Pink Floyd, una sinfonia rock in memoria della pace perduta di Marinella Venegoni

Pink Floyd, una sinfonia rock in memoria della pace perduta Presentato a Milano, in contemporanea mondiale, «The final cut» Pink Floyd, una sinfonia rock in memoria della pace perduta DAL NOSTRO INVIATO SPtCÌAU MILANO — Quattro anni .dopo The wall, i Pink Floyd tornano. Lo fanno a modo loro, con un colpo a effetto che in tempi ormai stufi di impegni rilancia la musica di protesta, o> quella comunque che cosi si diceva alcuni anni fa. Scoppi paurosi di bombe, voli radenti di aerei da guerra, radio militari gracchiami e voci povere di uomini s'incrociano nella musica di questo The final cut («il taglio finale>), una sinfonia a 33 giri nervosa, angosciata, angosciosa, di gran perfezione formale, che chiama ossessivamente in causa Maggie Thatcher e la guerra delle Falklànd-Malvinas, Breznev e l'invasione dell'Afghanistan, Begtn e Beirut, ReaganeHalg. Il sottotitolo dice «Requiem per il sogno del dopoguerra», e il filo Inquieto, tormentato di disperazione e paure che avvolge il lungo racconto musicale dei Pink Floyd si è come intrecciato l'altra sera tutt attorno a questa nostra povera Terra: il disco, infatti, è stato presentato in contemporanea in tutto il mondo, con un tentativo di far combaciare le ore. Ma loro, i Pink Floyd, non si son fatti vedere da nessuna parte, fedeli alla riservatezza che in questi anni si son coltivata attorno. Hanno evitato così anche le domande sulla fuga di uno di loro, Richard Wright, il tastierista, che molla misteriosamente il gruppo 15 anni dopo l'altra fuga di Barrett, il mitico «pazzo* che lanciò la band. Nell'industria della musica massificata, i Pink Floyd sono ormai una perfetta azienda mactnamlliardi: a parte Beatles e Rolllng Stones, nessuno quanto loro ha piazzato milioni e milioni di dischi in tutto il mondo (se ne contano più di 5 nella sola Italia), e The dark side of the moon è il solo Lp nella storta della musica incisa che sia in classifica negli Usa Ininterrottamente dalla sua uscita, dieci anni fa. Artefice di The final cut è stato Roger Waters, mente del Pink dopo Barrett. E visto che son passati quattro anni da The wall, c'è anche una sorpresa tecnologica per non deludere la loro immagine d'instancabili sperimentatori in sala di registrazione: è l'olofonia, un brevetto macie In Italy che ha appena debuttato e già McCartney sen'è Impadronito per il suo prossimo disco. Si 'intuba- la musica, per consentirne un ascolto tridimensionale: spiegano gli Inventori che il metodo consente di riprodurre esattamente ciò che l'uomo sente: ma soltanto se ci sono due casse speciali, o se ci si mette la cuffia. Il magnetismo ipnotico e avvolgente della musica Pink bombarda di sensazioni struggenti, e insieme rilassanti, la tragica fissità del «tutto è perduto». Chiarissima la parentela con The wall, nella cifra stilistica e nel tema ricorrente dell'angoscia. Ma questo Lp è meno accattivante e meno nuovo, non è un'opera da discoteca, va ascoltato In silenzio. Qui, non c'è proprio niente da ballare. Questo è rock da camera. I Pink Floyd tornano, a 13 anni da Atom heart mother, all'uso della grande orchestra, la National Philharmonic diretta da Michael Kamen; hanno poi un sax, di Raphael Ravenscroft, che dà i brividi quanto le incursioni aeree e gioca U difficile esercizio di tener le note sulla stessa tonalità della voce di Waters. Chi ha visto il film The wall non potrà non ricordare il bimbo orfano della guerra: è lut, ora cresciuto, che vede infranto il sogno del dopoguerra, tradito dai conflitti di tutto il mondo. Il disco avrebbe davvero bisogno di un suggello video: ma per ora i Pink non ci pensano punto, chiusi nelle loro ricche e orgogliose case d'Inghilterra. Marinella Venegoni Il b Nk M lc[pdu(dlp Il batterista Nick Mason e Roger Waters autore e cantante nel disco presentato ieri

Persone citate: Breznev, Maggie Thatcher, Michael Kamen, Nick Mason, Raphael Ravenscroft, Richard Wright, Roger Waters, Waters

Luoghi citati: Afghanistan, Begtn, Beirut, Inghilterra, Italia, Milano, Usa