Amodio danza la seduzione e si danna con Don Giovanni

Amodio danza la seduzione e si danna con Don Giovanni lili viaggio nel mito realizzato dalFAterballetto Amodio danza la seduzione e si danna con Don Giovanni REGGIO EMILIA — Avevano già fatto danzare Don Giovanni, ma non su musica di Mozart. Nel Settecento, prima del capolavoro operistico del salisburghese, Gluck aveva approntato un balletto sul .Burlador de Sevilla» con coreografia dell'italiano Gaspa ro Angiolini. Ora un altro coreografo italiano, Amedeo Amodio, ha -nuovamente affrontato il mito dell'eterno seduttore con Là ci. darem la mano sulle parole di Lorenzo Va Ponte del grande duetto mozartiano Don Giovanni Zerlina. <* E' la più impegnativa produzione della stagione dell'A terballetto di cui Amodio è appunto direttore, un lavoro di grande impegno musicale, poiché raccoglie—oltre a musiche mozartiane — anche variazioni sui grandi temi del Don Giovanni di Saverio Mercatante e di Chopin (appunto su Là ci darem la mano; e di Beethoven sulla maliziosa aria delle Nozze di Figaro, Se vuol ballare signor contino. L'idea è quella della .seduzione nell'opera e nel sinfonismo mozartiani* vista attraverso personaggi-emblematici, non soltanto Don Giovanni, ma anche Cherubino e Figaro. Sulle variazioni per flauto di Mercadante, Don Giovanni si presenta in abito scarlatto da grande di Spagna in uno spazio scenico che è l'immagine speculare dello stesso teatro municipale di Reggio Emilia: palchetti rosso-dorati, grandi panneggi. Lo scenografo Pasquale Grossi ha approntato una messinscena di grande gusto e suggestione, molto funzionale nella scena delle .Nozze di Figaro, con siparietti e con quinte mobili nel quadro sinfonico. Lo stesso Amodio affronta il protagonista nella scena della seduzione di Zerlina, la danzatrice orientale Mai Tran Thi, mentre il giovane Alessandro Molin, vera personalità emergente dell'Aterballetto, diventa la sua controfigura sulla musica di Chopin, Amodio declina coreograficamente una tecnica classicomoderna, stavolta senza cedimenti, addirittura persino troppo rispettosa degli archetipi, segnatamente di Balanchlne e di Ashton nel quadro condotto sulla .sinfonia concertante. K. 364. Nelle Nozze di Figaro, invece, le suggestioni della commedia dell'arte sono abbastanza scoperte nelle schermaglie incrociate conte-con-1 tessa (Marc De Graef e Patrizia Natoli), Figaro-Susanna (Jean-Marc Vossel e Alessandra Di Pierro) e Cherubino (il guizzante Marc Renouard) come deus ex machina del gioco. Infine nella scena conclusiva l'immagine del Commendatore (René Lejeune, uno dei migliori e più fedeli esponenti della compagnia) si alterna con quella simbolica di £ros- Thanaios (Lesìey Tunstall) per sprofondare in un inferno metafisico come una piazza di De Chirico, il libertino, vinto e sedotto dalla stessa morte. L'eccellente interpretazione della compagnia di dama e la corretta esecuzione musicale dell'orchestra .Arturo Toscanini, diretta dallo Specialista britannico David Garforth hanno procurato vivi consensi da parte del pubblico che gremiva il teatro. Luigi Bossi

Luoghi citati: Reggio Emilia, Spagna