Nuovo fascino di un palazzo
Nuovo fascino di un palazzo Conclusi i lavori di restauro in via Monte di Pietà 23 Nuovo fascino di un palazzo Conservati l'antico scalone e i balconi in pietra - Soluzioni architettoniche moderne negli interni: 28 alloggi e 4 negozi - E' uno degli esempi di recupero del centro storico Era una «casa da reddito; l'edificio che dal '700 ad oggi occupa l'area di via Monte di Pietà 23, un tempo soprannominata «via dei Due Buoi», dove al numero 6 il maggiore cavaliere Brunati nel giugno 1822 si decise a chiedere il consenso per abbellire la sua facciata con «tinte assai chiare, dal giallo al biggio». E «casa da reddito- significava che un proprietario investiva quattrini nell'acquisto dello stabile per darlo in affitto. Oggi, proprietario di via Monte di Pietà 23, è il Comune. Lo stabile, restaurato a tempo di record (dicembre '81-gennaio '83), adesso è come nuovo, la facciata giallo Nanchino, lo scalone antico in grigio chiaro. Nel suo cuore sono stati ricavati 28 alloggi, da monocamere a tre camere, cucina e doppi servizi, spesa circa un miliardo e 200 milioni. Spiega l'assessore comunale Marcello Vindigni, accompagnato dal direttore dei lavori, arch. Moscarcllo: «Nei negozi e nel ristorante a pianterreno sono già rientrati gli inquilini che avevamo traslocato altrove. Fra poco entreranno le famiglie che dovremo spostare da altri stabili da risanare». E' una tra le prime operazioni di completo restauro di un palazzo del vecchio centro storico giunta in porto, con lo studio di soluzioni nuove, ad esempio ricavando nelle soffitte mansarde confortevoli (una monocamera con angolo cottura, vano soggiorno e zona letto rialzata su gradini, finestre quadrate «alla medioevale», alle quali si accede tra balaustre con due scalini). «Si tratta di edilizia popolare — spiega Vindigni — ma abbiamo applicato esperimenti architettonici, come ad esempio al primo piano, dove i soffitti troppo alti dovevano essere ridotti a 2,90 metri di altezza per problemi di riscaldamento». Cosi, appena oltre la porta in rovere del lungo corridoio sul quale s'affacciano gli alloggi da un lato e i balconi in pietra di Luserna dall'altro, dopo un breve ingresso-disimpegno (a sinistra il bagno) la monocamera ha una zona notte ricavata su un soppalco al quale si accede con una scala in legno, le altissime finestre, tutta luce, hanno la parte alta incorniciata da una ..veletta» a semicerchio e l'ambiente è luminoso e gradevole. Pochi isolati oltre, lo stabile di via Barbaroux 31 angolo vicolo Santa Maria sarà uno dei pdpSoinnstl1VcdzrCqlpsrpmdslEdb34T prossimi passi per il recupero del centro storico, che poi proseguirà nell'isolato di via Sant'Ottavio. Sulla facciata, ora ancora sgretolata, spicca imponente il magnifico portone che presto tornerà al fascino antico. In centro finora sono già stati ristrutturati e consegnati 216 alloggi; altri 242 entro l'83; s'inizieranno i lavori tra 1*83 e l'84 in altri 689. Precisa Vindigni: «Corto pochi rispetto ai circa 10 mila che sono in condizioni di degrado. Purtroppo manca ancora un quadro legislativo chiaro finalizzato al recupero dei centri storici cittadini. Occorre dare ai Comuni la possibilità di acquisire con esproprio gli stabili, i cui proprietari non si impegnano nel restauro; non esistono indicazioni per agevolare gli interventi di risanamento; bisogna accelerare l'iter per l'approvazione di strumenti urbanistici». Simonetta Conti Il portone dell'edificio che s'affaccia sul vicolo Santa Maria, angolo via Barbaroux, un'altra delle case che saranno restaurate
Persone citate: Brunati, Marcello Vindigni, Simonetta Conti, Vindigni
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