L'uomo nuovo dell'Australia

L'uomo nuovo dell'Australia OSSERVATORIO L'uomo nuovo dell'Australia La netta vittoria dei laboristi nelle elezioni australiane di sabato porta un nome: quello di Robert Hawke, da appena un mese leader del partito. La breve, intensa campagna elettorale si è combattuta sui problemi oggi più gravi per l'Australia, quelli economici: là disoccupazione al 1P,1 per cento (il triplo rispetto agli Anni Trenta), l'inflazione al 12 per cento (il triplo del tasso nei Paesi con i quali l'Australia ha i maggiori rapporti di scambio), infine un tasso di crescita che quest'anno dovrebbe toccare il minimo, l'I per cento. A questa cattiva situazione, il governo conservatore della coalizione liberale-agraria, guidata da* Fraser, intendeva portare rimedio con una rigorosa politica monetarista; i laboristi, invece, suggerivano di muoversi piuttosto su linee keynesiane. Questo indirizzo, appunto, era sostenuto da Hawke, con l'obiettivo di una politica di sviluppo la quale valorizzasse le ingenti potenzialità economiche dell'Australia. Riconciliazione, ripresa e ricostruzione: questo offriva Hawke ai suoi concittadini, proponendo un «patto sociale» e impegnandosi a convocare appena insediato i dirigenti dell'industria, dei sindacati e del governo ad un vertice economico nazionale. Cosi Hawke mostrava uno dei lati del prò- prio carattere, quell'abilità di mediatore che aveva già saputo manifestare nei lunghi anni durante i quali era stato prima membro e poi, dal 1970 al 1980, presidente del Consiglio dei sindacati Questa dote, per quanto apprezzabile, non avrebbe fatto di Hawke il personaggio politico più popolare dell'Australia se egli non possedesse anche tratti di carattere, in un certo senso, opposti. E* infatti un uomo dal temperamento quanto mai vivace, fino ad essere rude, capace di esplodere con violenza di fronte a quelle telecamere alle quali deve proprio la sua popolarità. Si era anche fatta una reputazione di bevitore e di donnaiolo, ma, riconosciuti questi suoi difetti, li ha ormai abbandonati. Si rivela cosi un'altra fondamentale qualità di Hawke, la forza di carattere, che gli deriva dalla sua giovanile esperienza religiosa. Figlio di un ministro congregazionalista, egli, secondo il profilo che ne traccia The Observer, è infatti «ancora capace di vedere la sua carriera in termini religiosi». Anzi, scampato a 17 anni (è nato nel 1929) ad un incidente motociclistico, credette di essere «uno strumento scelto dal Signore per la funzione di guida». Tanto sentita era la sua religiosità, d'altro canto, che, sempre da giovane, avendo osservato l'estrema miseria della popolazione in una zona dell'India meridionale a I predominio cristiano, si convertì, secondo la sua espressione, dal cristianesimo all'umanismo. E tuttavia, nonostante questa sua capacità di indignazione e tutu' i trascorsi e gli eccessi, è rimasto sempre il figlio della classe media, educato a Oxford con una prestigiosa borsa di studio, entrato nei sindacati non come operaio, ma come avvocato, per sostenere le ragioni dei lavoratori nelle Commissioni arbitrali, riuscendovi con grande abilità. Sono le stesse ragioni per le quali si è battuto nella campagna elettorale, ovviamente con ben altro stile, come era necessario per sconfiggere un'altra forte personalità, il primo ministro Fraser, anch'egli prodotto di Oxford. Ferdinando Vegas Robert Hawke: un sindacalista allevato a Oxford

Persone citate: Ferdinando Vegas Robert, Fraser, Hawke, Robert Hawke

Luoghi citati: Australia, India, Oxford