Avelline e Napoli hanno scolto il non gioco

Avelline % Napoli hanno scolto il non gioco Avelline % Napoli hanno scolto il non gioco Gli ir pini: «Colpa del caldo» I giocatori, indigncolpa al primo sol di GIUSEPPE AVELLINO —Anche le dichiarazioni del dopo-partita risentono del clima alla camomilla. Tutti s'affannano a tirare in ballo il primo sole di marzo. «Certe cose — dice per esempio Veneranda — possono capitare. La paura di perdere può consigliare prudenza, e dalla prudenza deriva la mancanza di gioco. Il caldo ha certamente influito in maniera decisiva». Pesaola è più esplicito: «Il pari, in campo esterno, è un risultato comunque positivo che ci consente di guardare al futuro con serietà e con fondate speranze». Sul gioco prodotto in campo, Veneranda ha spiegazioni da fornire: «Il Napoli — dice — ci ha chiusi bene, impedendoci di scendere sulle fasce. Il nostro gioco abituale non ha avuto possibilità di esprimersi. Citterio, poi, ha bloccato bene il nostro Barbadillo, privandoci di un'arma importante». Tutto sommato. Veneranda ritiene che la sua squadra abbia fatto un passo avanti verso la salvezza: «Abbiamo quattro partite interne da giocare». Pesaola pensa alla sua tabella salvezza. •E' stata puntualmente rispettata — dice — e questo è molto più Importante. Certo, ci sono stati risultati sorprendenti, ma anche questo fa parte del gioco». Domenica prossima l'Avellino andrà a Torino. «Purtroppo — dice Veneranda — dovremo affrontare una grande Juve. nuovamente lanciata verso lo scudetto. Sarà dura, ma andremo a fare la nostra bella figura». ati per gli insulti del pubblico, hanno dato la e di marzo - Pesaola e Veneranda soddisfatti L'ex juventino Osti pensa già al confronto: «La squadra che ci ospiterà è su di giri, ha dimostrato di avere eccezionali doti di recupero. Noi andremo a lottare sino all'ultimo minuto, ma è chiaro che la nostra salvezza dipenderà soprattutto dall'esito delle gare Interne». Diaz e Barbadillo, i due stranieri, non hanno brillato. Il primo è stato tenuto a bada con vigore da Favero, il secondo ha dovuto cedere a Citterio. «Il primo caldo—dice il peruviano — ha certamente influito, sul mio rendimento. Un punto è sempre un punto, e certe cose bisogna prenderle con filosofia». Il grido di • Venduti/' ha accompagnato le due squadre negli spogliatoi. «E' stato ingiusto, anche se il gioco è stato scadente — dice capitan Di Somma —; in fondo, il pari è un risultato utile che consente di guardare con tranquillità al futuro. Nelle prossime partite non sarà questo l'Avellino che scenderà in campo». Risentilo per gli insulti anche Beniamino Vtgnola. «In certe partite si corrono rischi , enormi. Basta un passo falso, e possono capitare le piti grosse sorprese. Il pari va pre- ' so per quello che è, un punto in piti in classifica. Al pubblico daremo la nostra risposta nelle prossime gare». Oli insulti non sono andati giù soprattutto ad Antonio Sibilla, presidente dell'A- ' vellino. «A me venduto non l'ha mal detto nessuno. Che dovrei dire del pubblico che non è venuto in maniera massiccia neppure a questo derby? Erano più i napoletani che gli avellinesi». ' PISANO Squallido 0-0 tra dpini, solitamente d Avellino-Na AVELLINO: Tacconi 7; Osti 6,5, Ferrari 6 ; Schiavi 63; Favero 6, Di Somma 6; Barbadillo 5, Tagliaferri 4 (56' Centi 6), Bergossl 5, Vignola 53, Llmido 6. NAPOLI: Castellini 6; Marino 5, Citterio 6; Ferrarlo 63, Krol 53, Dal Fiume 6, Celestini 5, Vinazzani 6,5, Criscimannl 5, Diaz 5 (67' Vagheggi s.v.), Pellegrini 43. Abit Lhi 53 Arbitro: Longhi 53. dal nostro Inviato AVELLINO — Squallido risultato fra Avellino e Napoli, inchiodate sullo 0-0 dalla reciproca volontà di non offendere l'avversario, di non mutare l'equilibrio iniziale. Innescando pericolose reazioni, cioè quelle normali.azioni di gioco che in una partita di calcio vengono indicate come attacchi. Non ha fatto nulla l'Avellino, meno ancora il Napoli, ed è un peccato che non esista nel calcio un mno-contesU che punisca le squadre con un doppio zero in classifica oltre che sul campo. Rinunciare ad ogni velleità di gioco non ha senso mal, ma meno ancora adesso che mancano al termi-' ne del campionato ancora tante giornate, e non si può sapere se 11 punto di ieri è perso o guadagnato. La squadra, solitamente ben determinata meno quando gioca in casa, è apparsa stavolta assolutamente indifferente al risultato prima, e poi al grido di •Venduti, veni ue squadre votate a noneterminati in casa, non poli 0-0 GIORGIO VIGLINO ' dutu scandito dai tifosi esasperati a partire dalla fine del primo tempo. Don Antonio Sibilla, incupito più del solito, ammicca con la bocca a cuore, ringhiando ogni tanto: «Non capiscono, non capiscono nientelm. Chissà se l'osservazione era diretta ài pubblico o ai propri giocatori, e quindi se aveva uno o l'altro senso. Del resto è la stessa domanda che si è posto il funzionarlo dell'ufficio inchieste federali, messo in seria difficolti, dal dubbio amletico: «Saranno proprio così brocchi, o lo fanno apposta?-. Chi ha visto in altre occasioni l'Avellino deve immagi' nare che un morbo strano si fosse impadronito di almeno metà squadra, sicuramente di tutta la linea d'attacco: dal Vignola assolutamente inesistente per scelta propria e non certo per le mazzate di Celestini, al Barbadillo nullo, al Bergossl tardigrado, al Llmido appena sufficiente, al n offendere l'avversario e a mantenere l'equilib hanno reagito neppure alle grida di «venduti disastroso Tagliaferri. Dietro, è vero, ciascuno ha fatto il proprio dovere, ma nulla più. L'inconsistenza del Napoli in avanti avrebbe permesso ben più efficaci inserimenti in attacco. Resta un mistero, ad esemplo, quale fosse 11 compito di Ferrari, che è rimasto per tutta la partita libero da marcature a presidiare una porzione di campo mai frequentata dai napoletani. Dall'altra parte, se proprio vogliamo, è stato ancora peggio. L'Avellino ha tenuto la 'palla In prevalenza, è andato spesso nella metà campo avversaria; 11 Napoli non ha fatto nemmeno quello, ed è stato alla pari come inefficienza In fase conclusiva. Da quando C'è stato l'avvicendamento tra Giacobini e Pesaola non è cambiato molto nella squadra, salvo che si è passati dalla esecuzione imperfetta di trame buone, all'attuazione corretta di un gioco di sola rottura. Un elemento come Celestini andrebbe proprio bene per brio iniziale - Gli irti» lanciate dai tifosi Trevor Francis, e il suo dizionario del calcio italiano: altro che Gentile negli scontri; e poi, quale vocazione nel provocare sempre, nel provocare' la punizione e poi nell'impedlrne la battuta. Proprio il fatto che Celestini abbia finito in campo la sua gara determina l'insufficienza per Longhi, arbitro mediocre, alla ricerca della soluzione più facile, coincide appunto con quel pareggio In bianco che stava benissimo ad entrambe le squadre.

Luoghi citati: Avellino, Napoli, Torino