indipendenza dell'ex Sahara spagnolo sono stati abbandonati • «Parentesi ottocentesca» •Forse non c'è nulla di ptti straordinario in politica che il passare dal banchi dell'opposizione alle poltrone di governo: La vecchia, beffarda boutade di Wlnston Churchill, d'altronde eia ricca di autorevoli conferme ad ogni latitudine, sembra essere tornata d'attualità con la recente visita ufficiale in Marocco del nuovo primo ministro spagnolo Felipe Gonzàlez. «CW l'avrebbe mai dettar, titolava ad esempio, fra il soddisfatto ed il divertito, un giornale conservatore di Madrid con chiara allusione allo spettacolare giro di boa effettuato dal giovane leader socialista. E a ragione, perché appena sette anni addietro 11 suo partito sparava a zero su re Hassan, ne denunciava V «asservimento' agli Stati Uniti, si sbracciava nel promettere 'amicizia eterna* ai patrioti del Sahara in lotta contro il regime di Rabat, esortava soprattutto i nostalgici del franchismo a cancellare «te vergogne storiche» del passato, cioè concedere subito l'indipendenza ai possedi menti africani, specie alle due enclaves di Ceuta e di Menila. Ora la musica è cambiata lo spartito del psoe suona melodie e ritornelli diversi: basta con le antiche polemiche, adesso i rapporti con il Marocco vanno migliorati, la dichiarazione di appoggio ai guerriglieri del Polisario è finita nel frattempo in naf tanna, e, di restituire i miniterri tori d'oltremare ai proprietari di alcuni secoli fa non se ne parla nemmeno. Che cosa è successo? 'Realpolitik; afferma lapidario un diplomatico. «/ socialisti non avevano scelta, meglio abbandonare l sahraoui al loro destino piuttosto che rischiare il contenzioso con Rabat sul futuro delle nostre due Hong Kong mediterranee». Da dicembre dunque, forte dell'esaltante vittoria ottenuta sulla coalizione centrista alla guida dello Stato dopo la morte di Franco, Gonzàlez, spalleggiato dal ministro degli Esteri Fernando Moràn, si era adoperato per ricucire le relazioni assai smagliate con l'altra sponda In sostanza — questo il suo ragionamento — la «Spagna Idei garofano» si riserva piena liberta di azione nel negoziare ;con Londra la sorte di Gibllterra, senza tuttavia rinunciare ai propri diritti di sovranità sulla Rocca contesa, (mentre in parallelo intende 'difendere ad oltranza lo status quo di Ceuta e di Melilia, i due piccoli centri costieri incastonati nel litorale marocchino. Due pesi, due misure; da una parte porte aperte alle trattative, dall'altra chiusura totale, | I risultati del duplice gioco [sono stati puntuali su ambedue le scacchiere. Per Gibilterra — isolata dal continente nel 1969 per volere del Generalissimo — si comincia ad intrawedere qualche schiarita da quando il governo socialista ha deciso, tenendo fede ad una precisa promessa elettorale, di riaprire la frontiera al traffico pendolare della popolazione locale; e anche a Rabat, nella fastcca cornice del cerimoniale arabo, 11 sorriso andaluso di Gonzàlez ha fini to per far centro. L'atmosfera politica fra i due Paesi appare cosi più di' stesa, le diffidenze degli scorsi anni sono cancellate grazie alla singolare coincidenza di impegni reciproci. Madrid rinuncia infatti de facto a continuare a sottoscrivere il documento del 1976 firmato ad Algeri con 11 Po/icario in cui denunciava «to sfruttamento e lo sterminio» delle genti del Sahara Occidentale a opera dell'esercito marocchino. In cambio, Rabat si asterrà, almeno per il momento, dal ri proporre in termini ultimativi la questione di Ceuta e di Menila. Match pari perciò, un surplace in attesa della mossa avversarla. Indubbiamente, il ripensamento spagnolo segue lo sviluppo logico degli eventi. La guerra dell'ex Sahara spagnolo pare snobbata persino dai contendenti: la Mauritania si è ritirata dal conflitto nel deserto, la stessa Algeria lesine, i «santuari» offerti sinora con larghezza alle forze del ribelli, oltre ad introdurre un ulteriore motivo di ravvicinamento, l'incontro—11 primo del genere — fra il presidente Chadli Benjeddid e Hassan il in seguito alla promessa del monarca di indire nella zona disputata un referendum di autodeterminazione. Se pertanto sono venute a cadere diverse riserve, qualsiasi indletreggiamento di Madrid sul due presldlos africani resta comunque occluso. Da quattro secoli sono spagnoli, esattamente dal 1580, dicono, e tali debbono rimanere. Insomma, per la grande maggioranza degli spagnoli Ceuta e Melilia «non si discutono-. E cosi i generali giurano di difendere il suolo patrio fino all'ultima goccia di sangue, rintuzzano prontamente le 'provocazioni» (giorni fa l'Unione parlamentare araba si era pronunciata con una risoluzione che chiedeva la restituzione delle due enclaves al Mr rocco) Inviando dinanzi a Ceuta navi da guerra; la stampa nazionale, finóra compiaciuta ne n'esaltare la « triplice alleanza» (Parigl-Madrld-Rabat) scopre all'improvviso che l'entourage reale marocchino è «corrotto e bacato». Infine, agita la minaccia di rinviare una missione economica; però il vice premier Alfonso Guerra attraversa lo Stretto per sondare il terreno con 11 compito di spianare ogni ostacolo durante il breve soggiorno della delegazione guidata da Gonzàlez. Intanto a Ceuta — 78 mila abitanti, pochi chilometri quadrati di superficie che stanno abbastanza stretti al 12 mila soldati della guarnigione — si continua a vivere, come ha scritto YEconomlst «Una parentesi del dicianno¬ vesimo secolo, con gli ufficiali e le loro famiglie attorniati da privilegi, e servitori, ormai, sconosciuti a tutti gli eserciti ex coloniali». Anche Mellita, benché di dimensioni più contenute (circa 68 mila abitanti, nove mila soldati del presidio comandato direttamente dalla capitale) risente dell'Identico isola¬ mento, della lontananza dal centro decisionale, della stessa noia di un'esistenza monotona, sonnolenta, ravvivata sporadicamente da fiammate nazionaliste e xenofobe. Allora si scatena la rabbia dei quotidiani di Casablanca, pronti a criticare gli 'arresti indiscriminali» di giovani musulmani, vecchi e donne 'malmenati ed angariati»; altrettanti motivi di rancore sufficienti per ricordare agli spagnoli che i loro 19 chilometri quadrati di colonia 'possono venire sommersi nel giro di un'ora» se a Hassan saltasse il ghiribizzo di organizzare la sua arma piti efficace, la «marcia verde» degli agricoltori, o se chiudesse il rubinet¬ to dell'interscambio commerciale, per 1190 per cento diretto verso l'hinterland. Di certo gli umori degli «spagnoli d'Africa» sono trasparenti; l'ultimo sondaggio prevede 11 massiccio esodo degli europei se 1 possedimenti dovessero passare alla giurisdizione del Marocco. Meno di un anno fa, la stampa madrilena si era schierata unanime nell'appoggiare le rivendicazioni argentine sulle Falkland-Malvlnas. Con l'avvento al potere del partito socialista la «logica geografica» diventa a senso unico, nessuno si sognerebbe oggi in Spagna di applicarla ai 'Sacri diritti» avanzati dal Marocco su Ceuta e Menila. Piero de Garzarolli

Persone citate: Alfonso Guerra, Chadli Benjeddid, Churchill, Felipe Gonzàlez, Piero De Garzarolli