La «pasionaria polacca» è condannata a 15 mesi (ma torna subito libera)

La «pasionaria polacca» è condannata a 15 mesi (ma torna subito libera) La «pasionaria polacca» è condannata a 15 mesi (ma torna subito libera) VARSAVIA — i4nna Walentynowicz, accusata di istigazione allo sciopero nel cantieri Lenin di Danzica, è stata condannata a un anno e tre mesi con la condizionale e a 16 mila zloty ("circa 300 mila lire) d'ammenda, che tuttavia la sindacalista non pagherà perché è stato considerato il periodo trascorso in carcere (un anno e 4 mesi). Nella sentenza il tribunale ha sottolineato che «non è organizzando scioperi e manifestazioni di protesta che si giunge all'Intesa nazionale». / giudici hanno però «preso in considerazione, pur riconoscendone la colpevolezza, il fatto che la Walentynowicz è stata una buona lavoratrice, ottenendo anche la croce al merito del lavoro». Di qui la mitezza del verdetto. Il procuratore aveva chiesto tre anni. La Walentynowicz, nota come la •pasionaria polacca» è stata scarcerata in serata dopo il regolamentare controllo medico ed è tornata a Danzica con Walesa. Ha accolto la sentenza abbracciando e baciando i suoi tre difensori. «Questo processo non avrebbe dovuto nemmeno cominciare» lia commentato Lech Walesa. L'imputata, che ha 54 anni, si è dichiarata innocente. Era accusata di avere pronunciato discorsi tesi ad aizzare la folla, organizzato scioperi, aver tentato di sequestrare un idrante dei vigili del fuoco di Danzica per respingere la polizia entrata a forza nei cantieri navali il 15 dicembre ISSI per porre fine all'occupazione da parte degli scioperanti, e di aver continuato l'attività sindacale dopo la proclamazione dello stato d'assedio. Come si ricorderà, la scintilla che innescò gli storici scioperi di Danzica nell'estate del 1980 fu il licenziamento della Walentynowicz dal suo lavoro di gruista nel cantiere. Martedì sera il figlio della Walentynowicz, Janusz, è stato arrestato a Danzica, ed è tutt'ora in carcere per motivi che non sono stati precisati. La costituzione di un comitato organizzativo del Primo Maggio del quale fanno parte i rappresentanti delle commissioni aziendali di Solidarnosc, dei Comitati interaziendali e di altre cellule del disciolto sindacato della regione di Varsavia è annunciato in un documento firmato dal maggiori leader di «Solidarietà» clandestina. «Anche oggi la polizia si rivolge contro i lavoratori che vogliono prepararsi a festeggiare 11 Primo Maggio a modo loro. Anche oggi, indipendentemente da come sarà usata la forza da parte della polizia, 11 Primo Maggio significa e significherà ricordi, speranze e Solldarnosc», afferma il co¬ municato firmato da Zbt-\ gniew Bujak, Zbigniew Janasì e WtktorKulerskt. E continua; «Il Primo Maggio è la festa dei lavoratori e non una giornata d'omaggio al potere. E' una festa che viene commemorata proprio perché più volte è costata lo spargimento del sangue ope-j rato». Dopo aver ricordato le celebrazioni di un anno fa, quando «non si è osato disturbare la serietà e la gioia del manifestanti», gli autori del documento sottolineano che il Primo Maggio prossimo sarà celebrato nel cicordo dell'anno scorso, quando nello Stare Mlasto, città vecchia di Varsavia, i lavoratori hanno «riconquistato la loro festa» e nella «speranza suscitata dalla prossima visita del Papa in Polonia». Walesa ha rifiutato di prendere posizione su queste manifestazioni, affermando: «Dichiararsi in favore delle manifestazioni potrebbe farci accusare d'aver incitato disordini e di aver compromesso la visita del Papa; condannarle a priori potrebbe alienarci l'opinione pubblica, la quale penserebbe che abbiamo abbandonato la popola! zlone». Anna Walentynowicz, protagonista dell'estate di Danzica

Persone citate: Anna Walentynowicz, Bujak, Lech Walesa, Lenin, Walesa, Zbigniew Janasì

Luoghi citati: Danzica, Polonia, Varsavia