Nel mondo nuovo di Jannacci

Nel mondo nuovo di Jannacci Nel mondo nuovo di Jannacci ' TORINO—Il teatro di Jannacci è stato sempre affollato come una piazza, voci e facce che si riempiono di vita per un attimo e poi spariscono nella confusione dei ricordi. E' un teatro di simpatie e rancori, pieno di balordi e di cattivi sem'anima: le loro storie sbrindellate, irreali, malate d'ironia e d'affetto, erano l'universo, fuori di quelle parole restava solo gualche ombra vaga. Ora quel teatro, quella piazza, sono cambiati; e le parole che raccontano la quotidiana insensatezza di tante storie comuni trovano una dimensione sonora rabbiosa e nostalgica, divisa tra la furia ir¬ ridente del rock e le vecchie tentazioni delle atmosfere jazzate. Enzo Jannacci di concerti ne fa un sacco tutti gli anni; che ogni volta riesca a sorprendere come se fosse la prima volta dice del suo professionismo e dell'accuratezza con cui costruisce lo spettacolo. Stavolta la trovata è negli arrangiamenti: una dilatazione dei tempi musicali giocata tutta sulla ritmica, con-un «Vengo anch'io» che si avvita nette tortuosità dei jazz-rock e quelle «scarp de tennis» che marciano ora a tempo di reggile ora di swing. L'ironia e l'amarezza sono sempre lì, mescolate assieme, ma ora nelle sue ultime canzoni ('«Pensione Italia», per esemplo, e «Un amico »J sembra che il sarcasmo feroce d'un tempo si stia mitigando dentro un vento di malinconia, come se il passare degli anni avesse lasciato il segno d'una quieta spigolatura e le chiavi ironiche di quel teatrino semiserio ora cercassero altre porte e altre avventure. In questa nuova dimensione musicale, accompagnano Jannacci gli ottimi Lucio Fabbri al violino, Mark Harris atte tastiere, Dino D'Autorio al basso e Walter Calloni alle percussioni. m. ven. '

Persone citate: Dino D'autorio, Enzo Jannacci, Jannacci, Lucio Fabbri, Mark Harris, Walter Calloni

Luoghi citati: Italia, Torino