Zimbabwe, gestazione del terrore

Zimbabwe, gestazione del terrore Dall'isolamento politico alla fuga di Joshua Nkomo, leader dell'opposizione nell'ex Rhodesia e un tempo alleato del premier Zimbabwe, gestazione del terrore Il vecchio nazionalista è entrato nel Botswana travestito da donna (non aveva più passaporto) riuscendo a «seminare)» la vigile po- , lizia del premier • Da mesi era oggetto di accuse e inchieste, la sua libertà era ridotta quasi a zero - Mugabe non gli ha perdonato là denuncia delle atrocità commesse dai soldati nel Matabeleland (3 mila uccisi) - Come è stato deciso di «liquidare» i dissidenti NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE BULAWAYO—A Pelendaba, sobborgo popolare di Bulawayo, la grande casa tutta bianca di Joshua Nkomo era vuota da alcuni giorni, porte sprangate e tende tirate. Rischia di restare vuota a lungo, poiché 11 decano del nazionalismo dello Zimbabwe, che ha oggi 66 anni, ha di nuovo scelto l'esilio, anche se «in via provvisoria: 'Dov'è Joshua?* si domandavano tutti. La risposta è arrivata mercoledì scorso attraverso un comunicato della presidenza della Repubblica del Botswana: .// dottor Nkomo è giunto nel Botswana ieri pomeriggio. Ha intensione di rimanervi temporaneamente e di esplorare i mezzi adatti a contribuire a risolvere la situazione nel suo Paese. Durante il suo soggiorno, non avrà contatti con la stampa». SI ignora dove esattamente si trovi Nkomo. Secondo il ministro degli Interni del Botswana, TJshewokunze, l'ospite ha attraversato 11 confine travestito da donna su una Land Rover, e si è poi presentato al- le autorità del Paese a Mphoengs, vicino a Francistown. Il ministero degli Esteri dello Zimbabwe ha confermato che Nkomo, cui tre settimane fa era statò ritirato 11 passaporto, ha lasciato 11 Paese 'illegalmente; e che non ha chiesto asilo politico nel Botswana. Il ministro dell'Informazione, Shamuyarira, ha accusato il leader di •diffondere menzogne all'estero sullo Zimbabwe, per scoraggiare gli investimenti: Domenica scorsa, durante una conferenza stampa clandestina nella quale annunciò che il premier Mugabe aveva 'dato ordine di ucciderlo: 11 capo dell'opposizione nell'ex Rhodesia disse: 'Non lascerò mai lo Zimbabwe. Ho una sola patria». Non ha mantenuto la parola, e ha tenuto ben nascosti i suoi piani. Martedì, attraverso un emissario, aveva fatto sapere ai giornalisti presenti a Bulawayo che li avrebbe nuovamente incontrati la sera stessa. Questo stratagemma diversivo è riuscito con i poliziotti in borghese che si aggirano nei grandi alberghi a caccia di notizie, e gli ha agevolato la fuga. La decisione del vecchio nazionalista Indica un chiaro deterioramento del confronto aperto che da un anno l'oppone a Mugabe. Nkomo credeva davvero che la sua vita fosse in pericolo? Molti ne dubitano. Altri fattori hanno influito sulla decisione. Da alcuni mesi il capo della Zapu aveva le mani sempre più legate. La sua liberta d'azione era ridotta al minimo, il suo partito non poteva più indire riunioni, centinaia di militanti della Zapu erano in carcere senza processo. Due suoi ex luogotenenti, Masuku e Dabengwa, entrambi accusati di tradimento, vengono giudicati da un mese dall'Alta Corte (ora le udienze sono state sospese), Il regime non aveva perdonar to a Nkomo la conferenza stampa del 28 gennaio, quando per primo il leader dell'opposizione denunciò le atrocità commesse nella provincia del Matabeleland dalla 9* brigata dell'esercito. I ministri e i giornali hanno inasprito gli attacchi contro Nkomo, chiedendo il suo arresto e la «liquidazione» del suo partito. Inoltre, Nkomo era oggetto di molte inchieste, con la minaccia di almeno 4 imputazioni. Lo si accusava di aver fatto 'dichiarazioni sovversive; di aver violato la legislazione sul commercio di pietre preziose e di aver tentato di violare il controllo dei cambi. Tutti i mezzi, anche squallidi, sembravano validi per screditarlo e renderlo inoffensivo. E questa determinazione astiosa di rovinarne la reputazione faceva fare a volte dichiarazioni approssimative, anche contraddittorie. Quando, alla meta di febbraio, impedirono a Nkomo di andare a Praga per una riunione del Consiglio mondiale della pace, dopo aver trattenuto 11 leader per otto ore all'aeroporto di Bulawayo, il ministro della Sicurezza lo accusò di voler lasciare il Paese sotto falso nome, cosa tanto ridicola quanto infondata. Malgrado tutto, però, i ponti tra Nkomo e Mugabe non erano completamente tagliati. OH ex alleati si erano visti due volte negli ultimi mesi; una commissione mista Zapu-Zanu, comprendente tre esponenti di ciascun partito, era persino stata fondata in gennaio, e, si prevedevano nuovi incontri. Le cose sono cambiate a meta di quel mese: durante una riunione del Comitato Centrale della Zanu, il partito al potere, una schiacciante maggioranza si è pronunciata a favore dell'escalation della repressione. Mugabe ha avallato 11 giro di vite, irritato, sembra, dal fatto che gli oppositori schernivano l'autorità e la credibilità del regime. L'esercito ha avuto carta bianca per 'schiacciare una volta per tutte i dissidenti; come ha detto 11 mi¬ nistro di Stato per la Sicurezza. Sekeremayi. Da quel momento, la lotta contro l'opposizione ha cambiato metodi. Sino alla fine dell'82, la caccia ai dissidenti, affidata ai commando antiguerriglia, aveva avuto solo 1 tipici «sconfinamenti» contro la popolazione civile. L'ingresso in scena della 5' Brigata, una unita autonoma addestrata dal nordcoreani. da 11 «via» a una campagna sistematica del terrore nel Nord della provincia. Molte le testimonianze sulle atrocità commesse dalla 5' Brigata per almeno tre settimane consecutive, più o meno dal 20 gennaio al 15 febbraio, e sono concordati e schiaccianti. Omicidi a sangue freddo, stupri, uccisioni di donne, vecchi e bambini, mutilazioni, annegamenti, incendi di villaggi. I soldati della 5* Brigata, riconoscibili dal berretto rosso e dal fucile AK47, non hanno esitato di fronte a ogni sorta di atrocità contro i civili disarmati per spezzare il morale di una popolazione in odore di simpatie per la dissidenza. La missione della brigata non era tanto cercare i ribelli, quanto lacerare il tessuto umano che, secondo 11 governo, faceva loro da protezione. Ogni responsabile locale della Zapu veniva considerato sospetto e assimilato a un potenziale ribelle. Quindi, occorreva distruggere l'infrastruttura politica del partito. Un colono mi ha raccontato episodi precisi di esecuzioni esemplari» di dirigenti della Zapu davanti alla gente dei loro villaggi I soldati avevano liste di nomi II terrore non dipendeva certo dall'indisciplina di pochi, da qualche «testa calda». La 5' Brigata, per esempio, aveva ordine di non molestare assolutamente 1 coloni bianchi, consegna fatta rispettare scrupolosamente dagli ufficiali. Secondo valutazioni fatte in base alle notizie ricevute dalle varie missioni religiose, sono state uccide fra mille e 3 mila persone. Inoltre, il governo ha interrotto le forniture di farina di mais, che è qui l'alimento-base, in vaste areee colpite per il secondo anno consecutivo da una grave siccità e minacciate dalla carestia. Secondo il quotidiano Herald di Harare, gli abitanti di alcuni villaggi •sospetti» sono costretti a nutrirsi di erbe. Il vescovo anglicano di Bulawayo, Robert Mercer, ha chiesto a Mugabe che le azioni dell'esercito siano oggetto di un'inchiesta imparziale affidata a Amnesty International o alla Croce Rossa. Ma, ci ha detto, «non ho ancora ricevuto risposta: □ vescovo cattolico della citta ha scritto una dura lettera al premier, con testimonianze e fatti precisi. Dodici organizzazioni, tra le quali la Commissione Giustizia e Pace, un tempo punta di lancia contro 11 regime di Ian Smith, sono state ricevute su loro richiesta da Mugabe, al quale hanno espresso preoccupazione. La Commissione aveva già redatto un rapporto in novembre, e ne prepara un secondo sugli eccessi dell'esercito. Jean-Pierre Langellier Copyright «Le Monde» e per l'itali a «La Stampa»

Luoghi citati: Botswana, Pelendaba, Praga, Rhodesia