Se il delfino dirà «Buon giorno»

Se il delfino dirà «Buon giorno» UNA POLEMICA TRA SCIENZIATI: I CETACEI POSSONO «PARLARE»? Se il delfino dirà «Buon giorno» John Lilly, celebre studioso del comportamento dei delfini, sostiene d'essere riuscito a colloquiare in inglese con due esemplari: Joe e Rosie - Ora vuole lasciarli liberi nell'oceano perché comunichino ai loro simili i messaggi umani - Ma altri specialisti lo accusano: «Non si attiene più a una corretta sperimentazione scientifica» - Le prove d'uno psicologo SAN FRANCISCO — Tuffarsi in mare e sentirsi dire da un delfino di passaggio: Buon giorno signore, benvenuto in acqua, stia Attento che c'è un pescecane nella zona», è qualcosa che, a. guanto pare, non aveva finora raccontato nemmeno la fantascienza. Tuttavia un'avventura del genere po-> irebbe capitare in un futuro non lontano, stando alle notieie rese pubbliche nei giorni scorsi da uno dei più famosi studiosi del mondo fra gli esperti di questi simpatici cetacei, peraltro contestato dalla stragrande maggioranza dei suoi collcghi. Si tratta del dott. John Lilly che, con l'assistenza di sua moglie Toni, da oltre ventanni conduce ricerche sui delfini. A lui fra l'altro si debbono alcune delle più interessanti scoperte degli ultimi tempi su tali mammiferi. Il nome del coniugi Lilly divenne famoso negli anni scorsi per uno stupefacente film, U giorno del delfino, da loro stessi ideato e interpretato. Con quella pellicola il pubblico potè vedere per la prima volta le mirabili capacità di apprendimento dei delfini, che il dottor Lilly non esita a definire «gli umani del mare». Lo studioso, dopo aver lavorato come neurofisiologo al National Instìtutes of Health (per intendersi, gli istituti corrispondenti al nostro della Sanità), si dedicò alla zoologia marina e in particolare alle indagini sul comportamento dei delfini. Buona parte delle sue esperienze le ha condotte nel famoso acquarlo di Marine World a Redtoood City in California, dove lavora ancora. In una enorme vasca di addestramento, Lilly e la moglie sono riusciti a insegnare cose -sorprendenti a due delfini, Joe e Roste, che rispondono con esattezza agli ordini ricevuti, si presentano fuori dall'acqua una volta chiamati per nome, vanno a cercare e recuperare un og getto nascosto in fondo alla vasca e lo consegnano nelle mani dell'Istruttore con molta maggiore rapidità e precisione di quanto Imparano a fare t cani piii intelligenti. Tutto questo è ben noto agli studiosi e anche al pubblico. Ma Joe e Rosie, a quanto af- fermano il dott. Lilly e sua moglie, hanno imparato il linguaggio umano (ovviamente l'inglese) e sarebbero addirittura in grado di conversare e di comunicare i messaggi umani agli altri loro simili nell'oceano. no poi in grado di sopravvive-, re sia per l'incapacità di prò-, curarsi il cibo sia per la mancanza di addestramento a sfuggire ai predatori. «L'uomo che parla col delfini», cosi ormai viene definito il dottor Lilly, non si preoccupa di quanto dicono i suoi avversari; sostiene che'è pronto a liberare i suol amici acqua liei per mandarli a portare messaggi sulle buone Intenzioni dell'uomo a tuta i loro simili per t mari del mondo. Lo studioso ha dichiarato ai giornalisti d'aver promesso la liberta a Joe e Rosie e di voler mantenere la parola data. Ma quali esperienze ha fatto e quali metodi ha usato Lilly, insieme con la moglie, per mettersi in comunicazione coi delfini? Per la verità il ricercatore, che ora ha 68 anni da tempo non pubblica più .articoli su riviste scientifiche ed è in notevole disaccordo con i suoi colleghi. Ha scelto, strade del tutto personali per le indagini scientifiche; si è dedicato anche a filosofie orlentalt e ha dichiarato che da ora in poi vuole dedicare la sua vita alla esplorazione delle «verità Interne» e delle altre verità naturali. A tal proposito uno degli specialisti nello studio dei cetacei, Ken Norris dell'università californiana di Santa Cruz, ha detto fra l'altro: «Tutti noi dobbiamo molto al dottor Lilly. E' stato lui a farci capire 1 meccanismi di emissione dei suoni da parte del delfini ed è stato ancora lui a farci capire 1 tipi dei linguaggi sonori e gestuali di questi animali. Ma poi egli è andato fuori dalla corretta sperimentazione scientifica; ha detto e scritto cose che sono molto lontane dalla obiettività, e da quello che la critica scientifica pretende per l'accertamento dei risultati». Qualche anno fa lo stesso dottor Lilly fu al centro di una notevole controversia quando dichiarò che i delfini, il cui cervello, anatomicamente, è piii grande di quello umano, possiedono intelligenza ed emettono i loro suoni a imitazione della voce umana. Comunque non poche persone (anche se fra esse sono quasi assenti scienziati veri) giurano sul delfinologo e sui suoi risultati. Da due anni molti seguono i coniugi Lilly e li aiutano nelle esperienze che li avrebbero condotti a superare quella che secondo loro è la barriera di incomunicabilità fra le varie specie viventi. Il lavoro per il quale lo studioso sostiene di essere arrivato a colloquiare in lingua inglese con l delfini lo riferi in una recente conferenza a Berkeley lo stesso autore. Egli parla al mammiferi acquatici attraverso una specie di calcolatore elettronico battezzato Digitalker che rompe le parole trasformandole In impulsi sonori che vengono trasmessi agli animali a una più elevata frequenza attraverso un altoparlante subacqueo. Captati i messaggi i delfini risponderebbero emettendo i loro rumori particolari, che vengono ascoltati da un microfono (anch'esso posto in acqua) e udibili attraverso un altoparlante al bordo della vasca dove vivono Joe e Rosie. A Berkeley, Lilly ha detto che in un primo momento era riuscito a mettersi in comunicazione con i delfini nientemeno che per mezzo di percezioni extrasensoriali. Poi t delfini lo avrebbero redarguito e lui ha interrotto il rapporto. «Nel giro di cinque minuti, sono parole del dottor Lilly, l'apparecchiatura collegata al microfono subacqueo emise In perfetto inglese la frase: buttami la palla (per giocare, n.d.rj*. d no risposto sull'Oceanie Magatine scrivendo che «geneticamente, anatomicamente e sul plano del comportamento 1 delfini non sono più umani del mare di quanto gli uomini siano delfini dell'aria. I delfini costituiscono un gruppo di mammiferi acquatici "intelligenti" e sociali che hanno avuto una loro propria evoluzione durata almeno cento milioni di anni». Lo studio dei cetacei è importante perché delfini e balene rappresentano un meraviglioso adattamento al loro ambiente marino, certo meno /onorevole ai mammiferi di quanto lo sono l'aria e l prati fioriti. Sul delfini comunque, ■sostengono tutti gli scienziati, sappiamo ancora troppo poche cose sia per quanto riguarda la loro vita sociale e il loro comportamento sia per quanto riguarda il loro sistema di comunicazione. Indub'blamente quando questi untinoli incrociano in branco gli oceani emettendo i più diversi tipi di suoni (dal fischi ai gridi) comunicano fra loro come del resto fanno molti altri tipi di animali, ma quelio che si chiama linguaggio umano è tutta un'altra cosa. Comunque al di fuori del contestato ^progetto Gianom (cosi vengono indicate le ricerche di Lilly) un altro gruppo di studiosi che opera nel laboratorio di mammiferi acquatici dell'Università delle Hawaii sta da anni facendo esperienze col cetacei. Qui lo psicologo Louis Herman ha addestrato due delfini, Phoenix eAkeakamat, a comprendere almeno trenta parole ciascuno (sempre col sistema computerizzato che si è appena detto) e centinaia di.frasi fatte con tali parole. Per esempio viene ordinato ad uno di prendere un cerchio in fondo alla vasca e di portarlo all'altro in superficie, di riprendere lo stesso oggetto o altri oggetti diversi in su e in giù, in lungo e in largo, da un bordo all'altro dell'enorme piscina dove vivono. Essi ubbidiscono anche ai più diversi ordini che riguardano i più difficili esercizi nelle condizioni in cui vivono. Questi due delfini riconoscono anche i nomi dei vari ricercatori e dei diversi oggetti — cerchi, cesti, palloni, dischi e così via—coi quali vengono eseguiti gli esperimenti. Insomma, la capacità di apprendimento dei delfini è veramente notevole (comparabile a quella delle scimmie) ma da questo a parlare di linguaggio di tipo umano c'è un abisso incolmabile. Se il dottor Lilly non fornirà le prove di guanto dice (e la stragrande maggioranza degli scienziati non crede che ce la farà) l'Idea di una chiacchierata coi simpatici del/ini resperà un sogno. I- Giancarlo Masini Redwood City (California). Il dottor Lilly con la moglie Toni «parlano» con un delfino dell'acquario «Marine World»

Persone citate: Cruz, Giancarlo Masini, John Lilly, Louis Herman, Norris, Redwood

Luoghi citati: Berkeley, California, Phoenix, Redtoood, San Francisco