Speciale

Speciale Speciale SE esiste un -caso. Ramuz, non riguarda la figura dello scrittore, ma la nostra incoerenza di lettori la persistenza di certi nostri pregiudizi. Oggi ci meravigliamo che in breve tempo — dopo Aline, Derborence, Farinet il falsario — l'editrice Jaca Book Inserisca nel suo catalogo un quarto romanzo (Se non tornasse il sole) dello scrittore svizzero e, con l'annuncio dell'imminente pubblicazione de La guerre aux papiers, confermi l'Intenzione di una riproposta organica ed eccezionalmente ampia della sua opera. Eppure sappiamo che a Charles-Ferdinand Ramuz non è mai mancato il conforto del pubblico e che, anche in Italia — come testimonia Giovanni Raboni proprio nella presentazione di Se non tornasse il sole — alcuni suoi libri hanno lasciato tracce profonde. Ieri — pur senza negare l'altissima dignità del romanziere — ci eravamo meravigliati che, facendo la storia della letteratura francese del primo quarto del nostro secolo. Pierre-Olivier Walzer lo collocasse tra i «grandi maestri*, alla stessa stregua dei Péguy e dei Proust, dei Claudel e del Valéry, dei Qide e degli Apollinare. Solidarietà, o eccessiva indulgenza, del professore di Berna per li romanziere di Losanna, avevamo pensato, evitando con una malignità di far emergere il pregiudizio sotteso anche dalle nostre valutazioni più ammirative: inconsapevolmente, subdolamente, nell'opinione generale che Ramuz sia 11 più grande scritto-

Persone citate: Claudel, Farinet, Giovanni Raboni, Proust, Speciale

Luoghi citati: Berna, Italia