Parigi: con Mauroy due superministri guidano la battaglia dell'austerità di Paolo Patruno

Parigi: con Mauròy due superministri guidano la battaglia dell'austerità Nel nuovo governo ministri ridotti da 34 a 14, quelli del pc da 4 a 2 Parigi: con Mauròy due superministri guidano la battaglia dell'austerità Delors (il duro negoziatore di Bruxelles) ha assunto i tre dicasteri economici - Beregovoy, «fedelissimo» di Mitterrand, gestirà i delicati rapporti con sindacati e padronato - Le «assenze» più clamorose: Chevènement (sinistra socialista) e l'ex responsabile della Cultura Lang, la cui uscita di scena appare finora misteriosa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — n «Mauroy ili. sarà un .governo di combattimento». Ma non è affatto chiaro ancora chi guiderà, in realtà la battaglia del rigore economico. Analizzando la lista del membri della nuova compagine, si può rilevare infatti una netta suddivisione di ruolo al vertice. Mauroy. primo ministro della cosidetta .sinistra profonda», è considerato il garante politico della coalizione, ben accetto in linea teorica da gran parte dei socialisti e anche del partito comunista. Jacques Delors, che lo segue immediatamente nell'ordine protocollare, assomma i tre dicasteri del Bilancio. Economia e Finanze e appare in definitiva come un primo ministro-bis. 11 vero pilota della politica economica e sociale in questa fase cruciale della presidenza socialista. Ma appunto per garantirsi anche sul fronte sociale. Mitterrand ha elevato di grado nella scala gerarchica un terzo super-ministro, il suo «fedelissimo» Beregovoy, al quale restano affidati gli Affari sociali e la Solidarietà nazionale, ossia i delicatissimi rapporti con sindacati e padronato, l'equilibrio dei conti sociali. La novità più appariscente, dunque, è la radicale contrazione del governo rispetto al precedente (14 ministri contro 34). Ma altri due fattori si sono imposti subito all'attenzione. Primo: l'esclusione a sorpresa di Jean-Pierre Chevènement. ministro dell'Industria e della ricerca e capofila della corrente di sinistra del ps. Secondo: la parallela riduzione della presenza comunista al governo, scesa da quattro a due ministri. Ambedue questi episodi celano importanti retroscena. Per mesi, Chevènement è sta¬ to considerato l'astro nascente nel firmamento mitterrandlano. Il favore presidenziale era culminato nell'.eredità» del ministero dell'Industria, lasciato dal vecchio Dreyfus. patron della Renault e affidato a Chevènement, che abbinato al dicastero della Ricerca costituiva un .dipartimento» governativo da far Invidia, dotato di fondi e d'ambizioni sul quale lo stesso Mitterrand puntava molto per le nuove tecnologie d'avanguardia. Ma d'improvviso la stella di Chevènement è divenuta evanescente; il leader dell'ala filo-marxista del ps ha rivelato infatti una tendenza al centralismo e alla burocratizzazione nelle nuove società nazionalizzate che il Presidente non ha gradito, preferendo' una gestione concorrenziale con 1 gruppi privati. Inoltre Chevènement era pubblicamente favorevole a una linea economica protezionistica, neo-isolazionista, in pratica anti-europeistica in seno al governo e si era scontrato nelle ultime settimane con il tandem Mauroy-Delors. Ma Mitterrand ha finito per scegliere questa seconda via e ha rimproverato pubblicamente il suo ministro. Di qui le inevitabili dimissioni e il rifiuto di Chevènement di accettare un incarico secondario nel nuovo governo. Secondo fattore, la presenza comunista al governo. Con un gabinetto ristretto alla metà era scontata un'analoga riduzione dei dicasteri affidati al pcf. Due soli ministri sono quindi rimasti al loro posto, Fiterman ai Trasporti e Rigout alla Formazione professionale. I comunisti, sottoposti a una costante erosione elettorale, non possono permettersi d'abbandonare il governo se proprio non sono spinti fuori. Ma una crisi è ipotizzabile invece all'interno del partito socialista, dove gli amici di Chevènement (la corrente del Ceres) sono pronti a contrastare nell'imminenza del congresso del ps il rigore economico e la scelta europeista del tandem Mauroy-Delors. Questo conflitto in prospettiva metterà quindi alla frusta la compattezza del nuovo governo, imbottito di «fedelissimi» di Mitterrand. Sono stati infatti confermati Defferre (Interni), Cheysson (Esteri), Hernu (Difesa), Badinter (Giustizia), Savary (Educazione), Quillot (Urbanismo) mentre Fabius è stato promosso all'Industria e Ricerca e Edith Cresson ha scambiato l'Agricoltura con il Commercio estero (abbandonato dal dimissionario Jobert) cui è stato abbinato il Turismo. Infine. Michel Rocard è stato allontanato dal limbo della Pianificazione e gettato nella mischia, alla guida del ministero dell'Agricoltura, dove metterà a rude prova quel bagaglio di popolarità che fa ombra a Mitterrand. L'unico estraneo alla coali¬ zione ps-pcf, dopo la partenza del «democratico» di centro-sinistra Michel Jobert, è rimasto quindi il radicale Crepeau. Ma è probabile che la prossima nomina dei sottosegretari consenta qualche recupero, come quello di Jack Lang, ad esempio, intimo di Mitterrand ed ex ministro della Cultura, misteriosamente eliminato dal nuovo governo. La cultura sacrificata al rigore economico? Per un intellettuale che si eclissa, provvisoriamente, un altro ne sbuca: lo scrittore Max Gallo, promosso sottosegretario, sarà il portavoce del governo. Paolo Patruno

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