E un autobus solcherà i cieli di Milano, città dell'avvenire di Milena Milani

Quando grattacieli, fabbriche e ciminiere ispirano i sogni... Quando grattacieli, fabbriche e ciminiere ispirano i sogni... E un autobus solcherà i cieli di Milano, città dell'avvenire «C'è tanto spazio sopra i palazzi — dice lo scultore Minguzzi, autore della proposta —: bisogna guardare al di là dei cornicioni» - La feconda convivenza di arte e industria - Una metropoli dove è strano amarsi? «Il ritornello — sostiene Ornella Vanoni — dice il falso...» MILANO — Può essere straordinario Incominciare l'operazione primavera proprio partendo da Milano. Ci vorrebbe un poeta, come il mio amico Leonardo Sinisgal11 che, quando arrivava da Roma, città dove notoriamente il clima è mite, girava anche d'inverno con il soprabito leggero, aperto al vento, perché, diceva lui, ritrovava quassù i giorni della sua giovinezza, l'aria inimitabile che aveva respirato per costruirsi la sua vita. Infatti è cosi, Milano è una città dove ancora oggi si può trovare se stessi, e anche tra le difficoltà, prima o poi, chi vuole fermamente qualcosa riesce ad averla. Ho voluto seguire, in questo weekend, non un poeta ma gente anonima, cittadini qualsiasi, di quelli che ci passano accanto e che tanto spesso, chiusi nel nostro egoismo, ignoriamo. Ma la primavera ha dato ali ai miei pensieri e a quelli degli altri, anche alle strade, ai palazzi, ai tram, agli autobus, alle macchine, come se fossero vivi, come avessero un'anima. Intere famiglie non hanno indugiato a letto, nel torpore piacevole della giornata di vacanza. Cera la partenza della corsa Milano-Sanremo, il primo appuntamento della staglone, che coinvolge tutti gli appassionati che sono rimasti in città. Vedere i corridori è sempre uno spettacolo. La bicicletta ha ancora il suo fascino, anche se i motorini l'hanno soppiantata. Certo non c'è più un Coppi un Bartali, ma grandi e bambini salutavano gli atleti in gara, piaceva il giovane irlandese Sean Kelly, i suoi capelli rossi sembravano una sfida accesa. Stavolta i tifosi non parteggiavano soltanto per gli italiani, il concetto stretto di patria non è più quello di un tempo, i confini non contano, del resto Milano è una città che accoglie tutti, non guarda il luogo di nascita oppure la nazionalitài si sente europea, anzi lo è. Eppure, in certe ore, può di ventare un paese, specialmente nella sua periferia, tra le case uguali, verso la campagna, dove la metropoli si dilata a invadere cielo e spazio. LI le domeniche hanno il calore del Sud, il senso sconfinato dell'umanità sempre diversa, che tuttavia è simile a quella del passato; simile, voglio dire, nei temi eterni, soprattutto come l'amore. Li ci si ama come dice la canzone, gli in namorati si stringono come fossero gli unici sulla terra a scoprire le carezze. Perché i strano amarsi a Milano? «Forse perché su questa città ci sono stati troppi luoghi comuni» mi risponde Ornella Vanoni. «Il ritornello della canzone dice questo, ma non è vero. O meglio, la stranezza va intesa come meraviglia, come stupore, perché amare non è cosa da poco. E' talmente incredibile che succeda. C'è gente che aspetta l'amore non lo trova mai. Se poi l'amore giunge, e c'è il senso di una città autentica, come Milano per me, cioè di una città che ti dà tutto perché è generosa e non pretende niente in cambio, allora questo amore va gridato, cantato o sussurrato, tenuto stretto tra le labbra e il cuore». Una città così ispira anche i sogni. Chi non ci ha vissuto o non ci vive, chi arriva soltan¬ Indagine Istat sugli italiani non leggono BARI — D'intesa con la Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Istituto centrale di statistica svolgerà un'indagine sulla «non lettura» di libri in Italia. Lo ha annunciato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri on. Bruno Orsini nella relazione introduttiva alla conferenza nazionale del libro organizzata dal ministro per i Beni culturali e ambientali e dalla Regione Puglia. La manifestazione — che si concluderà martedì prossimo — si tiene alla Fiera del Levante nell'ambito di «Expolibro», la rassegna specializzata alla quale partecipano le maggiori Case editrici nazionali. Alla cerimonia inaugurale della conferenza — che è presieduta dal senatore Giovanni Spadolini—hanno por tato i saluti il ministro per 1 Beni culturali e ambientali, on. Nicola Vernola, l'assessore regionale alla Cultura, Francesco Troccoli, e amministratori locali. to per combinare affari oppure se ne serve per trampolino di lancio e non si sofferma ad ascoltare quel che c'è sotto l'asfalto delle sue strade, nel chiuso dei suoi cortili, in quell'Intrico di rotaie dove passano i tram, che fortunatamente non sono stati tolti, e nel verde del Parco o dei Giardini di piazza Cavour; chi ignora tutto questo non scoprirà certo la sua anima. Eppure a Milano ci sono gli artisti e i poeti, gli scrittori e i musicisti; e c'è la gente che lavora duramente, ci sono gli operai e le fabbriche, gli imprenditori e i manager; c'è l'editoria, l'industria; c'è il cuore non soltanto della Lombardia, ma quello del Paese. E' troppo? E' anche questo un modo di dire, uno slogan armai retorico e superato? Qui non si tratta di riparlare di capitale morale, per avallare superiorità, per stabilire primati. Milano non ha biso¬ Curiosità alla fi gno di questo. Lo scultore Luciano Minguzzi, che ci vive da anni, vorrebbe gli autobus nel cielo, l'ha dichiarato recentemente: cabine sospese a un filo che trasportano i milanesi per fare più In fretta, perché questa deve essere la città dell'avvenire. «Milano sarebbe più libera» ha detto. «C'è tanto spazio sopra 1 palazzi. Bisogna insegnare ad osservare oltre i cornicioni, fare come gli uccelli che volano». Forse un giorno Milano sarà cosi, come dice Minguzzi. Il suo cielo intanto è solcato dagli aerei e la sua terra percorsa dalla metropolitana, le sue strade dal traffico giornaliero che non è mai caotico come a Roma anche se intenso. I milanesi per nascita o per elezione sono ordinati, sanno che con l'improvvisazione non si conclude niente. Il sindaco Carlo Tognoli ha i piedi per terra, ma ama anche la cultu ra, c anche lo sport, va alla fiera campionaria d partita di calcio «perché è uno spettacolo unico» mi ha detto; «serve a me come a tutti per scaricare la tensione individuale in quel gran gioco collettivo di giovinezza e di mae-' stria». Ci ritroveremo presto a San Siro alle partite; adesso che la primavera è scoppiata in tutta la sua bellezza e fulgore sarà stupendo andarci. Intanto questa domenica ho girato per la città con il cuore gonfio di gioia. Milano mi è cara, perché ricorda gli amici che non ci sono più, l'inizio della mia attività letteraria, e soprattutto mi dà l'immagine della vita che rinasce, delle generazioni che salgono sin qui per conquistare il loro destino. A questi giovani che partono dai loro paesi pieni di speranza, dico che Milano apre le sue braccia. Finché ci sarà una città come questa, l'avvenire sarà meno buio per tutti. Milena Milani i Genova che si è a