Terroristi palestinesi e agenti israeliani nel romanzo appena uscito a Londra

Terroristi palestinesi e agenti israeliani nel romanzo appena uscito a Londra Terroristi palestinesi e agenti israeliani nel romanzo appena uscito a Londra GEORGE Smiley, addio. Arriva al suo posto la ragazza Charlie sema cognome, attricetta inglese ventiseienne scaraventata dai suoi guai personali (promiscuità, lavoro, illusioni, giovinezza) nella più ambigua tragedia contemporanea: le colpe e il rimorso che l'esausta Europa ha esportato da sé sulle agre spalle dei palestinesi; la necessità di comunque sopravvivere degli israeliani. • Cos'è successo, e come nasce il problema palestinese, è qualcosa che i lettori europei non sanno bene. Così, il libro non si vergogna di insegnare qualcosa». Ecco qua: esce questa settimana a Londra e New York l'ultimo, atteso romanzo di David Contimeli ossia John Le Carré, certo il più grande e venduto (sei milioni di copie soltanto negli Usa) autore di spy storles. Si intitola The little drummer girl (La tamburina: proprio così, una immagine da Ottocento patriottico e sentimentale, un richiamo a GUnther Grass e Bob Dylan; ma in antico inglese drummer è anche venditore ambulante), 430 pagine, a Londra da Hodder & Stoughton, 8 sterline e 95, a New York da Knopf, 15 dollari e 95. In Italia uscirà solo verso novembre, nella traduzione di Ettore Capriolo, dopo il gran vuoto delle vacanze d'estate, presso Mondadori. •E' il periodo giusto-, dice Giancarlo Bonaclna editore incaricato della narrativa straniera, «ali italiani verso Natale leggono quasi un 30 per cento di più: ■ E il prossimo inverno, forse, avremo nel cinematografi anche il film, ancora in lavorazione a Beirut e in Grecia, diretto dall'americano George Roy Hill (Butch Cassldy. La stangata, Il temerario). L'ultimo fascicolo di Newsweek ha in copertina un Le Carré sul set di riprese, giovanile e brizzolato alla George Sanders, davanti a un bianco cingolato fitto di bersaglieri. Il libro gli è costato due anni di sopralluoghi in Libano e Israele, di difficili incontri con palestinesi, sionisti e falangisti, di viaggi in Grecia e Germania. Lo scrittore ha 52 anni. Scuole in Svizzera, laureato a Oxford in letteratura classica tedesca, militare e diplomatico (forse spia) a Berlino e Bonn fino al 1963, Le Carré ha sempre centrato nel suoi libri la Germania come barocco simbolo di una morte dell'Occidente. Stavolta segue il progresso di quella decomposizione fino al vecchio Levante, insanguinato dalle ideologie europee fin dalle Crociate, vecchia culla di vita e morte, pazienza e distruzione. Doveva, nelle intenzioni, essere un'altra avventura di George Smiley (quarta tappa dopo la trilogia oramai celebre di La talpa. L'onorevole scolaro, Tutti gli uomini di Smiley). Qui da Beirut, oramai tanti anni fa, scomparve per sempre il -traditore- inglese, tipico e ambiguo del dopoguerra, l'intellettuale e autodistruttivo Kim Philby ('Come si fa*, mi disse una volta il figlio, -ad essere traditori di qualcosa in cui non si crede?-). E siccome Philby in fondo è sempre stato la chiave e il cuore di tenebra dei personaggi sempre precipitati dallo scrittore in un freddo del sentimenti, a Le Carré sembrava necessario venire a bere negli stessi bar dove, oramai braccato, Philby si ubriacava ogni sera: adesso sbrecciati dalle cannonate del punitivo assedio israeliano. Smiley, invece, si è allontanato e sbiadito tra quei roventi calcinacci. Sui toni gelidi e nebbiosi della -guerra fredda- adoperati, finora da Le Carré con una raffinata e interminabile scala di grigi, La tamburina è al suo posto diventata tutta colorata di polvere e sangue, grida e sudori, mare e sabbie e montagne che si disfanno nel caldo. Tutto comincia, nel nuovo libro, quando una valigia esplosiva scoppia vicino a Bonn, in Germania. Era predisposta da un misterioso, inafferrabile capo del terrorismo palestinese, cui dà la caccia Marty Kurtz, un agente ebreo della •vecchia- scuola. Anche lui è un solitario; come Smiley, anche lui è un naufrago e un perdente. La •giovane- burocrazia polttictszata di Israele non sa che farsene: meglio invadere il Libano perché le cause trionfano più sicuramente appoggiate dai cannoni dei panzer. Ma come sempre lo •spionaggio- di Le Carré è verso la politica; è uno spionaggio sulla sua nothingness, sulla morte dei Parsifal, sulla compassione dell'attuale condizione umana. Kurtz vuole vincere trovando l'uomo che gli si oppone. Come già tra Smiley e Karla, anche qui c'è un'ambigua simmetria, un'eguale disillusa e intelligente disperazione. Ma come infiltrare una spia trai palestinesi? Il suo agente migliore. Godi Becker, incontra sulle rive di Mikonos un'attricetta inglese, Charlie (un misto della Vanessa Redgrave radicale e una qualsiasi giovane 'arrabbiata, degli Anni 70), in vacanza con i compagni di teatro. La ritiene adatta? La rapisce, letteralmente, fino al covo della sua banda, ad Atene. E qui il piccolo tamburo incomincia a rullare: ' suona la distruzione-ricostruzione di Charlie. Sono le pagine forse più crudeli del libro, assieme a quelle del bombardamento-massacro israeliano di un campo profughi palestinesi. Vivere, insegna Kurtz alla ragazza, vuol dire menti1 re; fare di sé qualcosa d'altro. Come accadeva nella poesia o nel teatro; come Un'immagine da un campo palestinese é John Le Carré accadeva nel credere. Charlie è un'attrice? Vuole esserlo veramente? E KùrtzMefisto le offre di recitare nel •teatro della .realtà-: nella commedia che si reciterà ogni giorno, lui sarà il padre nobile, Becker ' l'amoroso, i killers ebrei e i terroristi arabi un coro familiare. Un palestinese prigioniero degli israeliani a Monaco (una cella -da prete-, una clinica) è fratello del nemico di Kurtz e diventa, nella recita, -amante- di Charlie. Gli altri suoi compatrioti abbandoneranno la sua -vedova-? L'avventura tragica, ignobile, sentimentale, malinconicamente polverosa, appassionata e viziosa, comincia qui. Non vogliamo anticiparne il finale. Diciamo che La tamburina mostra un Le Carré sempre più scrittore, sempre pieno di grandi echi (Conrad, Sartre, Greene) riflettuti da quel suo specchio spezzato — come per tutti — dall'accidia morale della -guerra fredda-. Il •romanzo di spie- è il tentativo di raccontare di nuovo una totalità umana? Le Carré lo suona con barocco pessimismo, con manierismo eretico, in una tenera caccia febbrile e senza illusioni. -L'opposto dell'amore non è l'odio. E' la letargia, il niente.. Stavolta attore non è il vecchio, sopravvissuto Smiley, ma una giovane e disponibile Charlie. La sua è la generazione che ha perfino creduto nel terrorismo. Claudio Savonuzzi