L'avventura del cuore «nuovo»

L'avventura del cuore «nuovo» Dal primo, clamoroso trapianto di Barnard, oltre quindici anni fa, alla grande illusione del dentista Clark L'avventura del cuore «nuovo» U 2 dicembre 1967. giorno di Santa Viviana martire, un malconcio droghiere fu portato nella sala operatoria dell'ospedale Groote 8huur di Città del Capo. Christian Barnard. allora illustre sconosciuto, capeggiò 12 specialisti durante un intervento chirurgico di tre ore: 11 cuore malato del droghiere fu rimosso e sostituito con uno sano, tolto a una donna di ventiquattro anni appena spirata (era giunta all'ospedale in fin di, vita per un disastroso incidente d'auto). Notizia clamorosa, l'intervento riuscì. Si trattava del primo trapianto di cuore al mondo. 11 fatto che il droghiere fosse morto di polmonite dlciotto giorni più tardi non bastò a spegnere gli entusiasmi e le speranze di tanti cardiopatici gravi, sotto ogni cielo. Le stesse speranze si sono ravvivate esattamente quindici anni dopo, ossia tre mesi fa, alla notizia che un cuore artificiale di plastica e metallo era stato piantato «con successo» nel petto di un dentista americano, Barney Clark. I precedenti — Il chirurgo statunitense Alfred Blaloclc era stato forse il primo ad affondare — con effetti positivi — il bisturi nel cuore d'un uomo. Era il 1944, tempo di guer ra mondiale, quando altre drammatiche notizie occupavano giornali e trasmissioni radiofoniche. Blalock corres se una malformazione cardiaca congenita In un bambino altrimenti destinato alla morte. Fra le poche persone che seppero dell'intervento, vi fu rono gli specialisti che ne apprezzarono la carica scientlfi ca rivoluzionaria: e 1 profani che rabbrividirono al pensie ro dell'organo sacro — sede della vita e dei sentimenti secondo una vecchia tradizione letteraria e religiosa — manipolato, rabberciato, ricucito. In segreto — Prima di Barnard. altri chirurghi inter vennero radicalmente sul cuore umano e non tutti dettero pubblicità alle operazlo ni, per ovvi motivi. Fra coloro che non ebbero timore di confessare 1 propri insuccessi va annoverato James Hardy, che nel 1964 prelevò a uno sfortunato scimpanzè il cuore e lo trapiantò a un ancor più sfortunato paziente, morto un'ora dopo. Era andata un' po' meglio nel 1964 al già celebre De Bakey, quando aveva tentato d'innestare un ventricolo artificiale parziale esterno in un cardiopatico, sopravvissuto 40 ore all'intervento. La febbre — Ma fu dopo l'operazione compiuta da Barnard nel 1967 che scoppiò la febbre dei trapianti di cuore. Il chirurgo sudafricano lasciò passare qualche giorno dai funerali del droghiere e quindi operò un dentista bianco, dalla faccia simpatica, che so- prawisse 19 mesi grazie al cuore donato da un mulatto, in barba al razzismo sudafricano. Oli statunitensi mordevano il freno, il loro mastodontico potenziale scientiflco-f lnanziario non era valso a ottenere la primogenitura nel campo del trapianti cardiaci. Perciò cercarono di ricuperare 11 tempo perduto. Nel giro di un anno, fra il 1968 e 111969, eseguirono circa cento trapianti, gran parte del quali a Palo Alto in California, dove operava 11 gruppo di Shumway (maestro di Barnard), a New York, a Houston. E nel mondo altri gruppi di chirurghi — se ne contarono 73 In 19 Paesi, compresa l'India — seguirono l'esempio. Da Londra a Montreal, da New Delhi a Parigi, l'intervento era divenuto quasi di routine. De Gaulle — Raccontano che 11 generale De Gaulle in persona, dopo le esperienze di Barnard e degli americani, sollecitò con decisione i cardiochirurghi francesi a non essere da meno. Lo presero in parola, cominciarono la pratica dei trapianti. Il 27 novembre 1968 operarono Emmanuel Vltria (che oggi ha 62 anni) fornendogli 11 cuore di un soldato ventenne morto in un incidente stradale. Vltria è l'uomo che è sopravvissuto più a lungo a un trapianto di cuore: finora sono 14 anni e mezzo. «E pensare che l'anno scorso — racconta — sono scivolato uscendo dall'ascensore di casa mia a Marsiglia. Mi sono fratturato una gamba e un gomito, ho fatto 42 giorni di ospedale, ho subito un intervento in anestesia durato quattro ore per ridurre le fratture Statistiche — Nel 1979 l'a¬ mericano Norman Shumway, che forse è lo specialista con la più cospicua casistica di trapianti al mondo, ha pubblicato sul BHtish Medicai Journal un bilancio della sua decennale attività: dal 1968 al 1978 il suo gruppo ha compiuto 150 trapianti di cuore, 11 62 per cento degli operati ancora viveva alla fine del 1979. Se nel primo anno d'attività ope¬ ratoria la sopravvivenza superava 1 dodici mesi soltanto nel 22 per cento dei casi, ora Shumway ha fatto salire quell'Indice aii'80 per cento. La bella realtà costituita da Emmanuel Vltria è comunque un'eccezione, tanche se risultati sempre migliori—sostiene Shumway — si vanno registrando grazie a un'accurata selezione dei cardiopatici riceventi e grazie a sofisticate terapie che contengono sempre i. più efficacemente i fenomeni di rigetto. Direi che chi riceve un nuovo cuore oggi può ragionevolmente attendersi S anni di vita assicurata in più.. Cuore artificiale — Soprannominato Hurricane per 11 suo Incontenibile dinamismo, nell'aprile del 1969 Den-' ton Cooley Impiantò un cuore di plastica a un paziente nell'ospedale di Houston. La protesi funzionò per 65 ore, poi fu necessario un trapianto di cuore umano con l'eliminazione dt quello artificiale. Ma 11 malato mori lo stesso, nel giro di tre giorni. I sostenitori della protesi cardiaca comunque presero coraggio proprio a partire dagli Anni 70. Lowell T. Harmison, supervisore del programma americano per 11 cuore artificiale, nel 1974 sostenne che entro dieci anni si sarebbero potute cominciare le applicazioni sull'uomo. Se nel trapianto di cuore umano c'è 11 problema del rigetto e la ricerca molto difficile del donatore «ad altissima omogeneità., per U cuore artificiale «permanente» i guai sono d'altro tipo: è soprattutto necessario Impedire la distruzione del globuli rossi a contatto con materiale «estraneo». Materiali — Dunque, i ricercatori sono Impegnati a risolvere questo problema preliminare, che consiste nella fabbricazione di protesi con sostanze 11 più possibile con¬ geniali, diciamo cosi, all'organismo. E gli studi In questo campo fervono anche tenendo conto degli insuccessi delle nuove strade Intraprese nel trapianti di cuori umani (come quella ancora una volta clamorosamente seguita da Barnard nel 1977: il cuore di una donna sostituito con quello di un babbuino. La paziente mori tre ore dopo). Situazione •— Che il cuore artificiale, almeno temporaneamente, possa funzionare è comunque dimostrato. Nel 1977, una donna è vissuta per due giorni affidandosi unicamente a un cuore artificiale. L'intervento è avvenuto al Kantonospltal di Zurigo, eseguito dal professor Marco Turlna. il cuore artificiale era stato fabbricato dall'Ingegnere torinese Roberto Boslo, che continua a dedicare ogni suo sforzo al perfezionamento della sua già eccezionale realizzazione. La donna ha vissuto per 48 ore con 11 cuore artificiale di Boslo, mentre veniva «riparato» U suo cuore malato. Era stata infine dimessa guarita. Caso che faceva bene sperare, almeno fino al trapianto ultimo, quello conclusosi malamente di Barney Clark. Consuntivo — Dal giorno In cui Barnard annunciò il primo trapianto di cuore sono passati quindici anni e mezzo, e le statistiche dicono che nel mondo sono stati eseguiti altri 732 Interventi del genere. Negli ultimi tempi la sopravvivenza media degli operati — stando al cardiochirurgo Shumway — è di cinque anni; ciò grazie alle via via più raffinate tecniche In uso. Ma il progresso della scienza, Inevitabilmente, passa anche attraverso molti Insuccessi e qualche gratuita spettacolarità. La prossima notizia destinata a stupire 11 mondo verrà probabilmente, ancora una volta, dagli Stati Uniti: un neurochirurgo di Cleveland, Robert White, ha dichiarato d'essere sul punto di compiere l'incredibile, il «trapianto super», la sostituzione di un cervello umano. Franco Giliberto Sali Lakc City. Bamey Dark, il 1° dicembre scorso, 112 giorni prima della morie, entra nella sala operatoria del Medicai Center dell'Università dello Utah dove riceverà il cuore artificiale