Martina: «La Juve? Aspetto e paro»

Martina: «La Juve? Aspetto e paro» Martina: «La Juve? Aspetto e paro» «Però, non lascerei mai il Genoa per essere riserva di Zoff» - «Un portiere è bravo se non fa errori da brocco» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE OENOVA — C'è un portiere del quale si dice che succederà a Zoff, e lui dice grazie ma non è proprio il caso. Si chiama Silvano Martina, gioca nel Genoa, ha una faccia dolce e sfottente insieme, come Tintin, il ragazzino dei fumetti belgi. Un anno e cento giorni or sono uscì a ginocchio alto, prese alla testa Antognoni, rischio di vita, operazione, ripresa, lui Martina a massaggiarsi il ginocchio, poi la coscienza, inattesa del responso della magistratura. Assolto da tutti: da se stesso, da Antognoni, dal mondo del calcio, dalla giustizia ordinaria (-c'è qualcosa in Cassazione, ancora, ma sono tranquillo»). E adesso una onestà di parole che li per lì sembra imparentarsi al cinismo; «Ho fatto un buon affare con l'incidente, sul piano professionale. Hanno dovuto capire che lo non. mi lajjdOuaphaWtfre, non crollo, ho 1 nervi a posto». Martina ha trentanni, è di Sarajevo: «I-nonni friulani scelsero, per campare meglio, l'altra parte, l'impero austro-ungarico. Mio padre però nacque in Italia, mia madre, lei è ancora viva, è bosniaca. Sino a dodici anni e mezzo ho parlato serbo-croato»; Cinque figli, uno che parte presto a fare il calciatore: «I ragazzi dell'Inter, la Sambenedettese, il Varese, ancora l'Inter, il Brescia, 11 Genoa, 11 Varese di nuovo, e di nuovo il Oenoa. DI tutti 1 posti, Varese 11 migliore». Qualche titolo dì giornali gli ha fatto precipitare addosso la Juventus 1983-84: «Giuro che è proprio soltanto roba di giornali, io non so niente. Io mi ritengo adesso un buon, portiere, che si è costruito tale con tanti sacrifici. Ho fatto veramente bene tre stagioni, una in B col Varese, due a Genova, anzi una e mezzo perché la seconda è ancora in corso. Cosa vuol dire far bene, per un portiere? Parare 11 parablle, offrire ogni tanto qualche prodezza, commettere degli errori da uomo normale, non da brocco. E dare sicurez¬ za: lo da quattro anni non salto una partita». Ma insomma, Martina vuole la Juventus o no? «Come si fa a dire di no? Ma come si fa dire subito di si, Ignorando Genova? Io In questa citta sto benissimo, vivo benissimo con mia moglie e con la squadra. C'è un pubblico che, quando prendo un gol stupido, magari per il vento come è accaduto contro l'Avellino, scandisce 'Sil-va-no Sil-va-no" e mi fa capire che mi ha capito. C'è tutto un ambiente che, quando operano Antognoni alla testa, mi sta vicino e mi fa sapere-che crede nella mia diciamo innocenza. Ero vicino alla rottura a livello morale, mi hanno aiutato tutti. Però attenzione, 11 discorso è delicato». n discorso di Martina, giorni fa, è stato questo: «Sto benissimo a Genova, in una citta e in una squadra di grande tradizioni calcistiche, e se mi dicono che finisco la carriera a Genova sono contentissimo». Il discorso di adesso e questo: «Cosa potevo dire di diverso? Ho anche detto che l'eredità di Zoff è pesantissima, terrificante. Io stimo Zoff, adoro Zoff. Io non posso Immaginarmi Zoff che non gioca più. E allora, come posso immaginarmi a Torino?». Riserva di Zoff, per un anno, sino a ricevere, inuna partita, una specie di investitura? No, questo no. Ammiro Bodlni. io f ui 11 Bodlnl di Bor-, don, e forse meritavo di giocare, invece cominciò Ivano e peraltro fu bravissima No, sarei terrorizzato dall'Idea di andare aita Juventus al posto di Zoff, ma non andrei mal alla Juventus per fare la riserva a Zoff: fra l'altro, tiferei perché lui continuasse a giocare, tanto lo ammiro». E allora? «E allora niente., aspetto e paro. Mi place essere sincero; quando ero all'Inter parlai con Mazzola che giocava ancora ma che ormai era chiaramente 11 futuro dirigente gran capo, e gli dissi' che volevo andare via. Cosi adesso dico la verità, alla Juventus: sto bene a Genova, correrei a Torino ma per esseI re titolare. Sapendo perfetteI mente che io, come chiunque, I mal potrò essere all'altezza di Zoff». Silvano Martina forse au-, drà alla Juventus, tremando ma con l'investitura totale. Sennò ancora al Oenoa: «A Marassi faccio cinque errori enormi e mi applaudono ancora. Teoria comunque, lo 1 cinque errori mica li faccio». Diventato famoso per l'impatto con Antognoni, è riuscito a diventare celebre, celebrato come portiere: mica facile, per questo lassù (a Torino) qualcuno lo ama, Gian Paolo Ormesxano