Markevitch, intellettuale della musica di Giorgio Pestelli
Markevitch, intellettuale della musica Markevitch, intellettuale della musica Fu un ragazzo prodigio, scoperto da Diaghilev: a 11 anni componeva, a 18 era direttore d'orchestra - Bartok lo definì prodigioso ANTIBES — Il compositore e direttore d'orchestra Igor Markevitch è morto Ieri all'ospedale di Antibes, dove era stato ricoverato venerdì per una crisi cardiaca. Aveva 30 anni. i II maestro, che era di origine russa, era tornato la settimana scorsa da una tournée in Giappon'e, Unione Sovietica e Spagna, visibilmente affaticato. Negli ultimi anni egli abitava a Salnt-Cezalresur-Siagne, presso Grasse. . Scompare con Igor Markevitch non solò un direttore d'orchestra dalla forte personalità, una bacchetta dall'autorevolezza innata, ma anche un grande intellettuale della ■musica, per il quale azione e riflessione erano momenti indissolubili e complementari. ■ Veramente il suo esordio, in età giovanissima, da ragazzo prodigio, era avvenuta nel. campo compositivo: 'figlio di genitori russi che avevano lasciato la patria allo scoppio della prima guerra mondiale, era cresciuto alla musica in quella stessa Svizzera, oasi di pace, cosi propizia negli stesai anni a Igor Stravlnskl. Passato a Parigi, studiò col fior fiore dei maestri, Cortot per il pianoforte, la Boulanger per la composizione, vivendo le ultime propaggini deijeggendari 'Balletti russi- di Diaghilev. Il brano che lo rese famoso, Concerto per pianoforte del 1929 (scritto a 17 anni), e i successivi Rèbus e lesse sono tut¬ ti legati in qualche modo alla conoscenza di Diaghilev; anche la circostanza biografica delle prime nozze con la figlia di Nljinski (il primo Petruska) confermano il legame intrinseco con quella stagione fondamentale per la storia della musica e dello spettacolo del Novecento; le partiture di Markevitch ne interpretarono il clima con vena scorrevole, gusto del colore, istinto per la sperimentazione timbrica. Come direttore, esordi nel 1930 al Concertgebouw di Amsterdam, aprendo cosi un felice capitolo che doveva mettere in ombra l'attività compositiva. Markevitch direttore era una realtà dei nostri giorni, ben presente a tutti; cittadino italiano (in Italia pusso gli anni della seconda guerra mondiale) era familiare alla vita musicale di Roma, Firenze, Milano, Venezia; l'Orchestra sinfonica della Rai di Torino lo ha avuto ospite abituale e circondato di stima affettuosa: l'ultima volta, due anni fa per te Nona Sinfonia di Beethoven (presentata in un' testo critico cui stava attendendo per l'editore Schott), mentre il prossimo appuntamento era previsto per quest'autunno, in cut avrebbe dovuto dirigere in due concerti il Requiem verdiano e la propria cantata Lorenzo il Magnifico, scritta nel 1940 e ultimo suo lavoro di rilievo. Gesto affascinante per chiarezza e musicalità, mai che gli sfuggisse il tono poeti¬ co, Il suggello stilistico del brano interpretato; e di alcune pagine, la Pastorale di Beethoven, varie cose di Claikovskt, la Sinfonia di Salmi di Stravlnskl sarà importante rintracciare le registrazioni. Spinto da costante curiosità intellettuale, diresse ^incise su disco per la prima volta la vari di Dallapicùota, Halffter, Milhaud; ma soprattutto tipica della seconda parte della sua carriera è stata l'attività didattica, al Mozarteum di Salisburgo, a Mosca, Madrid e in ultimo a Monte Carlo. Alcuni suoi libri, fra i più fortunati Introduction à la muslque (Parigi, 1940) e Polnt d'orgue (1959), rivelano anche nella pagina scritta quella fu sione di fantasia e di punti glioso mestiere che tanto chiaramente risplendevano dal podio, a testimonianza di una ricca personalità umana e musicale. Giorgio Pestelli Igor Markevitch, un direttore di autorevolezza innata
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