Ancora 36 ore di suspense in Francia poi Mitterrand ridisegnerà il governo
Ancora 36 ore di suspense in Francia poi Mitterrand ridisegnerà il governo Salgono a Parigi, dopo la tempesta monetaria, le quotazioni di Delors Ancora 36 ore di suspense in Francia poi Mitterrand ridisegnerà il governo Le clamorose dimissioni di Jobert (Commercio Estero) hanno scosso la maggioranza, ma l'Eliseo ostenta sicurezza - Mauroy potrebbe restare alla guida dell'esecutivo e gestire la terza fase del rigore economico DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Le dimissioni a sorpresa del ministro del Commercio Estero Michel Jobert. domenica mattina, non hanno rappresentato l'elemento di fissione per l'attesa reazione a catena, ossia per un generale rimpasto, o mutamento del governo Mauroy. «// primo ministro non ha affatto presentato le dijnissioni» assicuravano ieri nell'austero Hotel Matignon, dove Mauroy ha fatto la spola da Lilla durante il week end e ieri, convocato una sola volta all'Eliseo per un breve colloquio con il presidente Mitterrand In partenza per il Consiglio europeo di Bruxelles. E dal palazzo presidenziale, in assenza del capo dello Stato, hanno fatto eco assicurando che, «se sarà il caso», Mitterrand parlerà dell'eventuale rimaneggiamento ministeriale nel suo discorso alla Tv di domani sera. Ancora 36 ore d'attesa, dunque, per svelare il mistero sul nuovo governo. Ma Parigi è pervasa da una febbre di voci, indiscrezioni, anticipazioni, insomma da una -campagna d'intossicazione* che 1 commentatori più anziani ricollegano al clima della Quarta Repubblica, quando 1 go- verni si facevano e si disface vano tra tradimenti all'Interno dei partiti, lotte di correnti e manovre di corridoio. DI migliorato, se si vuole, rispetto al dopoguerra, c'è adesso la Costituzione della Quinta Repubblica, che fa del preslden te il dominatore assoluto del destino politico del Paese per sette anni. Ma la personalità di Mitterrand, segreta, gelosa del propri disegni, concorre a render più piccante In queste ore il senso del mistero che circonda le sorti del governo Mauroy. Dunque, nelle ultime settimane si era detto che la testa del primo ministro era appesa al risultato delle municipali. Poi, dopo la sconfitta non catastrofica della sinistra, si era pronosticato che la sorte di Mauroy era legata alla trattativa monetaria di Bruxelles. «Non sarò l'uomo della tersa svalutazione* aveva intempestivamente annunciato il primo ministro prima che l'Eliseo mettesse a punto insieme con il ministro delle Finanze Delors la sua tattica contrattuale sul franco. E adesso che svalutazione, seppur minore, c'è stata, Mauroy se ne andrà davvero? La risposta sta naturalmente nella mente rit Mitterrand, ma le conseguenze di politica interna messe in luce dai risultati delle trattative di Bruxelles rendono problematica una permanenza di Mauroy all'Hotel Matignon. In queste ore che precedono il discorso televisivo alla nazione di Mitterrand, al ministero delle Finanze si sta infatti mettendo a punto quel piano di rigore (cioè rinforzato) che Mauroy aveva recisamente escluso di voler applicare, quel programma che alla ricerca di un reale risanamento della Francia socialista mirerebbe a abbinare rigore economico e austerità sociale. Insomma, | dopo questa terza svalutazio¬ ne, 11 governo della sinistra sarà chiamato secondo gli esperti a richiedere maggiori sacrifici a una fascia ben più larga di popolazione. Certo Mitterrand potrà infiorare con belle parole questo discorso di accresciuto rigore economico e sociale, potrà garantire al 'peuple de gauche* la fedeltà agli Impegni assunti nell'Bl, potrà assicurare una maggiore giustizia sociale. Ma 1 sacrifici, anche se ripartiti, rimarranno, per tutti. E l'incognita resta oggi legata alla disponibilità di Mauroy di guidare anche questa terza fase del settennio mitterrandlano, dopo l'iniziale -stato di grazia» distributivo e la prima tappa del rigore. Oggi 1 comunisti presenteranno un loro *piano di risanamento* In linea con gli Impegni assunti con 11 ps nel giugno dell'81 per 11 loro ingresso nel governo Mauroy. Ma la stessa sinistra sociali¬ sta è inquieta e il governo dà prova in queste ore di una notevole Indecisione e incoerenza. Il ministro degli Esteri Cheysson, in un'intervista poi -rettificata,, alla Washington Post aveva infatti riconosciuto 11 fallimento della politica governativa intesa a provocare una espansione limitata entro le frontiere nazionali. Ma 11 suo collega Jobert se ne è andato, sbattendo clamorosamente la porta. Paolo Pa truno
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