I cinesi lasciano Mosca Forse falliti i negoziati

n »»#.•*•; ....'.Mila. «S> Q • BjB I cinesi lasciano Mosca Forse falliti I negoziati Improvvisa partenza di Quian Quichen per Tashkent n »»#.•*•; ....'.Mila. «S> Q • BjB I cinesi lasciano Mosca Forse falliti I negoziati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — I delicati colloqui sovietico-clnesl potrebbero già essersi conclusi, alla chetichella, con un nulla di fatto: la cortina di riserbo eretta da Mosca e da Pechino attorno alle consultazioni avviato il r marzo impedisce di capire se la partenza dalla capitale sovietica del capodelegazione cinese, il viceminlstro degli Esteri Qlan Qichen, se gni la rottura delle trattative o rappresenti invece nulla più che una breve parentesi di riposo dopo 16 giorni di lavoro. Da mercoledì sera, a quanto ha riferito la stessa agenzia Tass, Qlan Qichen è a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan sovietico, la città in cui Leonid Breznev offri nel marzo dello scorso anno 11 prima ramoscello d'ulivo alla Cina del dopo-Mao. Tornerà a Mosca? 'Certamente», rispondono all'ambasciata cinese. Ma è una risposta ovvia, scontata: sebbene Tashkent sia nel cuore asiatico dell'Urss, solo da Mosca partono gli aerei per la Cina. A una domanda più precisa, e cioè se i colloqui di Qlan Qichen con 11 vice-ministro degli Esteri sovietico Leonid Illchev riprenderanno nei prossimi giorni, i cinesi ridiventano impenetrabili: »Noi non l'abbiamo detto». In ambienti diplomatici occidentali si tende a accreditare l'ipotesi che la seconda tornata del dialogo sovletico-clnese, dopo quella dell'ottobre scorso a Pechino, si sia di fatto conclusa, e che il perdurante silenzio ufficiale voglia semmai mascherare un nulla di fatto, una battuta d'arresto del lento e difficile processo di normalizzazione fra le due superpotenze del comunismo. Il comunicato della Tass riferisce che Qlan Qichen si tratterrà quattro giorni a Tashkent. Non si può perentoriamente escludere che le consultazioni riprendano lunedi prossimo, ma può apparire più che una coincidenza il fatto che 11 vice ministro degli Esteri cinese abbia affrontato questo viaggio nelle province, proprio come Ilichev a Pechino a conclusione dei colloqui di ottobre e prima di rientrare a Mosca. Potrebbe trattarsi, oggi come allora, di un espediente per dare alla conclusione della visita una sfumatura 'turistica» e diluire le amarezze di eventuali - anzi, inevitabili - contrasti negoziali. Ma se dopo gli incontri di Pechino i cinesi Indicarono' come grande successo la decisione di riprendere il negoziato a Mosca, neppure questo è emerso finora dal Cremlino. Un fallimento totale, sempre ammettendo che 1 colloqui si siano conclusi? Nulla è più probabile. I cinesi avevano fatto sapere, a mezze parole, di voler sollevare questioni ritenute •intoccabili» dal sovietici, e cioè l'Afghanistan, la Cambogia e — più recentemente —11 prò blema dei missili SS-20 eventualmente ritirati dal teatro europeo. Su tali argomenti lo scontro non può essere stato che aspro, a quanto si osserva in ambienti diplomatici; tanto aspro, si aggiunge, da poter cancellare o impedire quanto di positivo si sarebbe potuto concludere sulla questione delle frontiere, consistente soprattutto nella riduzione delle forze militari schierate lungo i confini fra 1 due Paesi. f.gal.

Persone citate: Leonid Breznev, Qichen, Qlan Qichen, Quian