Il western ha 80 anni e finisce in pensione
Il western ha 80 anni e finisce in pensione Il western ha 80 anni e finisce in pensione I Compirebbe ottant'annì quest'anno. Ma c'è il sospetto che sia andato in pensione, in cassa integrazione o in aspettativa. Non se ne sa nulla. Si direbbe addirittura morto. Eppure nella prefazione dell'opera Il western, di Rieupeyrout e Baztn, si fa un lungo discorso per affermare che questo genere non morirà mai: il western, cinema per eccellenza perché tutto movimento, non potrà scomparire dagli schermi. Ma da qualche anno il western è latitante. Non se ne fa ad Hollywood, non se ne fa a Cinecittà. Il mito del selvaggio West, dunque, non vende più? Nato appunto nel 1903, secondo gli storici del cinema rappresenta l'avvenimento che segna l'entrata in campo Con il loro sp della cinematografia americana. Timide esperienze erano state fatte in precedenza, ma è proprio sull'onda del botto clamoroso del filmino western che viene messa in moto la grande macchina della fantasia, delle immagini. L'intuizione sprizza ottantanni fa nella mente di Thomas Alva Edison, allora venditore di dolciumi e giornali su un convoglio ferroviario. Ne parla a Edivin S. Parler, un ex marinaio diventato operatore, uno che ha fatto un po' di esperienza col regista James White girando qualche scenetta alla buona. Si tratta di impressionare duecento metri di pellicola su una vicenda avventurosa. Ma la grossa trovata è che tutto avvenga su un treno in corsa ettacolo di «igno nella grande prateria. Un progetto che a quel tempo appare addirittura folle. Ma gli va cosi bene che dando alla luce, anzi al buio delle sale, The great train robbery (L'assalto al treno) interpretato da George M. Anderson detto Broncho Bill, mette In pista il glorioso filone, quell'epopea del West che oggi sembra aver esaurito la sua spinta propulsiva. Malgrado o, forse, anche per l'apporto italiano dei famosi western-spaghetti. Con quei pochi minuti Por I ter riesce a sbalordire gli spettatori: cadaveri buttati qua e là, combattimenti virulenti, e sparatorie. E tutto questo mentre il treno continua a sferragliare nella prateria. Ma ecco che arriva Broncho Bill, con pochi colpi ben piazzati sbaraglia i banditi all'assalto del convoglio. E' il capostipite del pistolero infallibile, l'uomo dal cappellone bianco. Poiché allora il cowboy buono si doveva ben distinguere da gli altri, con quel copricapo candido. In questi ottant'annì migliaia di eroi hanno cavalcato la prateria vivendo in fondo sempre la stessa avventura f«per fare un western — diceva qualcuno — non occorre molta fantasia, basta cambiare il cavallo»;. E non c'è stato grande attore americano che nel corso della sua carriera non abbia almeno una volta indossato i penni del cowboy. Ottant'annì durante i quali è stato saccheggiato l'archivio delle leggende o dei fatti reali della storia del West. Anche se più spesso si è dato fondo a personaggi di fantasia, nel bilità pura»
Persone citate: Broncho Bill, George M. Anderson, James White, Thomas Alva Edison
Luoghi citati: Hollywood
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