Tutti a scuola al pomeriggio? Così cambiano le elementari

Tutti a scuola al pomeriggio? Così cambiano le elementari Tutti a scuola al pomeriggio? Così cambiano le elementari Non bastano 24 ore settimanali di lezione perché la scuola elementare possa realizzare pienamente i suoi compiti. Occorre prolungare il tempo ad almeno 32 ore per tutti, prevedendo il ritorno sui banchi anche in alcuni pomeriggi della settimana. E' uno dei punti fermi sui quali si dovrebbe imperniare la riforma dei programmi della scuola eleimentare e che trova l'assenso della 'maggioranza dei membri della commissione di studio istituita, nel maggio 1981, dal ministro della Pubblica Istruzione. I «saggi» hanno già predisposto una prima relazione nel marzo dello scorso anno. Poi, il gruppo è stato integrato da alcuni docenti universitari e da operatori della scuola primaria (sono entrati anche tre torinesi: Ferruccio Deva, professore di pedagogia a Magistero;'' Gianni Oiardiello, direttore didattico, e Franco Magnino, docente e leader locale del sindacato autonomo Snals). Ma i lavori della commissione procedono a rilento ed i programmi di insegnamento restano quelli del 1955: un limite grave, che non pone la scuola elementare in condizione di rispondere alle mutate condizioni della società Se n'è parlato in un in¬ Il derby giocat contro presso la direzione didattica Parini con gli insegnanti torinesi, presenti due dei tre componenti la commissione di studio ministeriale, Oiardiello e Magnino. A che punto sono i lavori «romani»? I «saggi» hanno già. steso due volte la premessa ai nuovi programmi, ma — in assenza di un accordo — ne hanno rinviato la formulazione definitiva al termine dei lavori. Sono state formate, inoltre, due sottocommissioni: una per l'area linguistica ed una per quella logico-matematica. Al momento, le convergenze più significative tra i sessanta commissari riguardano: l'esigenza di un maggiore collegamento tra scuola materna, elementare e media; la necessità di tenere presente 11 rapporto tra scuola ed extrascuola (sul bambino, oltre alla'famiglia, esercitano oggi forti influenze il vicinato, le occasioni di gioco e tempo libero; soprattutto, i mezzi di comunicazione di massa); l'azzeramento delle norme del '28 sull'insegnamento della religione come 'fondamento e coronamento dell'educazione»; il bisogno di prolungare 11 tempo scolastico per tutti i bambini e di superare il rapporto rigido tra insegnante unico e o anche sugli spal classe per realizzare una diversa organizzazione didattica, attraverso 11 lavoro di gruppo (team) dei docenti. Alcune innovazioni possono essere tradotte subito nella prassi, tramite decreti ministeriali. Ma per le modifiche più sostanziali occorre una legge e, quindi, bisogna attendere i tempi — non certo brevi — della discussione parlamentare. E' questo il più grave intoppo che hanno di fronte i sessanta esperti: 1 nuovi programmi rischiano di diventare solo un elenco di buoni propositi, se parallelamente non procede il dibattito sulla riforma strutturale della scuola. Non mancano, inoltre, osservazioni critiche ai più recenti orientamenti della stessa commissione ministeriale. Al bambino 'tutta intuizione, fantasia e sentimento* proposto dai programmi del '65, si vuole sostituire oggi il 'bambino della ragione e della liberta». Un modello pedagogico che parte da questa osservazione: l'alunno che arriva ora alla scuola elementare è più informato, più sollecitato di quello di ieri, ma anche confuso. Ruolo della scuola primaria — dicono gli esperti — deve essere quello di «sistematizzare le conoscenze: n». tor. ti: tante urla, ma p

Persone citate: Ferruccio Deva, Franco Magnino, Magnino, Parini

Luoghi citati: Magistero