«Possa venire a Torino almeno ora»

«Possa venire a Torino almeno ora» «Possa venire a Torino almeno ora» L'augurio di una donna che vide Umberto all'ostensione del '31: «Ha pagato abbastanza» Commenti nei bar e negli uffici, qualche bandiera alle finestre - Ma anche distacco C'è chi lo ricorda, ancora giovane, im, petti to, la bella divisa di principe ereditario nella navata centrale del Duomo. Era 111031, per l'ostenslone della Sindone. Accanto Maria José. «Un ragazzo, teso, nervoso*: è il ricordo di una lettrice, una delle tante che ieri pomeriggio hanno telefonato al giornale. La prima notizia in chiusura del telegiornale delle 13,30. L'annunciatore: •L'ex re Umberto, ricoverato in una clinica di Ginevra, sarebbe morto*. Era vero. Centinaia di telefonate: •Come, quando?*. Tutti volevano sapere, conoscere. A sottolineare l'affetto che Torino ha conservato, per motivi storici; all'ex monarca e alla sua famiglia •Lo rividi due anni dopo, nel 1933, per l'ultima ostensione della Sindone, quella per ricordare il XIX centenario della resurrezione di Cristo —. E' ancora l'anonima lettrice —. Poi gli anni difficili. Sei anni dopo, la Sindone fu portata all'abbazia di Montevergtne, vicino ad Avellino, nascosta, per evitare possibili danni. La guerra era alle porte. Con le sue brutture, le sue tragedie. Di noi tutti. Non vidi piti ilprincipe ereditario*. Divenne re nel maggio '46: ma era a Roma, distante dalla «sua Torino*. E fu re per tre settimane. Non ebbe neppure i il tempo di tornare nella capitale tori-: nese. «Ma la città lo ricorda*, aggiunge; un altro lettore. Bandiera a mezz'asta in corso Vittorio Emanuele 65, sede dell'Unione monarchica. Chiediamo notizie a una segretaria, verso le 16: .Non so nulla, aspettiamo notizie da Ginevra*. Ma la voce è roca. La bandiera, a lutto, viene esposta sul balcone verso le 18.30. quando la conferma è oramai ufficiale. Nei bar se ne paria. Sommessamen-1 te : - La ci Uà è piena di storia sabauda. £ poi, in tutte queste ultime settimane, la notizia della sua malattia, il desiderio di poter tornare in Italia, rivedere la sua' Torino*. Qualcuno commenta: .Già, poveretto, ci teneva tanto*. C'è chi, con indifferenza, domanda: «Ma per cosa è morto?*. Risponde un altro: «Da agosto girava da una cllnica all'altra. Prima a Londra, un mese fa il trasferimento a Ginevra. Sembrava potesse riprendersi. Poi l'aggravarsi della malattia*. Una lettrice: -Abito nella zona della Gran Madre, una chiesa particolarmente amata dalla famiglia reale. Ho l ca¬ pei» grigi, mia nonna mi ha parlato di tempi e stagioni oramai lontane. Umberto I che passeggiava in via Po, fino a piazza Vittorio. La nostra chiesa, il nostro santuario, è stato costruito attorno al 1830, a ricordo del ritorno in Piemonte di Vittorio Emanuele I, dopo l giorni trascorsi in Sardegna durante l'invasione napoleonica. Fu inaugurato nel ISSI e i lavori furono portati a termine dai Savoia, perché il Comune aveva esaurito i fondi*. C'è all'Ingresso, sul portale principale, una scritta che ricorda que stl avvenimenti. C'è chi vuole testimoniare l'affetto, che legava 1 torinesi alla famiglia reale. Ancora una lettrice, Maria Martinelli 67 anni: «Ero piccolina, ma di quel periodo ho in ricordo indelebile: sul letto del miei genitori un'immagine sacra, con Gesù Bambino, San Giuseppe e la Madonna. Nella parete nord della casa, la foto del re Vittorio Emanuele III, la regina Elena, Umberto adolescente con le sorelle*. Una domanda: 'Potrà tornare a Torino, almeno ora che è morto. Potrà essere sepolto a Superga?*. Franco Badotato Ezio Mascarlno

Persone citate: Come, Elena, Franco Badotato Ezio Mascarlno, Gesù Bambino, Maria José, Maria Martinelli, Savoia, Umberto I, Vittorio Emanuele I, Vittorio Emanuele Iii