«L'equo canone si deve stabilire secondo il rapporto case-abitanti»

«L'equo canone si deve stabilire secondo ii rapporto case-abitanti » La Confedilizia presenta le sue proposte per integrare la riforma «L'equo canone si deve stabilire secondo ii rapporto case-abitanti » La legge scatta nei Comuni con più di 5000 residenti, ma questo «tetto» favorirebbe alcuni centri e ne penalizzerebbe altri - Si chiede di ammettere accordi «in deroga» ROMA — Sabato scorso o lunedi, afferma Angelo Viziano, presidente della Confedilizia, il ministro dei Lavori Pubblici, Franco Nicolazzl, ha trasmesso al presidente Fanfani il suo progetto di riforma dell'equo canone. *Ma a noi, pur avendolo chiesto varie volte, non è stata offerta la possibilità di parlare, che è stata negata anche al Sunia e olle-altre organizzazioni degli inquilini.. Cosi, la Confederazióne italiana della proprietà edilizia, ieri, In una conferenza stampa, ha annunciato le sue proposte, che si basano sulla realta, cioè sui dati dell'ultimo censimento, elaborati e approfonditi per l'occasione. Risultato: su un totale di 8085 Comuni italiani, solo In 532 c'è un rapporto tra abitazioni e famiglie Inferiore a uno, cioè ci sono meno appartamenti che nuclei familiari, mentre In 5591 Comuni 11 numero di abitazioni supera di oltre il 10 per cento quello delle famiglie. Inoltre, l'esclusione dall'equo canone dei Comuni con meno di 5 mila abitanti non ha senso, perché esistono piccoli Comuni, come quelli nelle «cinture» delle grandi città, dove la richiesta di alloggi è frenetica, mentre in Comuni molto superiori al 5 mila abitanti — come nel Sud — la richiesta è tanto'scarsa, che l'equo canone risulta troppo elevato. Conseguenza: la Confedilizia, su molti punti In accordo, ha detto Viziano, con 1 sindacati degl'inquilini, propone due modifiche fondamentali all'equo canone. La prima riguarda l'art. 26, e sostituisce, al dato demografico — 5 rolla abitanti — la realtà, della situazione abitativa, esonerando dall'equo canone 1 Comuni dove 11 numero delle abitazioni supera almeno del 20 per cento 11 numero delle famiglie. La seconda modifica, che dovrebbe Integrare l'art. 79. «legalizza», sull'esempio del patti ' agrari, gli accordi «in deroga» fra proprietari' e inquilini, purché stipulati con l'assistenza delle nreanlzza- zlon i professionali e sindacali, oppure con il giudice competente. Un esemplo della varietà delle situazioni locali scaturì-, sce dai dati che riguardano 1 maggiori' Comuni. A Torino esistono 436 mila abitazioni e 416 mila nuclei familiari, con un rapporto di 1,05, nonché 1 milione 368 mila stanze e 1 milione 103 mila abitanti (rapporto 1.24), Analoghi rapporti, con qualche differenza in più per le stanze, si ritrovano a Milano. A Genova, Invece, sono stati censiti 293 mila appartamenti e 310 mila nuclei fami

Persone citate: Angelo Viziano, Fanfani, Franco Nicolazzl, Viziano

Luoghi citati: Genova, Milano, Roma, Torino