Quei piccoli innocenti al massacro

Quei piccoli innocenti al massacro Quei piccoli innocenti al massacro q: Ude i i q: UASI cent'anni prima, nell'estate del 1212. altro evento degno di pietà e di sgomento: due eserciti di 20-30 mila bambini, scortati da madri, sorelle, .nutrici, prostitute e avventurieri, muovono da Parigi e dal Reno verso la Terra Santa. La quarta crociata è finita da poco nel disastro, e due leaders di dieci anni, Etienne di Cloyes e Nikolaus di Colonia hanno convinto migliaia di coetanei che riuscirà a loro, puri e innocenti, quel che Iddio aveva negato agli adulti: conquistare Gerusalemme «senza vibrare un sol colpo di spada». Con una concisione che nasconde l'imbarazzo e il fastidio, le cronache liquidano l'avvenimento come «il tragitto degli stupidi bambini». Quel che si sa è che la crociata francese finisce la sua corsa a Marsiglia, e quella tedesca a Genova. Poiché il mare non si apre davanti a loro, i i.,.'5;!Pme Etienne e Nikolaus avevano pro■ «La strage degli Innocenti» (affresco dV.l XIV sec.) messo, le armate non violente si sbanda¬ no. Chi ancora è sopravvissuto alle- fatiche e alla fame cerca di tornare a casa; chi riesce a imbarcarsi viene venduto agli arabi come schiavo dai mercanti di Marsiglia, che a queste pratiche commerciali erano tranquillamente avvezzi, secondo l'uso del tempo. I più fortunati finirono alla corte del sultano al Kamil, letterato tollerante e fine uomo di cultura, quello stesso che San Francesco, anche lui ramingo per l'Oriente, cercò invano di convertire. Come spiegare la tragedia? I semplici attribuirono il misfatto a Satana. Ruggero Bacone parlò di un Grande Vecchio, Vincenzo di Bcauvais precisò che doveva trattarsi del mitico Vecchio della Montagna, capo della setta degli assassini, arroccati sui monti del Khorasan, di cui parla anche Marco Polo. Ma, come dimostra Corrado Pallenberg, basta mettere a fuoco il quadro dell'epoca per capire molte cose: la perdurante fortuna del culto TORAnno 77 - Ofnl i M< ». 'del Santi Innocenti, le predicazioni lanciate da Innocenzo III per preparare una nuova crociata, l'ubriacatura mistica, l'ossessione dei pellegrinaggi, la stessa dura condizione in cui vivevano i bambini non nobili, per cui il viaggio a Gerusalemme poteva diventare la fuga da un destino di sfruttamento brutale, una sorta di grande vacanza. Fu soprattutto questo aspetto anarchico ed eversivo che preoccupò gli adulti. Nessuno seppe o volle capire che la crociata del bambini era il riflesso speculare della loro stessa violenza. Henry Charles Lea, «Il processo ai templari e altri roghi». A cura di Piero Flecchia. Celuc libri, 188 pagine, 15.000 lire. Corrado Pallenberg: «La crociata dei bambini», Mondadori, 205 pagine, 16.000 Ernesto Ferrerò

Persone citate: Corrado Pallenberg, Ernesto Ferrerò, Henry Charles Lea, Innocenzo Iii, Mondadori, Piero Flecchia, Ruggero Bacone

Luoghi citati: Genova, Gerusalemme, Marsiglia, Parigi