Via Grossi 15: storia di una delibera

Via Grossi 15; storia di una delibera Via Grossi 15; storia di una delibera Il Comune decise il 21 dicembre di acquistare l'immobile della società di Zampini De Leo ne parlò a Novelli solo in gennaio? - L'ultimo «si» doveva darlo il prefetto Stabile di via Tommaso Grossi 15. di proprietà della società «Programma immobiliare» di Zampini. Su di esso verte una tranche dell'inchiesta giudiziaria contro alcuni amministratori comunali. Ci sono stati interessi privati, esterni o interni al Comune, soldi o promesse di tangenti a Tizio e a Caio? Lo dovrà accertare la magistratura. Ma intanto qual era la trafila burocratica della famosa delibera, quali passaggi obbligati essa ha percorso? Ecco una sintetica storia. 20 dicembre '82: l'assessore Sclcolone riferisce alla giunta che la società proprietaria dei due fabbricati (6319 metri . quadrati) si è detta disponibile alla cessione, chiedendo 5 miliardi e 640 milioni, n Comune ha bisogno dell'immobile per 'servizi di interesse collettivo», il 27 ottobre ha chiesto all'Ufficio tecnico erariale una stima dello stesso, la risposta è arrivata il 27 novembre, va bene per 4 miliardi e 750 milioni ^valutazione fatta sulla consistenza reale»). La società ha accettato la diminuzione, purché la stipulazione dell'atto avvenga entro il 30 giugno di quest'anno. La giunta valuta positivamente le condizioni: -eque ed accettabili, poiché consentiranno alla città di avere l'immediata disponibilità del complesso». La proposta dell'assessore è accolta, con votazione segreta. Stabilisce le modalità, anzitutto sul complesso non devono risunltare vincoli di nessun genere. In aggiunta al prezzo va calcolata l'Iva, 855 milioni, più spese e oneri di indicizzazione per un totale complessivo di 6 miliardi e 110 milioni. Il finanziamento dovrà essere richiesto ad un Istituto da stabilire. La spesa è subordinata al mutuo. La proposta di delibera della giunta viene approvata all'unanimità il 21 dicembre '82, dal Consiglio comunale (57 consiglieri presenti). Il Coreco (Comitato regionale di controllo) successivamente ap- prova («nulla rileva») il 28 gennaio '83. L'atto finale (sempre che 11 Comune nel frattempo abbia ottenuto il mutuo per finanziare la deli' bera) spetta al prefetto che deve emettere il decreto che autorizza l'acquisto, su parere favorevole della Giunta provinciale amministrativa, In base alla legge del 21 giugno 1896 e relativo regolamento. Quest'ultimo passaggio non è mai avvenuto. «Comunque — si dice in prelettura — non c'erano i presupposti per perfezionare l'acquisto, perché mancava il finanziamento con mutuo. Il Comune intanto non ha avuto alcun danno. La richiesta di esame da parte della Gpa è arrivata dall'assessore competente Scicolone solo il 22 febbraio, poi è scoppiato lo scandalo». Ma non era stata bloccata la delibera? «Non è mai state fermata, se non dalla mancanza di fondi». Ma Novelli poteva fermarla? «/{'«induco dice che l'ing. Deleo dell'Intergraph andò a parlargli quattro volte, ma soltanto a gennaio accennò all'affare di via Grossi». Antonio De Vito

Persone citate: Antonio De Vito, Deleo, Novelli, Scicolone, Zampini, Zampini De Leo