Gibilisco,addio sogni di gloria

Gibilisco,addiosogni digloria Gibilisco,addiosogni digloria La sconfìtta con Cusma è eloquente: meglio non pensare a Mancini ATon è la prima volta che una difesa volontaria di un titolo, contro uno sfidante teoricamente di comodo, si rivela un trabocchetto per il campione troppo sicuro. E' successo in passato a.Valerio Nati, che fu spodestato da Fossati, a Clinton McKenzie che dovette cedere il primato, per vn disgraziato colpo basso, al mediocre Cambini, si è ripetuto giovedì sera a Capo d'Orlando ai danni di Gibilisco, troppo convinto evidentemente di aver vita facile contro l'ex campione d'Italia Lucio Cusma per non sperare che la potenza di pugno gli bastasse per risolvere il match. Forse le voci di una possibile sfida in autunno con Ray .Boom Boom* Mancini lo hanno distratto impedendogli di valutare quale fosse il vero pericolò affrontando un avversarlo dal fisico integro e ricco di potenza oltre che di vitalità atletica, che già gli aveva imposto un pareggio qualche anno fa: il rischio era appunto quello di veder spuntata l'arma della potenza e di dover .cercare di vincere il match al punti, pun¬ tando tutto sul fondo atletico. Ed è qui che Gibilisco è clamorosamente mancato, confermando limiti di tenuta fisica che erano già stati evidenziati in passato, Gibilisco ha scontato insamma l'handicap del picchiatore puro, abituato a vincere in fretta e dal fisico non temprato alla prospettiva di una maratona sull'intera distanza delle dodici riprete. Lucio Cusma, più determinato, fiducioso in se stesso più di quanto gli altri lo fossero in lui, gli ha , rubato subito l'iniziativa intimorendolo con rabbiosi ganci sinistri. La decisione di Gibilisco di abbandonare nell'intervallo prima dell'ultima ripresa è stata quindi una mossa saggia, inevitabile da parte di chi si sentiva ormai sull'orto del k.o. E'una disavventura, non un tramonto, perché Gibilisco merita senz'altro la rivincita. Ma è anche un ridimenstonamento eloquente: a «Boom Boom» Mancini, che picchia allo stesso modo dal primo all'ultimo round, è meglio non pensare.

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