L'ex sandinista «Comandante Zero» apre un altro fronte in Nicaragua

L'ex sandinista «Comandante Zero» apre un altro fronte in Nicaragua Si aggrava la crisi, inconcludente il dibattito all'Orni L'ex sandinista «Comandante Zero» apre un altro fronte in Nicaragua Eden Pastora tornato per organizzare la rivolta - Washington ritiene che la guerriglia farà forti progressi nei prossimi mesi - Più conciliante la delegazione di Managua DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK—Nonostante i proclami di vittoria del regime sandinista, la crisi del Nicaragua Ieri si è aggravata Secondo notizie provenienti dal Costa Rica, Eden Pastora è entrato segretamente nel Paese per organizzare la rivolta. Pastora è il famoso «comandante Zero» che guidò la rivoluzione e scelse poi l'esilio a causa dei suoi profondi contrasti con la Giunta il suo intervento non bloccherebbe solo l'invasione castrista di Managua, ma preverrebbe anche un ritorno al potere degli ex seguaci del defunto dittatore Somoza. Se le notizie sono fondate, 1 sandinlsti dovranno combattere su due fronti: a Nord contro le truppe nascoste nell'Honduras e appoggiate dalla Cia, che rappresentano 11 braccio armato della cosiddetta Forza democratica nicaraguense, e a Sud contro gli ex compagni che in numero crescente si raccolgono Intorno al comandante Zero. Leader del primo gruppo sono l'ex uomo d'affari Calerò e l'ex addetto militare dell'ambasciata del Nicaragua a Washington, colonnello Bermudcz: essi raccolgono consensi soltanto parziali dalla popolazione. Ma Eden Pastora è un capo carismatico e non può essere denunciato come controrivoluzionario. A Washington il Dipartimento di Stato ritiene che la crisi debba ampliarsi e la guerriglia registrare importanti progressi nel prossimi sei mesi. Definisce i combattimenti più limitati ed equilibrati di quanto dica la Giunta: 1 ribelli entrati in Nicaragua sarebbero 2000 circa, e il loro numero raddopperebbe entro la settimana prossima Un confronto aperto non è ancora possibile: 1 sandinlsti dispongono di 22 mila soldati e 44 mila miliziani, sono diretti da consiglieri cubani e armati dal sovietici. L'apprensione del regime è emersa dalla dura denuncia, l'altro ieri, della presunta complicità dell'Honduras nell'Invasione. Il ministro dell'Interno nicaraguense Borge ha accusato il governo honduregno di avere impegnato le sue truppe nel combattimenti di confine. Oli ha risposto 11 ministro degli Esteri honduregno, Edgardo Paz. «Può darsi che il Nicaragua voglia la guerra- ha detto Paz; «l'Honduras vuole sicuramente la pace-. Una guerra diretta tra l'Honduras e Nicaragua è esclusa sia a Washington che al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. A parere del dipartimento di Stato c del segretario generale dell'Orni De Cuèllar, nessuno dei due Paesi è in grado di sostenere un conflitto prolungato. Al Palazzo di vetro, inoltre, la delegazione nicaraguense ha tenuto una condotta assai più conciliante di quella della Giunta, Ha dichiarato infatti di essere disposta a trattative col governo honduregno. Mutando posizione nel confronti delia richiesta avanzata dal Messico e dalle altre nazioni latino-americane per «una soluzione negoziata dei contrasti-, si è detta disposta a sondaggi preliminari. Tuttavia il dibattito all'Onu si sta dimostrando inconcludente. Il Nicaragua sembra volersi limitare a una campagna propagandistica contro gli Stati Uniti, descritti come i creatori della crisi, coloro che armano 1 ribelli e fomentano la rivolta. Oli dà manforte l'Urss che Ieri ha accusato la superpotenza di avere aggredito 87 volte altri Paesi dalla fine della seconda guerra mondiale. La risposta dell'ambasciatore Usa, la signora Kirkpatrlck, che ha subito citato l'Afghanistan e la Polonia, è stata molto secca: «Per contare le vostre aggressioni ci vorrebbe il computer*. e. c.

Persone citate: Borge, Comandante Zero, Eden Pastora, Edgardo Paz, Somoza