Nessuno osa dire scudetto
Nessuno osa dire scudetto Nessuno osa dire scudetto Soltanto Pruzzo si dal nostro Inviato MARIO BIANCHINI. FIRENZE — «Non è stata una giornata decisiva. Ma nel complesso importante». Liedholm è ancora frenato dalla prudenza. Ma è già tanto che abbia ammesso l'ulteriore passo avanti della Roma. «Ad un certo punto avevamo cinque punti di distacco—continua Io svedese •— poi sono diventati quattro. Questo dimostra che bisogna stare con gli occhi bene aperti. La squadra ha giocato bene sino al momento di passare in vantaggio. Poi 6 subentrato un certo timore. Ho incitato i giocatori a proseguire nel loro attacchi Non siamo attrezzati per difenderci. Invece, si sono tirati indietro». — Si aspettava il successo del Votino? «Sinceramente no. Tuttavia, sono cose che nel calcio possono accadere. Il derby ha ribadito che non esistono squadre imbattibili». — Ha avuto paura quando ha saputo che la Juventus stava vincendo? «Sono rimasto tranquillo perché la Roma stava giocando bene. Ero convinto che prima o poi sarebbe arrivato il gol». Sul futuro del campionato Liedholm continua a •giocare» sulle percentuali-scudetto sfiorando il grottesco: 30 probabilità ciascuna per Roma, Juventus e Inter; 10 divise tra Verona, Torino e Udinese. Ma chi si trova net pressi della è lasciato sfuggire che è fatta - Liedholm: «Non Pruzzo abbandona lo stadio leggermente claudicante, ma soddisfatto: «Sono sceso in campo con la caviglia dolorante. Non potevo scattare. Ma ho stretto i denti. Ho temuto di dover uscire dopo appena cinque minuti. Il mio è stato un bel gol, ho calciato il pallonetto in diagonale. In un primo momento non mi ero neppure accorto di aver centrato il bersaglio. Anche prima della gara avevo espresso 11 mio ottimismo. I fatti mi stanno dando ragione. La Juve sta mollando, lo scudetto non ci sfuggirà piti». Chierico è stato determinante, causando l'azione che ha fruttato il calcio di rigore: «L'arbitro ha visto giusto — panchina giallorossa ha visto un Liedholm eccitato, come raramente gli accade. 1 giocatori fanno finta di credere agli ammonimenti del •maestro* e si allineano sulle posizioni di cautela. Ma nello spogliatoio romanista si respira, forse per la prima volta, un'atmosfera diversa: ormaic'è in tutti l'intima convinzione di poter filare verso il sospirato traguardo. «Non è ancora fatta — dice Jorio —, però abbiamo fatto un bel passo avanti. Serve al morale e alla classifica. Già penso però all'ultima partita con il Torino che, essendo In corsa per un posto in Coppa' Uefa, probabilmente ci renderà la vita assai difficile». on cambia nulla...» racconta il giocatore giallorosso — sul lancio di Nela mi sono proiettato in area guardando sempre la palla. Contratto mi ha spinto con il corpo facendomi ruzzolare a terra. Stavo dirigendomi verso Galli. Non c'erano avversari, forse avrei anche segnato. Restiamo con i piedi in terra. Abbiamo superato un'altra tappa verso 11 titolo. Ma ancora non è sicuro che riusciremo a tagliare il traguardo». Ancelotti è il meno contento. Con la sua sfortunata autorete ha privato la Roma di un probabile successo: «Quando ho visto la palla In area — si difende il centrocampista — ero convinto di poterla appoggiare a Tancredi. Avrei potuto anche spedire in calcio d'angolo. Purtroppo, sul pallone lento, ho colpito male. *~ Conti ammette che la Roma non ha disputato una partita eccezionale: «Il risultato è' giusto — dice l'attaccante —:ìm alla vigilia avrei messo la firma per il pareggio. I granata ci hanno dato una mano. Diciamo la verità, ora ci crediamo di più». Vuoi mandare un grazie al Torino?, viene chiesto a Falcao, il quale risponde con una battuta: «Non adesso, ma alla giornata di chiusura». La Roma ha già in tasca lo scudetto? «Dobbiamo affrontare le cinque partite che rimangono come se fosse l'ultimo impegno del torneo. Soltanto comportandoci cosi, mi sentirò sicuro».
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