Da chiedere ai vigili urbani la vista più bella di Padova

Galileo Galilei torna nella città del Santo con molte lingue Galileo Galilei torna nella città del Santo con molte lingue Da chiedere ai vigili urbani la vista più bella di Padova La chiesa di S. Antonio leo. nell'aula magna con le poltrone di velluto rosso e le pareti ricoperte dagli stemmi studenteschi, siederanno filosofi e scienziati, letterati e artisti di mezzo mondo. Per due giorni, in tutte le lingue, parleranno di novità celesti e crisi del sapere, in omaggio a quel maestro che in quest'aula insegnò dal 1592 al 1610. Palazzo del Bo' per l'occasione sarà ripulito: via dal muri «papiri», manifesti ironici dei laureati: la Specola, torre dalla quale Galileo studiava le stelle, una volta anche carcere e di nuovo osservatorio astronomico, vivrà an¬ E? la città di S. Antonio. U santo più venerato al mondo. Di Prato della Valle, la piazza più grande d'Europa, del Palazzo del Bo', sede di un'Università tra le più antiche. Città di fede, d'arte, di cultura. Ma anche di contraddizioni: da una parte il Santo, dall'altra le bancarelle dei santini: qui le chiese, i palazzi, i chiostri, i monumenti del centro, là il troppo cemento di una periferia sempre più industriale. Questa, anche questa è Padova dove da lunedi, sulla cattedra che fu di Gali- Caratteristici portici di Padova, una città dove la gente ama spostars cora momenti di gloria. Ma Padova, oltre che città di cultura, di studi e di convegni, è città che vive di turismo. «C'è un albergo — consiglia Sabino Samuele Acquaviva, sociologo — che sta in un angolo, proprio di fronte alla piazza del Santo: quello è,l'osservatorio privilegiato per studiare i pellegrini che arrivano a frotte, stipati dentro i pulì-, man. Entrano nella basilica e scordano il Gattamelata a cavallo, statua del Donatello, che li attende sul sagrato; non vedono gli affreschi trecenteschi di Altichiero e i in bicicletta (Ubano Lucas) Avanzo o quelli del Tiziano pochi passi a fianco, nella scuola del Santo. Corrono davanti alla lingua intatta di Antonio, alle altre reliquie, agli ex voto. Poi la notte dormono alla casa del Pellegrino, una Babele dei credenti. Per il laico che arriva a Padova ci sono soprattutto l'arte e la cultura. A pochi passi dalla stazione, dentro al giardini dell'Arena, nella cappella degli Scrovegnl, sono aperte al pubblico le storie di Cristo e di Maria, il Giudizio Universale, i simboli del vizi e delle virtù, ciclo di affreschi del Giotto artista maturo. «Poi, per ammirare 11 Palazzo della Ragione — suggerisce Ferdinando Camon, scrittore — bisogna piazzarsi dai vigili urbani dietro piazza delle Erbe. Basta chiederlo: dalla loro finestra si apre il panorama più bello della città». Tre piazze, come chiuse una dentro l'altra: il centro mercantile, piazza del Frutti, quella delle Erbe e nel mezzo il Salone, uno degli edifici più originali dell'età comunale. Il massimo è affacciarsi dalla finestra dei vigili di sabato, quando 1 teloni delle bancarelle disegnano una girandola di colori. Poi piazza dei Signori, la loggia della Gran Guardia, la Torre dell'orologio, 11 Palazzo del Capitan io e 11 cerchio si chiude. Merita anche, pur se 1 tempi son cambiati, un caffè all'antico «Pedrocchl», tempio neoclassico di chiacchiere, appuntamenti, colte disquisizioni. E una visita all'Orto botanico, giardinomuseo primo nato in Europa (è a pochi passi dal Santo e resta chiuso la domenica). Due passi verso 8. Sofia, che per restare nei primati è la chiesa più vecchia della citta. Santa Giustina, basilica cinquecentesca, ospita una pala di Paolo Veronese ed è attigua a un convento benedettino dal chiostri monumentali. Prato della Valle è proprio di fronte: al centro, protetta da 80 statue di padovani illustri, c'è l'isola Memmia dove d'estate si danno il cambio feste dell'Unità e proiezioni d'Essai. Quindi il Duomo, i portici del vecchio centro, la via San Francesco e il ghetto ebraico, labirinto di negozi e botteghe. «Eppure il meglio di Padova — commenta Mario Isnenghl, docente universttario di storia del giornalismo — è verso Venezia». Non è un paradosso: quando la stagione diventa tiepida dal ponte del Bassanello sul naviglio Brenta parte 11 Burchiello, barcone a motore che scivola lungo uno scenarlo di 70 ville venete. Per chi non vuole lasciare l'auto c'è una strada statale che accompagna le ville palladiane fin quasi a Venezia. Ma in mezz'ora di macchina si può arrivare anche in collina: verso TeoIo, sul Colli Euganei, con i loro vini e le loro osterie; a Torreglia. nel rifugio Monte Rua o ancora più in cima, davanti alla pace di un eremo camaldolese (l'entrata è ammessa solo agli uomini). Sempre vicino, borgo intat- òV solo ristorante di alto livello, ma dappertutto si mangia bene. Il miglior posto è il «Sole», via Stalingrado 66, con menù standard che comprende salumi, tagliatelle, ravioli, arrosti e polli il tutto per circa 20 mila lire. Altra sosta gastronomica possibile a Finale Ligure. «Ai Torchi», via Annunziata 12, antipasti, zuppetta di cozze, pizzette. involtini e carciofi, assagglni seguiti da primi e secondi di mare, prezzo 25-30 mila con il vino. Oppure Alassio, alla «Palma», ristorante tltolatisslmo in via Cavour 5. dove il passaggio della corsa può essere condito con piatti molto liguri come il branzino alla salsa di porri o la PRESSA qiiòtiV 240 Dopo il». 272.4 di cot.. Sitili li» 55 • (ttitlomu#lcCDnpintt,'md*l77.. B vd'lMKliiwécoofdJMliudot471 DiKtutìi km. 3.] (pmòniti mtdil -it\ CV> «ut midi! it\ i'/ì POGGIO quelli» 162 Dopo km. 2W,7 di corei "SANREMO^ W J» ^^y»:^ ^a^SAVnwA •^Varazze r SAVONA ~ py/ VO I^Capo BERTA Mar ^rxsvz^ -^^&ìm\f IMPERIA — S cip gu ^^\ ASANREMO pogg'o cipressa - ^ligure

Persone citate: Antonio Leo, Bassanello, Cristo, Ferdinando Camon, Galileo Galilei, Mario Isnenghl, Paolo Veronese, Sabino Samuele Acquaviva