Le buone ragioni e i molti limiti dello sci con l'elicottero

Le buone ragioni Le buone ragioni e i molti limiti dello sci con l'elicottero IL Canada è Paese grande, ricco di montagne e di neve, ma povero di abitanti e con severe leggi ecologiche. In tutto l'Ovest, la zona delle Montagne Rocciose che meglio si presta alla pratica dello sci, la popolazione scarsissima e ferrei controlli della «Forestale» rendono impossibile e antieconomica la creazione di impianti di risalita. Cosi, circa vent'anni fa, l'elicottero iniziò a diventare la seggiovia degli sportivi canadesi. Indispensabile •ascensore» per raggiungere zone come Monashees, Bugaboos, Cariboos, Inaccessibili via terra, ma con due o tremila metri di dislivello se raggiunte dall'alto (complice anche la neve che laggiù è leggerissima e permette di scendere con uno strato alto fino alla vita). E' un tipo di sport che si è attirato più nemici che amici, anche se le schiere di praticanti aumentano in progressione geometrica: da un lato è inviso al normali sciatori da pista, che non hanno le capacità per scendere per chilometri In neve fresca o non possono permettersene il costo; dall'altro è odioso per chi, con grande fatica, ha compiuto una salita con le pelli di foca e in vetta si vede depositare un gruppo perfettamente riposato. Quest'ultima mi sembra un'obiezione, anche se di natura puramente personale, pienamente giustificata, quindi bisognerebbe arrivare in Italia (in Francia 1 regolamenti sono molto più severi) a una regolamentazione delle aree di atterraggio: si a quelle vette che presentano una discesa molto «tirata» e scomode da raggiungere via terra, no H Ma non si può chiudere un rendiconto dei viaggi di Flaubert senza citare una lettera a Bouilhet. poco conosciuta, scritta In viaggio da Marsiglia al Nord Africa, nel 1858 mentre aveva incominciato la stesura del romanzo cartaginese Salambò: «E' una notte splendida, 11 mare è calmo come l'olio. In cielo brilla l'antica Tanit (la luna). 11 motore della nave sbuffa, il capitano fuma, seduto accanto a me sul suo sofà. Il ponte brulica di arabi diretti alla Mecca. Scalzi, avvolti nel loro burnus, 11 viso coperto, sembrano cadaveri racchiusi nei sudari. Ci sono donne e anche bambini. Stanno tutti dormendo. Qualcuno vomita. Stiamo seguendo la costa della Tunisia, visibile nella foschia. Domani saremo a Tunisi. Non andrò a dormire. Non voglio perder nulla di questa splendida notte. E poi la mia Impazienza di vedere Cartagine mi terrà sveglio». Francis Steegmuller Copyright <■Trave! The New York Times» e per l'Italia «La Stampa» IL viaggio d'affari o di turismo è spesso., un disagio necessario, ma se a farlo è una donna scia i disagi rischiano di sommarsi l'uno all'altro e di trasformare un viaggio, anche piacevole, in una serie di esperienze indisponenti «Il minimo che mi può capitare durante incontri di lavoro, in Italia o all'estero — dice una donna industriale nel campo degli acciai speciali — è questo: dopo una giornata di lavoro, nella quale 1 miei interlocutori, tutti uomini, mi hanno scambiata prima per una segretaria poi hanno ascoltato, con sorrisetti accondiscendenti, le mie spiegazioni sull'acciaio che la mia industria può fornire, arriva la sera e mi sento dire: "Lei naturalmente, pranza in camera, vero? Noi andiamo a una cena (altri sorrisetti) per soli uomini. Oppure vuole che cambiamo programma?". Naturalmente. 11 lascio al loro programma e con una rabbia in corpo che è slmile a esplosivo finisco realmente per cenare in camera». Non sono in gioco complessi «all'italiana», e non è soltanto una questione di «scortesia.-, se in un'inchiesta del Washington Post la giornalista Caro! Krucoff annota l'affermazione di Franchie Herman, relatrice in una conferenza sulle donne viaggiatrici americane: «La maggioranza si sente ancora discriminata. Abbiamo trovato che circa il 60 per cento delle donne intervistate preferiscono mangiare nelle loro camere d'albergo durante i viaggi d'affari contro appena il 10-15 per cento degli uomini». E' una scelta alla quale le donne sole sono quasi costrette. La minoranza che decide di reagire e affrontare la sala-ristorante va incontro all'ignoto. Difficilmente il cameriere si trattiene dal chiedere: «Aspetta qualcuno?», ancora prima di avere augurato la buona sera. Oppure cerca di Ingozzarti come un padre troppo premuroso con una figlia troppo macilenta. O ancora ti porge, con sua-. dente cautela un biglietto da visita accennando con discrezione al signore, solo, del tavolo di fronte. Una dirigente industriale milanese che, per lavoro, ha fatto quasi il giro del mondo ha ricevuto questo «dessert» a Roma come a Napoli, a New Delhi come a New York, a Kabul come nella nebbiosa Londra. Racconta: «Se non sei rapida ad alzarti andandoti a chiudere in camera, anche se non de- alle classiche mete dello sci-alpinismo. Proprio in questi giorni comincia sulle Alpi italiane e svizzere la stagione dell'«eliskl» che durerà fino all'Inizio di maggio: nella quasi totalità del casi i velivoli usati sono Lama (pilota più quattro passeggeri) o Alouette IH (pilota più sei passeggeri) e mediamente ogni gruppo di sette-dieci persone è accompagnato da un maestro di sci. Attenzione però, ed è un consiglio dettato dall'esperienza personale, che sulle discese ad alta quota e con forte componente alpinistica l'accompagnatore sia una guida alpina, che non sempre un maestro di sci ha sufficiente conoscenza della montagna. E' praticamente impossibile redigere un elenco di tutte le mete raggiungibili sull'arco alpino: le stazioni che più usano l'elicottero sono Cervinia, Courmayeur, Sanslcario, Bormio, Madonna di Camlgllo, Tonale e Zermatt; 1 disi i ve ili in discesa sono sempre superiori al mille metri, spesso anche al duemila, come la discesa dalla Capanna Margherita a Zermatt o a Gressoney; i prezzi, puramente indicativi, sono a cavallo delle centomila lire

Persone citate: Flaubert, Francis Steegmuller, Lama, Trave