Visconti: immagini di una leggenda di Simonetta Robiony

Viscohti: immagini di una leggenda Martedì si inaugura al Palazzo delle Esposizioni di Roma una mostra sulle tappe artistiche del celebre regista Viscohti: immagini di una leggenda ROMA — 81 apre martedì, I alle ore 18, presso il Palazzo delle Esposizioni, una granar mostra, la più ricca fra' quelle fatte fino ad oggi, Intitolata .■Visconti e il suo lavoro». Patrocinata dall'assessorato alla Cultura e dalla cooperativa Massenzio, è stata realizzata da alcuni tra i più stretti collaboratori di Visconti: la costumista Vera Marzot, 11 sarto di teatro Umberto Tlrelli e Caterina D'Amico de Carvalho giornalista nonché figlia di Suso Cocchi D'Amico e perciò praticamente vissuta in casa Visconti. La mostra è nata alcuni anni fa dalla fusione di altre due mostre più piccole, una di costumi messa su da Tirelli nel '77 per i grandi magazzini «Lord Jones» di Sydney, l'altra di scritti e documenti fatta da Caterina D'Amico per il Comune di Reggio Emilia; portata in giro per il mondo da Montreal a Parigi, da Milano a Tokyo si è via via allargata, fino ad arrivare a comprendere gli attuali ottocento pezzi. L'idea è quella di offrire attraverso la raccolta diluii materiale eterogeneo, come fotografie familiari, scritti. costumi di scena, bozzetti, locandine cinematografiche, copioni, lettere, l'immagine di un Visconti «rinnovatore culturale», rinnovatore nel cinema, nel teatro ma. soprattutto, nell'opera lirica che, dicono i curatori della mostra, «non sarebbe quello che è oggi se. trentanni fa. Luchino non avesse deciso di occuparsene». Per illustrare ulteriormente l'opera di Visconti due rassegne cinematografiche: una di videocassette sulla sua vita e il suo lavoro allestita in una sala del Palazzo delle Esposizioni, l'altra di film al cinema Olimpico dal 31 marzo al 12 aprile. A casa Tirelli. una casa di stile vlscontiano (divani bianchi, fotografie, alcuni Balthus e poi argenti piante fiori) Caterina D'Amico. Vera Marzot e Umberto Tirelli parlano l'uno sull'altro ru¬ bandosi la parola di quel che è slato Visconti per il mondo dello spettacolo e, In particolare, per loro che lo hanno avuto amico: sono aneddoti, ricordi, testimonianze nelle quali l'uomo Visconti sembra farsi da parte per lasciare posto al mito. Per esempio raccontano la volta in cui, alla Scala di Milano, Visconti volle che, nella Traviata. Maria Callas si levasse una scarpa e la lan¬ ciasse, con gesto provocatorio, sulla scena per esprimere insieme rabbia e stanchezza. Oppure quando, allestendo per la prima volta in Italia Parenti terribili di Cocteau, Visconti impose ad Andreina Pagnani, abituata a recitare con il cerone, di presentarsi al pubblico con la faccia lavata perché voleva portare in scena la vita. O quando per festeggiare la fine delle riprese del Ludwig, regalò indistintamente a tutti 1 componenti della troupe un piccolo cigno di cristallo ordinato da Bulgari. Viene fuori cosi, da queste parole in liberta, la mitica eleganza di Visconti: «Fu il primo a portare le borse di Louis Vuilton tanto che vedendo le cifre stampate l più. pensavano trattarsi del nome Luchino Visconti.; 11 suo mitico perfezionismo: «Per le bellissime tavolate di La caduta degli del aveva voluto gli argenti di casa sua e le tovaglie degli Hercolani»; 11 suo mitico rispetto e amore per chi si trova ad avvicinarlo. «A Natale, sotto l'albero, c'era sempre una cesta di regali destinati a chi, anche per caso, quel giorno era suo ospite». Naturalmente tutto questo alla mostra di Roma non si può vedere perché non c'è. Ci sono Invece le tappe salienti della vita di Visconti: l'Infanzia a Milano, 1 primi viaggi all'estero, la militanza comunista che gli costò un lungo ostracismo, 1 successi, la malattia, la consacrazione ultima e grandissima con la Manon a Spoleto, la volontà di essere cremato perché di lui non restasse una tomba. Soprattutto, nella mostra di Roma, ci sono le sue regie: quarantasei teatrali, venti operistiche, quattordici cinematografiche, due di balletto di cui una, /; diavolo in giardino, fatta per il Massimo di Palermo, su un libretto scritto direttamente da lui. C'è perfino la traccia di due romanzi cominciati ma mai finiti. Simonetta Robiony Due foto storiche nella camera di Luchino Visconti: il regista con la Mangano durante le riprese di «Morte a Venezia»; la Schneidcr e Bcrgcr in Ludwig