Tifo fra calcio e basket

Tifo fra calcio e basket cosi' per sport di Gian Paolo Ormezzano Tifo fra calcio e basket Ferve la polemica, dopo la finale di Coppa del Campioni di basket giocata a Grenoble da Ford e Bllly, fra tifosi canturlni (Ford) e milanesi (Bllly). Chi si è comportato peggio? I canturlni lamentano alcune auto con i vetri rotti (•rientrare in Italia, con quel freddo, di notte, una tortura») e dicono che le sole scritte oscene, coproflle lasciate sui muri del palasport, a quasi imperituro ricordo del passaggio delle tifoserie Italiane sono tutte opera di milanesi. In parole molto povere, i graffiti «Cantù m...» non avrebbero 11 corrispettivo dei «Milano m E i tifosi del Bllly hanno gridato «Bru-ce-re-mo Can-tù», quelli della Ford non hanno espresso propositi neronlanl verso Milano (magari perché Milano è trisillaba, il grido non viene bene?). E i tifosi di Cantù non hanno sciorinato uno striscione con una scritta come «Picchia, Dino, 11 cane canturino» (dove Dino è Meneghin, peraltro amico del cani e non nemico del canturlni). Diciamo che si, i milanesi si sono comportati peggio, e già prima della sconfitta. Ma dobbiamo scrivere che muttl si sono comportati mallno. E' ora di scrivere, riscrivere che il folklore delle nostre tifoserie è una delle manifestazioni più deprimenti dei nostri difetti e all'estero l'aggettivo «deprimente» va anzi sostituito dall'aggettivo «nocivo». Il parallelo Un parallelo fra tifosi del basket e tifosi del calcio è possibile? Ed è opportuno? Possibile si, esiste ormai una «Internazionale» dei gesti, del canti, anche delle imprecazioni, nonché della tecnologia (petqrdl, girandole di fuochi artificiali, croci, persino megafoni speciali per diffondere bene frasi oscene, bestemmie: (sentite a Grenoble, visto 1'.-autore.., giovane crinito benvestito). Opportuno no, si rischia di scatenare l'emulazione, e dunque al massimo si dica che sono entrambe deleterie, non, per carità, che sono entrambe calde, pittoresche. La Nazionale Pare invece che sia assai diverso l'atteggiamento nei riguardi della Nazionale della tribù del basket giocato da quello della tribù del calcio giocato. I cestisti non amerebbero l'azzurro, 1 calciatori si. Tre cestisti azzurri di fresca nomina. Riva Magnifico Costa tanto per far nomi, avrebbero di recente parlato senza entusiamsl della Na- zlonale, arrivando, due fra loro, a fissare la data del loro matrimonio subito dopo la fine del campionato italiano e troppo vicino alla data del campionato europeo, o quanto meno agli impegni collegiali azzurri (c'è però da riferire che Riva avrebbe parlato, ultimamente, con amore della Nazionale). Sul perché di tutto ciò sono possibili illazioni assortite e anche supposizioni fondate. Una ne avanziamo noi, questa: che i calciatori siano arrivati ad un tale grado di ricchezza, materiale più che morale, comunque anche morale, per cui la Nazionale è assimilata all'hobby. E si sa che nessuno è cosi feroce, assiduo nell'hobby come il ricco che potrebbe permettersi tutto e che sceglie quel poco, facendolo diventare più che tutto. Per i cestisti Invece la Nazionale non è più commozione-emozione (sono giovani, la patria è concetto vago, ultimamente non sapevano se era a Beirut o ad Altacomba) e anzi per ora è disturbo, e non è ancora denaro, cioè valorizzazione in sede di forza contrattuale. Pier I>uigi Mar/orati visto da Franco Bruna ll

Persone citate: Franco Bruna, Gian Paolo Ormezzano, Meneghin, Pier I>, Riva

Luoghi citati: Altacomba, Beirut, Cantù, Italia, Milano