Il successo de sorprende il Cremlino che reagisce «Non è un sì ai missili» di Fabio Galvano

Il successo de sorprende il Cremlino che reagisce: «Non è un sì ai missili» Il successo de sorprende il Cremlino che reagisce: «Non è un sì ai missili» I sovietici avevano appoggiato il socialdemocratico Vogel, l'affermazione di Kohl è stata «uno choc» • Ma l'Urss tenta subito di recuperare: «Il governo tedesco ha il diritto di respingere l'ambiziosa pretesa americana» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — L'ampio successo di Kohl ha colto impreparato il Cremlino, che si accorge dì avere puntato — sostenendo Vogel — sul cavallo sbagliato. In privato alcuni funzionari sovietici ammettono che i risultati di Bonn sono stati «uno choc», che l'Urss «ha trascurato i contatti con la Cdu e in realta la conosce ben poco», che forse Mosca ha creduto troppo alla suaprogagarida ritenendo che l'avversione dell'opinione pubblica tedesca all'installazione dei Cruise e dei Pershing-2 avrebbe trascinato i socialdemocratici alla vittoria; ma le prime reazioni ufficiali mostrano un Cremlino perseverante nel suo atteggiamento critico verso il cancelliere. «L'installazione di missili Usa in Germania — dichìaral'agenzia Tass — inevitabilmente complicherebbe le relazioni fra quel Paese e l'Urss, (...) accrescerebbe sfiducia e sospetto, metterebbe a repentaglio tutti gli altri contatti». Kohl non creda, dice Mosca, die la vittoria elettorale sia anche un sì ai missili. Contraddicendo ciò che i sovietici avevano sempre sostenuto, l'agenzia Novosti afferma die i risultati di Bonn sono stati determinati da «sua maestà la crisi», ed è stata «la paura dei tedeschi di perdere il loro posto di lavoro», una paura abilmente strumentalizzata da chi sosteneva Kohl, a causare il tracollo dello Spd. Preso in contropiede dal voto tedesco e deluso nella non infondata speranza che una vittoria di Vogel potesse introdurre elementi nuovi nel negoziato ginevrino per gli euromissili, il Cremlino prova oggi lo stesso disagio che provò due anni fa con la vittoria di Mitterrand Dando prova di un pragmatismo perlomeno insolito, l'Urss non perde tempo a leccarsi le ferite. Qualcuno si domanderà forse se valesse la pena attirarsi dalla Germania tante accuse d'interferenza nelle ultime iettlmane, ma le voci ufficiali vanno subito oltre. Proprio ammettendo che a dominare le elezioni è stata «sua maestà la crisi», i sovietici possono riprendere a martellare sul tema degli euromissili. 1 risultati di Bonn, afferma infatti la Novosti, «non indicano affatto un indebolimento dell'opposizione popolare all'installazione dei missili». Sottolineando che dai sondaggi demoscopici risulta sempre minore il numero dei tedeschi favorevoli a quegli «araldi della morte nucleare», si dice esplicitamente che «la Germania non può ignorare le inconfutabili tesi di Mosca contro quelle armi». Fallita la speranza che fosse Vogel a consentirle un atteggiamento più. rigido al negoziato di Ginevra, l'Urss tenui ora una pili delicata e imprevedibile . azione proprio su Kohl, finora sempre indicato come «esecutore della politica americana» in Germania. E' stato proprio il cancelliere tedesco, afferma la Tass, a sostenere che «mal piti una guerra deve scatenarsi dal territorio tedesco». Ebbene, «il governo- tedesco ha ora ogni modo di confermarlo con azioni concrete». Ha infatti «11 diritto sovrano di rinunciare all'installazione- dei missili Usa sul proprio territorio», ma anche il dovere di impedire che la popolazione tedesca diventi «ostaggio del Penta' gono» — in guanto dotata di armi delle quali sarebbe Wa shington a disporre — e automaticamente «obiettivo di una rappresaglia nucleare», «L'opinione pubblica — è ancora il commento della Novosti — si batterà contro l'installazione del missili nono¬ stante la vittoria di Kohl. (...) .sarebbe azzardato concludere che ora sarà facile per gli Stati Uniti installare gli euromissili In Germania ». Nello sforzo di fare buon viso a cattiva sorte. Mosca sottolinea- che «buon senso ed esperienza riveleranno il pericolo, insito nello sconsiderato spreco di quel comune patrimonio che 6 la distensione». E tenta anche di provocare l'orgoglio del tedeschi, ma soprattutto di Kohl, esprimendo (Novosti) •sorpresa per l'ambiziosa pretèsa americana che Bonn segua In tutto la linea Usa, come se la .Germania non potesse più avere una politica Indipendente». Fabio Galvano Bonn. Il cancelliere tedesco Helmut Kohl, sorridente, arriva al quartier generale del partito cristiano-democratico accompagnato dalla moglie Hannelore, ricevuta con un baciamano, per festeggiare con gli altri membri del suo gruppo la vittoria nelle elezioni (Telef. Associated Press)