Costo del lavoro, fiducia al governo «Violate le intese» protesta Merloni di Luca Giurato

Costo del lavoro, fidùcia al governo «Violate le intese» protesta Merloni Il tormentato provvedimento deve essere ancora approvato dal Senato Costo del lavoro, fidùcia al governo «Violate le intese» protesta Merloni Durante il dibattito a Montecitorio introdotte due modifiche all'intesa Confindustria-sindacati: sul collocamento obbligatorio e sulle assunzioni nominative - Gli industriali: «Svuotano la portata e il significato dell'accordo» ROMA — Con l'ormai tradizionale comparsa del «franchi tiratori» (in 43 hanno teso il loro agguati? approfittando dello scrutinio segreto dopo quello palese) la Camera ha votato ieri la fiducia al governa Subito dopo, ha approvato 11 tormentato provvedimento sul costo del lavoro, che passa ora al Senato per la definitiva conversione in legge. Ma questa vicenda del costo del lavoro non ha pace. Due modifiche Importanti agli accordi tra governo. Imprenditori e sindacati hanno provocato una immediata, dura reazione della Conf industria. Le modifiche approvate dalla Camera riguardano il collocamento obbligatorio e le assunzioni nominative. Secondo un comunicato della Confindustria, m/anno venire meno le ragioni per le qtialt le intese erano state raggiunte, svuotandone la portata e il significato: •Questo svuotamento — aggiunge — riguarda in particolare le disposizioni in materia di collocamento obbligatorio e di assunzioni nominative'. Per quest'ultimo aspetto, la Confindustria osserva che il decreto legge ha dato luogo ad oltre ottomila assunzioni in un solo mese, «dimostrandosi quindi particolarmente efficace mentre le pastoie burocratiche introdotte con il decreto lo priveranno di efficacia'. •La Confindustria — con- elude la nota — fa presente a governo e sindacati che hanno firmato le intese del 22 gennaio insieme all'organiszazione imprenditoriale che l'accordo era da considerarsi un insieme organico e che, pertanto, le modifiche apportate fanno venire meno le ragioni per le quali esso era stato raggiunto: Dopo questa nota, chi prevedeva un dibattito tranquillo al Senato rimarrà deluso. An che se la realtà polltlco-parla- mentare di Palazzo Madama è meno carica di trabocchetti di quella della Camera. Pantani dovrà quasi certamente ricorrere al quarto voto di fiducia da quando è presidente del Consiglio. E' un curioso destino, questo di Fanfani. Solo qualche mese fa, quando era presidente del Senato, tirò pubblicamente dal suo alto scanno le orecchie a Spadolini che riversava sul Parlamento un decreto dopo l'altro, con annesso voto di fiducia. Oggi, da uno scanno più ingrato, è costretto a confrontarsi (complici i regolamenti parlamentari davvero antiquati) più o meno con gli stessi guai del suo predecessore. Ma torniamo ai voti di ieri a Montecitorio. Tra la fiducia e il voto sul costo del lavoro c'è stata una «variante- di notevole rilievo: alla prima votazione il pei ha detto .no» ; alla seconda si è astenuto. «/ comunisti si sono comportati bene! Per fortuna ci sono loro a darci una mano!., ci ha detto, tra il serio e lo scherzoso, il presidente della de Piccoli. Abbiamo riferito questa battuta a Pajetta. 'Una mano?/ Ma a far funzionare il Parlamento, che rischia di essere bloccato dall'ostruzionismo, non certo per aiutare questo governo., ha subito risposto il «ministro degli esteri» del pei. Poco prima, il presidente dei deputati comunisti, Napolitano, aveva respinto l'invito del pdup di non presentarsi in aula al momento del voto. Sarebbe stata una insolita e clamorosa protesta; Napolitano ha detto: «Non è nelle tradizioni del pei arrivare a gesti aventiniani». Naturalmente. Napolitano e Spagnoli! hanno confermato le loro dure proteste contro il ricorso conti nuo del governo alla fiducia. Pdup e indipendenti di slni stra non hanno preso parte alla votazione sulla fiducia, che ha dato questi risultati 316 favorevoli, 214 contràri i cinque astenuti. Hanno detto •si» i quattro partiti dèlia maggioranza e la svp. Hanno detto «no» pel, msl, pr. Allo scrutinio segreto, ecco i franchi tiratori (o qualche assente ingiustificato): favorevoli 273 (43 in meno), contrari 63; astenuti 166 (ci sono 1 comunisti). Il decreto passa ora al Senato tra polemiche vecchie e nuove. Luca Giurato

Persone citate: Fanfani, Merloni, Napolitano, Pajetta, Pantani, Piccoli, Spadolini

Luoghi citati: Roma