Argentin o Visentini per una «Sanremo» nuova di Gian Paolo Ormezzano

Argentili o Visentin! per una «Sanremo» nuova CICLISMO Un pronostico che è anche un desiderio nel mondo delle corse italiano ed internazionale Argentili o Visentin! per una «Sanremo» nuova Si corre oggi la 74" «classicissima di Primavera» - Fra i cari- didati al successo anche lo sprinter Bontcmpi - Gli stranieri DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Non si deve dire ad alta voce e scriverlo è molto rischioso perà la MilanoSanremo n. 74, in programma oggi per294 chilometri, può e forse deve essere quella della grande svolta nel nostro ciclismo. Ieri, alla puneonalura, nel giardini pubblici di Milano, quelli di fronte alla Villa Comunale, pieni di sole e di colf straniere alcune già abbronzate altre — le somale — ancora colorate nonostante l'inverno lungo, tutti abbiamo fatto finta che la Sanremo e il ciclismo, il ciclismo e la Sanremo, siano sempre Maser Hinault Saronni Raas Knetemann, vecchi signori (è tale anche Sarónni, venticinquenne e un pento, per logorio del personaggio) con sempre giovani voglie. E' stata insomma la solita commedia della vigilia, in essa hanno avuto battute anche Baronchelli e Contini, due da corse a tappe, perciò ufficialmente tesi a dire che puntano al Giro d'Italia, e a dirlo con tale insistenza da fare anche pensare a un bluff. Ma c'è tutta una Milano-Sanremo per adesso di seconda istanza, di seconda battuta, diciamo pure di seconda mano, che potrebbe svilupparsi oggi, e cambiare il ciclismo, o un bel po' del ciclismo. Non c'è neppure bisogno, per auspicarla, di scomodare la salita della ^pressa. Questa salita è al km, 272,4 dunque vicino al traguardo, è secca anche se breve, porta in neanche 6 chilometri da lungomare a quota 249, insomma è da decisione. Inaugurata l'anno scorso non fu manco avvertita dal corridori, che erano in fuga dal km. 8 sotto la pioggia: vìnse la Sanremo un certo Gomez, francese di origini tre quarti spagnole un quarto arabe, diluì non si era parlato mai prima e non si parlò mai dopo, anche perché il successo gli era stato regalato da una caduta giù dal Poggio, dunque già dentro Sanremo, dal compagno di fuga Bondue, altro francese, figlio del direttore del velodromo di Roubatxe dunque con stimmate da velocista. Per la Sanremo che pensiamo e magari vogliamo noi, non conta la Cipressa non conta il Poggio. Conta caso mai la corsa intera (fuga lunga di Vlsentlnt, con scrematura progressiva), conta caso mai l'ultimo chilometro (sortita da un gruppo o gruppetto di Argentili). Ci buttiamo su questi due nomi anche se Visentini, che ha appena finito di vincere la Tirreno-Adriatlco, dice di voler correre prò Bontcmpi e se Argentin schieea dal gradasso al timido come una pallina spedita qua eia, in un bigliardino dagli impubi elettrici. Se poi vince Maser felicissimi, se vince Saronnl contentissimi, se vince Hinault soddisfattissimi perché è pur sempre un successo dello sport. Però per avere qualcosa di nuovo e scriverlo e magari farlo leggere da gente nuova, non dai «otiti ciclo/ili scatarranti ricordi e suggenti attualità che sa di muffa non appena è prodotta, dobbiamo credere nei due di cui abbiamo detto o caso mai in Bontcmpi (velocista, in Gavazzi atletico).'E se deve vincere uno straniero meglio Kelly che Raas, meglio Vanderaerden, il belga cocco bello di Merckx, che Kneteman. Meglio Lemond l'americano che Willem* il belga meglio il domani dell'oggi. Una via di mezzo potrebbe essere De Wolf: belga gióvane stipendio italiano della Bianchi-Piaggia garanzia che se vince a Sanremo poi al Giro -striscia, come gregario di Contini ma anche alla Bianchi-Piaggio debbono capire che De Wolf primo a Sanremo, dove fra l'altro ha già vinto una volta, non è un enorme affare per il ciclismo italiano. Visentin! o Argentin dunque per un nuovo respiro, sennò è la solita arto, o sono sospiri. Saronni per la verità alla terza Sanremo e dopo tre secondi posti (1978-1979-1980) e il titolo mondiale, Ita una specie di diritto-dovere di vincere. Porta però la maglia iridata, con la quale soltanto Binda Merckx Qimondl hanno vinto in via Roma. E poi porta una specie di scimmia sulla spalla, una volta mandrillo nemico, adesso bertuccia amica, però sempre scimmia. Maser. Il quale a sua volta vuole vincere lui che a Sanremo non ha mai vinto e neppure ha mai quasi vinto. I due adesso ufficialmente non nemici dovrebbero almeno risparmiarci l'odio manfrinistico. Ieri a Milano sole, sorrisi, festa del ritrovarsi dopo Tirreno-Adriatico, Parigi-Nizza e giri del campanile. Oggi possibilità che i primi 100 chilometri siano ai SO all'ora, decisi così dalla mafia per capire e per capirsi. Gian Paolo Ormezzano 'éBEBL M Roberto Visentini è atteso ad una grande prova