May una grande voce per Brecht e Berlino

May, una grande voce per Brecht e Berlino Al Gobetti rinterprete della canzone tedesca May, una grande voce per Brecht e Berlino TORINO — Un discreto pubblico si è radunato al Teatro Gobetti per applaudire Oisela May, la grande interprete della canzone-tedesca, che qui terminava la sua nuova tournée italiana: uno spettacolo che, meglio annunciato e magari inserito in uno del normali circuiti di concerti, avrebbe dovuto esaurire qualche più vasta sala. Con la sua bella faccia quadrata da tedesca, con le movenze flessuose da pantera (un po' florida ma sempre pantera), con la voce profonda e potente da capitana delle SS (irrobustita con sapiente sfruttamento del microfono), arrotando le erre e spiccando imperiosamente gli accenti di quella lingua co«l ricca di consonanti, l'artista ha ripassato una buona parte della canzone politica di Brecht musicata da Kurt Welll e da Hanns Elster. L'accompagna un complessino perfettamente calibrato di cinque strumentisti — pianoforte, chitarra elettrica, batteria, tromba e saxofono, o clarinetto, o flauto — in arrangiamenti un po' liberi, il cui sound si rivela meglio adatto alla seconda parte del programma. Dove si procede a una carrellata sulla canzone berlinese tra le due guerre .(con una punta fino al primo anteguerra col celebre Unter den Linden di Kollo), comprendente anche un omaggio a Marlene Dietrich attraverso alcune celebri canzoni del suo repertorio, . dovuto alla vena felice di Friedrich Holiander. La forte personalità di Gisela May riesce a imporre anche sulla scena d'un teatro, e per di più austeramente neoclassico come il Gobetti, ancora popolato per i vecchi torinesi dalle ombre auguste di Cortot e di Lotte Lehmann, l'edonismo di queste canzoni, che in verità richiederebbero il contatto ravvicinato, il tramestio, il cozzar di bottiglie e bicchieri d'un fumoso cabaret alla Berliner AlexanderplaUt. Poi el fa ritorno ancora alla canzone politica, con un palo d'amare ballate di Eisler sulla disoccupazione operaia e sul razzismo segregazionista, infine chiusura del vasto e generoso programma, sempre illustrato in buon italiano dalla May, con due canzoni di Gunther Fischer, uno del componenti il quintetto .strumentale, che sono una testimonianza d'affetto per Berlino. Fuori programma ancora una celebre ballata dell'Opera da tre soldi e una Canzone, della pace di Brecht, forse anche autore delia semplice cantilena, m. m. Gisela May in un momento del recital dedicato in gran parte alla canzone politica di Brecht

Luoghi citati: Berlino, Torino