Anche il Molise terra d'invalidi di Remo Lugli

Anche il Molise terra d'invalidi Le due facce di una regione che ha visto emigrare molte forze lavoro Anche il Molise terra d'invalidi Cifre sbalorditive: ógni 100 pensionati di vecchiaia, 659 sono di invalidità (la media nazionale è di 127 su 100) • Adesso però i comitati provinciale e regionale hanno stretto i freni, le nuove domande sono poche - D'altro canto, negli Anni 70, è nata un'industria dinamica e moderna - E il tasso di crescita del prodotto lordo è superiore al 5% DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CAMPOBASSO — Veniamo in Molise seguendo il filo del discorso «pensioni di invalidità» e troviamo elementi contraddittori. SI. da una parte tanti invalidi, che farebbero pensare a una regione statica, passiva, ma all'opposto c"è un'industrialit& na' sceme improntata a dinamismo e attivismo. Nell'invalidità primeggiano cifre record sbalorditive: 659.1 invalidi ogni 100 pensionati di vecchiaia (la media nazionale è di 127 su 100): e se ci addentriamo nelle varie categorie troviamo 1384.6 coltivatori diretti pensionati di invalidità ogni 100 coltivatori diretti pensionati di vecchiaia. Si arriva al punto di avere come invalidi, in cifre arrotondale. 40 mila coltivatori diretti, quando i coltivatori diretti iscritti sono si e no 35 mila. (Evidentemente c'è chi si iscrive per fare la pratica per l'invalidità, poi. quando l'ha ottenuta, tralascia per l'iscrizione alla categoria). Perché tanti pensionati invalidi? La prima causa è quel-. la dello spopolamento per emigrazione: nel 1951 la popolazione del Molise era di 407 mila abitanti, nel 71 di 330 mila, oggi 324 mila. C'è un paese. Casacalenda. che nel 1930 contava 6 mila abitanti, oggi 3 mila: e 3500 originari di Casacalenda sono a Montreal, in Canada. Se ne sono andati i giovani, le forze del lavoro. Chi resta-, va aveva bisogno di un aiuto, cercava di attaccarsi all'ancora della pensione di invalidità. Dice Lucio Colucci. direttore regionale della sede Inps: «Gli òrgani collegiali, cioè i comitati provinciali e quello regionale die hanno il compito di esaminare i ricorsi di citi non è staio riconosciuto invalido, nei primi tempi della loro istituitone. 1970, hanno largheggiato nelle concessioni. E quando l'invalidità veniva negata, ci pensava la magistratura a riconoscerla: fino a poco tempo fa accoglieva oltre il 90c'c dei ricorsi ». Adesso, secondo il dott. Colucci, sia i comitati provinciali di Campobasso e Isemia. sia quello regionale, hanno stretto i freni. Ma. ormai, i più sono passati nella categoria invalidi, le nuove domande sono poche. «La pensione di invalidità — dice il vicesindaco Adalberto Cufari — ha avuto una sua funzione politica: non c'erano posti di lavoro e si ripiegava sull'assistenzialismo. Adesso, fortunatamente, ci sono altre prospettive». La regione ha incominciato a riscuotersi dal suo torpore nel 1971. con la nascita dello stabilimento Fiat di Termoli (circa 3300 dipendenti dei quali, ili questo periodo. 500 in cassa integrazione). Sono arrivati, dal Nord, altri imprenditori e via via è nato un primo polo industriale termolese, cui è seguito quello di Isernia-Venafro e. adesso, sta concretizzandosi quello di Campobasso-Boiano. L'esempio deg'i imprendi- tori esterni è stalo recepito con prontezza e capacità dai medi e piccoli industriali e dagli artigiani molisani che hanno saputo dare nuovo impulso alle loro aziende ampliandole e aggiornandole secondo le più moderne tecnologie. Una quota importante dell'attività industriale è tenuta dai mollili e pastifici, ■aziende tradizionali in questa terra. «La Molisana* dei fratelli Cartone, ad esempio, è a livello europeo, produce 2 mila quintali di pasta al giorno. Poi ci sono industrie chimiche, con tecnologia avanzatissima: allre nel settore lattiero-caseario. nei marmi, nella ceramica. Tra il '73 e 181 il tasso di crescila del prodotto lordo è stato, nel Molise, supcriore al 5r'f mentre quello nazionale si è limitato al 2.6ri. E' una risalita, seppur faticosa, verso le quote di reddito delle regioni più avanzate. Nei primi Anni Settanta il reddito prò capite nel Molise era pari al 62% di quello medio nazionale. Ora è salito al 73%. -Questa crescita è stata determinata anche dall'alto tasso di investimento delle opere pubbliche — dice il dott. Plorindo D'Aimmo (do. assessore regionale ai lavori pubblici ed ex presidente della giunta regionale —. Le molte infrastrutture pubbliche hanno costituito un fatto trainantecon effetti propulsiti per tutta l'economia». A D'Aimmo preme sottolineare che la Fiat, dopo il suo insediamento in Molise, ha potuto constatare in questa terra un clima sociale di collaborazione e un'efficienza di servizi in tutto il bacino della manodopera, che si traducono in termini positivi di produttività. «E infatti adesso sta già costruendo un nuoro stabilimento per i motori e cambi Fiat-Peugeot, con un investimento di 789 miliardi che consentirà di assorbire tutti i dipendenti in cassa integrazione e altre 500 unità». In Molise si avvertono squilibri economici tra le fasce costiere e certe arce interne depresse. L'amministrazione regionale (è de, pri. psdi ed ora sta per aprire al psi) ha predisposto un progetto pilota per un riequilibrlo attraverso interventi organici sulle infrastrutture, la difesa del suolo, lo sviluppo dell'agricoltura, la creazione di aree attrezzate per l'artigianato, l'agriturismo, 1 parchi naturali. Prevede una spesa di 374 miliardi in tre anni, finanziata per il 50 per cento dalla Comunità europea. _ _ Remo Lugli

Persone citate: Adalberto Cufari, Boiano, Colucci, Lucio Colucci, Plorindo D'aimmo