Cuore di medico, pubblico e privato di Guido Ceronetti

Cuore di medico, pubblico e privato Cuore di medico, pubblico e privato Lo scritto di Guido Ceronetti sulla figura del medico pubblico contiene alcuni concetti che, come parte in causa, : mi trovano dissenziente. La medicina pubblica è perfettamente compatibile con un sistema liberistlco come il' nostro: se posso ammettere che dal possesso del denaro derivino una infinità di privilegi all'individuo, in questioni però non fondamentali per l'esistenza, mi pare Inaccettabile che ne dipenda anche la qualità degli Interventi che il singolo può ottenere in favore della propria salute. i L'abbrutimento e la degradazione del medico non derivano certo dall'essere inserito in una struttura pubblica: la dignità professionale e umana ciascuno la trova in se stesso e la traduce nel modo in cui lavora. Sulla medicina privata aleggia sempre la tentazione alla commercializzazione, al considerare il paziente prima di tutto come cliente pagante, al lusingare 1 numerosi malati Immaginari per ottenerne concretissime parcelle, compromessi che, questi si, possono pesare sulla coscienza del medico, se ce l'ha. Dopo una giornata di lavoro in ospedale, in cui sempre mi sforzo di fornire prestazioni ineccepìbili dal punto di vista professionale e assolutamente disinteressate dal punto di vista economico, non mi sento affatto sminuito né come uomo né come medico. Le lotte condotte In questo periodo non sono incongruenti con 1 principi su esposti: se un medico con famiglia si permette 11 lusso di essere un idealista nel lavoro, alla fine del mese deve comunque fare i conti con costosi doveri di aggiornamento e anche con il macellalo ed 11 droghiere, che, idealisti, hanno tutti 1 diritti di non esserlo. Enrico Ohisotti, Torino chirurgo a tempo pieno . ospedale Martini < Mi riferisco all'articolo di Guido Ceronettl del 22 marzo, •Cuore di medico», sulla riforma sanitaria e il contratto nazionale del medici. Non intendo discutere sul tema piuttosto complesso, né domandare a Ceronettl come vorrebbe attuata una riforma sanitaria veramente democratica, cioè con controlli dall'alto e dal basso e col pieno rispetto dei diritti di tutti nella legge (questa la vera sovrana). MI preme soltanto far notare che 11 potere del medici, esemplificato da Ceronettl nel finale dell'articolo, di ■rendere inerti», di «decere-: brare., di «tenere in coma», di «lobotomlzzare chimicamente».» era esercitato già molto prima delle riforma sanitaria e non In modo lodevole. Non vorrei che qualche lettore ingenuo lo attribuisse al nuovo clima creato dalla riforma. Gli abusi furono denunciati dalla «famigerata» contestazione e proprio grazie a questa almeno in parte i ridotti. Fedele Florio, Barbatila

Persone citate: Fedele Florio, Guido Ceronettl

Luoghi citati: Torino