«La mia famiglia, 65a vittima di quella sciagura»

«La mia famiglia, 65" vittima di quella sciagura» ! * — ; A colloquio con Linda Capella, moglie del gestore dello Statuto, che ieri è tornato a casa «La mia famiglia, 65" vittima di quella sciagura» ! * — ; Il marito Raimondo, dopo un mese al reparto detenuti delle Molinette, ha ottenuto gli arresti domiciliari - «E' dimagrito di venti chili, non mangia, ha sempre negli occhi quelle immagini e piange, senza trovare pace» •La nostra famiglia è la 65° vittima di quell'enorme sciagura*. Con voce rotta. Linda Capella, moglie del gestore del cinema Statuto, parla del ■ dramma che da un mese ha colpito anche lei e i suol cari. Ieri il marito, Raimondo, ha lasciato 11 reparto per detenuti alle Molinette, dove era piantonato da oltre un mese, ed è tornato a casa. E' agli arresti domiciliari. La tragedia del 13 febbraio con 1 suoi 64 morti ha lasciato un segno profondo su quest'uomo già sofferente di cuore. .5' dimagrito di 20 chili — conferma la moglie — ed è in .uno stato psicologico spaventoso. Non riesce a mangiare •niente. Piange sempre, non si ■dà pace per quello che è accaduto. E'sprofondato in un baratro senea fine*. Linda Capella ricorda poi le 64 vittime, ■ la voce si incrina: «/I mio pensiero è sempre rivolto a loro, e .soprattutto ai famigliari che non potranno mai dimentlca- . re quel giorno maledetto. Tra i •morti c'erano anche molti nostri conoscenti*. E' una donna molto religio¬ sa, e proprio la fede l'ha aiutata in questo mese senza fine. Nel momenti più bui l'ha sorretta l'amore del tre figli. Linda Capella ricorda quel 13 febbraio: «Una domenica come tante. Il pranzo in allegria, poi Raimondo che va al locale, e infine il dramma*. Il marito è a letto ma non dorme. Lei dice: 'Raimondo riesce ad assopirsi solo per pochi minuti, ma anche in quel brevi istanti i suoi occhi sono fissi su quella scena tremenda, il fumo, le fiamme, i morti*. Raimondo Capella, difeso dagli avvocati Badelllno e Bla vati, è accusato di disastro colposo e omicidio plurimo. Le stesse accuse contestate all'operatore del cinema, Antonio Iozzia, a piede libera Lunedi scorso Iozzia, difeso dall'aw. Rossomando, è stato interrogato dal giudice istruttore Caselli. Al magistrato ha ripetuto che era stato assunto come operatore e che non toccava a lui controllare le uscite di sicurezza della gallerìa (come sostiene, invece, 11 gestore). Sulle comunicazioni giudiziarie inviate nei giorni scorsi da Caselli si sa che sono In tutto sei: sono state spedite ai membri della Commissione prefettizia di vigilanza che materialmente parteciparono al sopralluogo nel febbraio '81, e concesserò poi l'agibilità del cinema. Nino Pietropinto