La «continuità» dell'Indonesia di Ferdinando Vegas

La «continuità» dell'Indonesia OSSERVATORIO La «continuità» dell'Indonesia Un'altra, farsa elettorale si 1 è svolta ieri, in Indonesia, dove il'presidente Suharto è stato confermato per un quarto mandato quinquennale dall'Assemblea consultiva- del popolò', ripopolò, per la verità, era praticamente assente, oltretutto perché l'Assemblea consultiva è solo in parte minore di elezione popolare: metà dei suoi-920 membri infatti sono nominati dal governo; solo i membri del Parlamento vero e proprio, in tutto 364, sono eletti direttamente. Non si è celebrato, quindi, un nuovo «festival della democrazia», come il governo aveva chiamato le elezioni parlamentari del maggio 1982; con involontaria ironia, perché il regime del generale Suharto ha tanto poco quanto niente a che vedere con l'autentica democrazia. In mancanza, può mettere in scena un'elezione presidenziale, come scrive X'Economist, sotto una regia degna delle produzioni di Cecil B. de Mille. Quello che veramente conta, ad ogni modo, è la sostanza, cioè la continuità di un re girne che si avvia a compiere i ventanni. Suharto e i militari suoi compagni sono infatti venuti al potere con i tragici avvenimenti del settembre-ottobre 1965, quando, per sventare preventivamente un temuto colpo comunista, compivano essi stessi il colpo, con estrema decisione c brutalità. Nei mesi seguenti si scatenava la caccia al comunista, o presunto tale o comunque ritenuto avversario del nuovo regime, immergendo l'Indonesia in un bagno di sangue, con un numero di vittime che si calcola nell'ordine delle centinaia di' migliaia, forse mezzo milione. Il presidente Sukarno fu per breve tempo lasciato nominalmente in carica, finché nel 1967 cedette tutti i poteri a Suharto, che l'anno seguente si fece eleggere presidente per un primo quinquennio. Suharto non aveva certo la personalità brillante di Sukarno, che si era affermato anche sulla scena internazionale, sia tra i dirigenti del «neutralismo», sia con iniziative tanto clamorose quanto discutibili. Anch'egli, comunque, aveva attraversato le difficili vicende di molti indonesiani durante l'occupazione giapponese, tra larvato collaborazionismo e preparazione alla lotta per l'indipendenza dal dominio coloniale olandese, alla quale partecipò co¬ me combattente, seguendo poi una regolare carriera militare. Nel I96S si trovò cosi alla, testa del comando strategico dell'esercito, la carica adatta pdf piijfgére il colpo dei militari. Da allora è l'uomo forte dell'Indonesia, che governa col pugno,del militare si, ma più ancora con lo stile del tecnocrate, circondato da un gruppo di altri militari-tecnocrati, i quali controllano l'intera economia del Paese, in buona parte direttamente. In complesso i risultati sono stati positivi: in dieci anni, da un'inflazione a], tasso annuo del 650' per cento si è passati a un'economìa in fase di sviluppo. Però, a parte la mancanza di libertà,' la maggioranza dei 150 milioni di indonesiani vive .in Condizioni di penuria, con un reddito medio annuo' cosi basso che la Banca mondiale colloca l'Indonesia nel gruppo dei Paesi più poveri.. La diminuzione della produzione e del prezzo del petrolio (che costituisce 1*80 per cento di tutta l'esportazione) viene adesso a incidere duramente sull'economia indonesiana. Si capisce quindi la domanda che un esperto economico svizzero formula politicamente: le palme della crescita diranno solo scosse dal monsone o saranno sradicale? Ferdinando Vegas Il presidente Suharto: s'inizia il suo quarto mandato

Persone citate: Cecil B. De Mille, Suharto, Sukarno

Luoghi citati: Indonesia