Koestler l'ultimo messaggio

Tutto libri Tutto libri Il Candide inglese torna a casa senza illusioni Koestler, l'ultimo messaggio «Rasselas», viagg resterà deluso nel suo obiettivo principale: scoprirà che nelle corti alligna il tradimento e che anche i più potenti convivono con la paura; scoprirà che le famiglie dei ceti medi, in apparenza tranquille nella loro mancanza di ambizione, nascondono scheletri negli armadi; scoprirà che i saggi pronti a predicare bene crollano quando il destino li mette alla prova dei fatti. Scoprirà che gli scienziati cavalcano una tigre che li allontana da ogni rapporto costruttivo con gli esseri .umani (qui sono reminiscenze della sfiducia nella scienza nutrita da Swift, ve¬ di Gulliver all'Accademia di Lagado); scoprirà infine che i più vicini alla serenità sono paradossalmente i monaci avvezzi a rinunciare a ogni cosa, e quindi a far della non-vita vita. Si rassegnerà pertanto al ritorno in Abissinia, malinconico ma in realtà sapiente; se la sapienza consiste nel sapere di non sapere, o di non poter sapere. Un riassunto così schematico non può, è ovvio, . rendete giustizia a- un apologo, che non certo allo schema narrativo si affida. Non ci si lasci fuorviare dalla storia sulle origini di «Rasselas»: per frettoloso che ne sia stato l'assemblaggio, il libretto contiene e decanta un decennio di esercitazioni intellettuali nel cui misto di concretez¬ creazione». Negli ultimi anni si è dedicata con particolare attenzione a Koestler la Jaca Book, ripubblicando uno dei suoi romanzi più importanti, «Gli angeli caduti», sotto il nuovo titolo «L'età del desiderio», dopo aver tradotto, in prima per l'Italia, «Il caso del rospo ostetrico». Da poche settimane, la stessa editrice, Mondadori. Ma lascia vari altri romanzi, racconti, saggi. Purtroppo oggi non è più ritrovabile nelle nostre librerie Il suo più importante libro politico, «Il Dio che è fallito». Ma sono disponibili vari altri volumi: da Rizzoli il romanzo «Le squillo», da Comunità «Il principio di Giano» e «La tredicesima tribù», da Astrolabio «L'atto della Arthur Koestler, lo scrittore ungherese trovato ucciso giovedì a Londra, è noto al pubblicò di tutto il mondo soprattutto per un libro, «Buio a mezzogiorno», prima denuncia delle grandi purghe staliniane e dell'involuzione del comunismo sovietico, apparso in Inghilterra nel 1940 e quasi subito tradotto anche in Italia, dalla za e di eleganza espressiva il Dottor Johnson è al suo più caratteristico, e al suo meglio: esercitazioni di cui fanno parte numerosi saggi, spesso in forma di parabole, usciti nel «Rambler» e in altri periodici sui quali Johnson aveva svolto il suo sempre più ascoltato e inimitabile magisterio di una morale fondata sul buon senso, sull'energia e sul desiderio di vedere chiaro nelle cose, e difeso le sue idee, spesso cosi acute, sulla funzione e gli obicttivi dell'arte. La sua settecentesca precisione ed economia stilistica, alla quale, ripetiamolo, la tradizione odierna rende giustizia, consente alla serie di lezioncine sgranate in «Rasselas» di non incorrere mai nemmeno nel sospetto di pedanteria; e per scontate che siano le conclusioni, non si finisce mai di ammirare la limpidezza di ogni episodio, e anzi di ogni singola frase o definizione. Completano il volume una serie di xilografie di Douglas Percy Bliss, una prefazione del curatore e una postfazione di Goffredo Migliata, entrambe privilegiami l'aspetto di «Rasselas» come viaggio, a costo di coprire in parte lo stesso terreno e di privilegiare forse un po' troppo un aspetto che non sembra il più importante e nemmeno il più vistoso del libro. Dei due saggi, quello di Sertoli, più ricco e denso, si apprezzerà meglio dopo iver Iettò' ijll Racconto;' - là postfazione di Miglietta, che contiene anticipazioni del medesimo, consiglierei invece di leggerla prima. Masolino D'Amico Samnel Johnson, «Rasselas, principe d'Ablssinla», a cara di O. Sertoli. Il Saggiatore, pagine 192, lire 17.000. I DAL momento della loro separazione, né la fede né la scienza sono in grado di soddisfare la fame Intellettuale dell'uomo. Nella casa divisa, i due ospiti conducono un'esistenza contrariata. La scienza postgalilelana ha avuto la pretesa di sostituirsi, o di succedere legittimamente alla religione; quindi, non riuscendo a fornire le risposte fondamentali, ha provocato non solo una frustrazione intellettuale, ma anche una carestia spirituale. Una breve ricapitolazione delle concezioni europee dell'universo prima e dopo la rivoluzione scientifica ci aiuterà forse a Illuminare meglio questa situazione. Se prendiamo l'anno 1600 come linea di separazione o spartiacque, vediamo in effetti praticamente tutte le correnti di pensiero e di sentimento correre in direzioni opposte. L'europeo .prescientifico» viveva In un universo chiuso con frontiere fermamente tracciate nel tempo e nello spazio su un diametro di qualche milione di leghe e una durata di alcune migliaia di anni Lo spazio In quanto tale non esisteva come concetto astratto ma solo come attributo degli oggetti materiali: la loro lunghezza, larghezza, profondità; lo spazio vuoto era quindi impensabile, era una contraddizione in termini e uno spazio Infinito ancor di più. Cosi pure il tempo era semplicemente la durata di un avvenimento. Nessun uomo di buon senso avrebbe detto che gli oggetti si spostano attraverso lo spazio o nello spazio, oppure nel tempo: com'è possibile che una cosa si muova attraverso o dentro 11 suo proprio attributo? Com'è possibile che 11 concreto si muova nell'astratto? In questo mondo ben rimboccato, dalle dimensioni confortevoli, un mistero ben ordinato seguiva il suo corso prestabilito. Il decoro rimaneva lo stesso dall'Inizio alla fine: non c'era cambiamento nelle specie animali e vegetali, nessun cambiamento nella natura, nell'ordine sociale, nella mentalità degli uomini. Non c'era progresso né declino all'interno della gerarchia naturale e spirituale. La somma delle possibili conoscenze era limitata quanto l'universo; del Creatore e della sua creazione non si poteva sapere altro che,quello, che era stato rivelato nella 18Scr.à Scrittura e rielle'òperé degli antichi. Non esistevano frontiere nettamente tracciate tra il naturale e il sovrannaturale: la materia si era impregnata di spiriti animali, la legge naturale penetrata dei disegni di Dio; non esisteva avvenimento senza causa finale. La giustizia trascendente e 1 valori morali erano inseparabili dall'ordine naturale; non esisteva un solo avvenimento, un solo fatto che fosse neutro sul plano etico; non c'era una pianta, né un metallo, un insetto o un angelo che potesse sfuggire al' giudizio; nessun fenomeno si trovava al di fuori della gerarchia del valori. Ogni sofferenza aveva la sua ricompensa, ogni disastro 11 suo significato; l'argomento del dramma era semplice, l'inizio e la fine erano facili da capire. Era questa, a grandi tratti, l'idea che i nostri antenati si facevano del mondo meno di quindici generazioni or sono. Poi, nel corso delle cinque generazioni che separano il canonico Koppernlgk da Isaac Newton, l'homo sapiens ha subito il cambiamento più decisivo della sua storia: «Il magnifico universo romantico di Dante' e di Milton, il quale non imponeva limiti all'immaginazione umana volteggiante nello spazio e nel tempo, era stato spazzato via. Lo spazio si confondeva ormai con il regno della geometria, il tempo con la continuità dei numeri. Il mondo in cui gli uomini avevano creduto di vivere—un mondo ricco di colori e di rumori, olezzante di profumi, riempito di gioie, di amori e di bellezza, in cui tutto parlava di fini ultimi, di armonia e di ideale creativo — questo mondo ora rimpiccioliva in infimi ripieghi nel cervello di organismi separati. Il vero mondo esteriore, quello che contava, era un mondo duro, freddo, incolore, silenzioso, un mondo morto; un mondo della ha inviato in libreria un grosso saggio scientifico, «I sonnambuli Storia delle concezioni dell'universo», (540 pagine, 27000 lire): un excursus sul sapere dell'uomo attraverso l'Indagine scientifica,' la vita, I caratteri, le passioni del grandi, protagonisti, da Pitagora a Galileo. Ne pubblichiamo alcune pagine, dal capitolo finale. Illustrazione di Escher quantità, un mondo di movimenti di meccanica regolarità e matematicamente calcolabili. Il mondo della qualità, cosi come l'uomo lo percepiva direttamente, era ormai solo un effetto strano, del tutto secondarlo, di quella macchina infinita sopra di lui» (E. A Burtt, «I fondamenti metafisici della moderna scienza fisica»). h'uomo universale del Rinascimento, artista e artigiano, filosofo e inventore, umanista e scienziato, astronomo e monaco contemporaneamente, andò in pezzi separati. L'arte perse la sua ispirazione mitologica, la scienza la sua ispirazione mistica; l'uomo ridiventò sordo all'armonia delle sfere. La filosofia della natura scelse la neutralità morale, il termine «cieco» fu l'epiteto preferito per qualificare il funzionamento delle leggi naturali. Alla gerarchia spazio-spirituale venne sostituito il continuum spazio-temporale. Di conseguenza, il destino dell'uomo non fu più retto «dall'alto» da una saggezza e una volontà sovrumane, bensì «dal basso», dal traffici subumani di ghiandole, geni, atomi oppure onde di probabilità. Si trattò di un transfert decisivo. Finché il destino aveva operato dall'alto di un ordine gerarchicamente più elevato rispetto al livello umano, non soltanto esso aveva fissato il destino dell'uomo, aveva altresì guidato la sua coscienza e dato al suo universo un significato e un valore. I nuovi signori del destino, situati su un gradino più basso rispetto all'essere che dirigevano, potevano si regolarne la condizione, ma non potevano procurargli né direzione morale, né significato né valori. Il giocattolo degli dei è tragico, 11 burattino che si agita sui suol cromosomi non lo è. Prima del transfert, le religioni avevano fornito all'uomo una sorta di spiegazione che dava a tutto ciò che gli accadeva un significato nel senso largò di causalità trascendente e di finalità trascendente. Tuttavia le spiegazioni della nuova filosofia non avevano alcun senso in questo senso largo: le risposte del passato erano' state diverse, contraddittorie, primitive, superstiziose o quel che si vorrà, però solide, nette, 'imperiose. Soddisfacevano, almeno per una data epoca e una data cultura, i bisogni di sicurezza e di protezione dell'uomo in un mondo Impenetrabilmente crudele e 11 suo bisogno di essere un po' guidato nelle sue perplessità. Con le nuove risposte, nelle parole di William James, «divenne impossibile vedere nella deriva degli atomi cosmici, operino essi a scala dell'universale o a quella del particolare, se non una specie di tempesta errante, che fa e che disfa, non realizza nessuna vera storia e non lascia alcun risultato». Insomma, le spiegazioni antiche, arbitrarle com'erano, fatte di pezzi cuciti assieme, rispondevano alla questione del «senso della vita» mentre quelle nuove, con tutta la loro precisione, ridussero la questione stessa a un interrogativo privo di senso. Via via che la scienza degli uomini diveniva più astratta, la loro arte divenne più esotèrica e 1 loro piaceri più chimici. Alla fine non rimase loro nulla se non «un cielo, astratto sopra una roccia nuda». Dal punto di vista spirituale, fu l'inizio di un'era glaciale; le chiese ufficiali poterono ormai fornire solo degli lgloo in cui venivano a rannicchiarsi le greggi intirizzite, mentre 1 falò dei campi delle ideologie rivali attiravano le folle e le loro cariche selvagge da un capo all'altro del ghiacciai. ... „ Arthur Koestler ... „ Arthur Koestler (per concessione della Jaca Book)

Luoghi citati: Abissinia, Inghilterra, Italia, Londra