Il Csm può giudicare se stesso? Stamane il «plenum» con Pertini di Giuseppe Zaccaria

Il Csm può giudicare se stesso?il «plenum» con Pertini Il Consiglio superiore della magistratura sotto inchiesta per peculato Il Csm può giudicare se stesso?il «plenum» con Pertini L'annuncio dato ieri sera dal Quirinale, dopo una lunga giornata di consultazioni - Dal tribunale fanno sapere che le comunicazioni ai vari enti (tra cui Regione e Provincia di Roma) avrebbero raggiunto la cifra di 250 ROMA — Questa mattina, alle 9,30, Sandro Pertini presiederà una delle più difficili riunioni plenarie che mai 11 Consiglio superiore della magistratura abbia tenuto, il caso non ha precedenti, Investe sfere cosi complesse ed equilibri tanto delicati da rimanere, di fatta aperto a qualsiasi soluzione. Non a caso, quello che nel giorni scorsi sembrava un annuncio quasi scontato è stato dato dal Quirinale solo nella serata di ieri, dopo una lunga giornata di consultazioni. Nella mattinata, Pertini aveva incontrato il vicepresidente del Csm, De Carolis, e subito dopo il presidente del Senato, Modino, il primo presidente della Cassazione, Mirabella 11 procuratore generale, Tamburrlno. Questi ultimi due, anche componenti con De Carolis del •comitato di presidenza» del Csm che la legge Impone venga ascoltato alla vigilia di decisioni importanti. Ma davvero un'indagine come quella della Procura di Roma, fondata su presunti sperperi, può condurre il Consiglio superiore all'.Impeachment., dunque allo scioglimento? Dal tribunale, fanno sapere che le comunicazioni giudiziarie ai vari enti (tra cui Re¬ gione Lazio e Provincia di Roma) avrebbero già toccato la cifra record di 250 (anche se, finora, si ritrova traccia solo di una cinquantina di questi •avvisi»). L'attacco, insomma, si fa sempre più duro. Non occorrono molte altre parole per spiegare quanto Importante si riveli. In questo quadro, l'intervento che Sandro Pertini compirà quest'oggi. Per tutto 11 pomeriggio di ieri, al Consiglio, i gruppi si sono consultati e nella tarda serata tutti i componenti «làici» e togati hanno discusso con il vicepresidente De Carolis della situazione e del modo di uscirne. Affrontare, nella riunione di oggi, il tema dei trenta avvisi di reato per peculato spediti dalla Procura (e trovarsi dunque nell'impossibilità, per mancanza della maggioranza richiesta, di assumere alcun provvedimento), o evitare di farlo? Rischiare un'ipotetica incriminazione per interesse privato In atti d'ufficio (un Csm che decide su se stesso) o l'accusa, non meno grave, di omissione degli stessi atti? A giudizio del senatore democristiano Silvio Coco il Consiglio «non ha il dovere di deliberare sulla situazione che si è verificata. Qualunque cosa voglia dirsi della comuni- cazione giudiziaria, questa non conferisce a chi la riceve la qualifica di imputato, e la legge prevede che si può essere sospesi dal Csm solo quando si diventa imputati.. Per il repubblicano Battaglia e 11 liberale Bozzi, che hanno rivolto un'Interpellanza al ministro di Grazia e Giustizia, il Consiglio deve essere difeso. Per 11 missino Tripodi, che si è ri voi - to al presidente del Consiglio, dovrebbe Invece essere sciolto. Una situazione nella quale Pertini può difendere il Consiglio solo senza attaccare la Procura (che, fra l'altro, sembra l'avesse Informato preventivamente di quanto stava per accadere, attraverso una visita al Quirinale del procuratore capo G al lucci). Evidentemente, le lunghe consultazioni tenute Ieri al Quirinale sono servite a cercare una soluzione: ma solo questa mattina, quando il presidente si slederà intorno al gigantesco tavolo rotondo di Palazzo dei Marescialli, sarà possibile scoprire se e come l'attuale Csm potrà uscire da questa incredibile «impasse». I rilievi al modo In cui la magistratura romana ha condotto l'indagine si Infittiscono: perché, si domandano alcuni, non è stata la Procura generale a proseguire direttamente l'Inchiesta che aveva aperto? In Procura rispondono con l'argomento opposto: se davvero 1 rilievi fossero stati cosi marginali, non avrebbe la Procura generale archiviato 11 caso, anziché trasmetterlo all'ufficio di Galluccl? Dietro l'accavallarsi delle tesi, si scorgono, sempre più definiti, gli schieramenti: ed è sempre Più chiaro che qualunque conclusione possa avere il «caso Csm., il vero problema resta quello delle battaglie personali che si continuano a condurre attraverso i codici. Oggi, l'intrico polltlco-istltuzionale costruito intorno alla «guerra del tramezzino» avrà forse una prima risposta. In Procura, pur nel silenzio ufficiale del protagonisti di questo attacco, sembra di capire che i giudici sono pronti a far seguire altre accuse a quelle riferite a pranzi e buffet. E c'è anche un episodio marginale a rivelare fino a che punto, in questa storia, l'applicazione rigorosa della legge si mescoli alla mancanza di senso delle proporzioni. Nel giorni scorsi un consigliere provinciale, colpito da comunicazione giudiziaria, aveva obiettato: «Ma noi il caffè {'avevamo offerto anche a un giudice Per la precisione, a un giudice, Orazio Savia, e ad un commissario, Gianni Carnevale, lo stesso che oggi indaga sugli sperperi. Risposta ufficiale: «£' vero; ma né il 0iud.ee né il commissario fecero indagini per stabilire se a pagare fu il funzionario ohe li aveva ospitati, o se la spesa veniva messa in carico dell'amministrazione.. Giuseppe Zaccaria

Luoghi citati: Lazio, Roma