«I soldi non andavano solo alle persone ma anche ai partiti, grappi e correnti»

«I soldi non andavano solo alle persone ma anche ai partiti, grappi e correnti» Parlano il procuratore aggiunto Marzachì e i sostituti Vitati, De Crescienzo, Mazza Galanti «I soldi non andavano solo alle persone ma anche ai partiti, grappi e correnti» «Oltre al denaro, ci sono forme molto sofisticate per fare e ottenere favori. L'istruttoria sarà presto formalizzata» - Spedirete altre comunicazioni giudiziarie? «Non lo escludiamo. Il processo richiede l'esame di una valanga di documenti» I soldi delle tangenti per gli1 appalti pubblici con il Comune o la Regione non andavano soltanto alle persone ma anche al partiti. Lo dicono l magistrati (procuratore aggiunto Marzachì, sostituti VItarl. De Crescienzo, Mazza Galanti) che conducono le Indagini sullo scandalo. A mettere in moto llnchiesta è stato l'ingegnere Antonio De Leo, agente in Italia di una multinazionale americana, la «Intergraph», produttrice di elaboratori elettronici e prodotti per l'informatica. De Leo era stato contattato da Adriano Zampini, 34 anni, veronese, l'uomo d'affari arrestato mercoledì scorso. A differenza di altri (come l'ingegnere Rosset della «Konsberg», una ditta norvegese) De Leo non ha accettato il gioco «pesante» cui avrebbero dovuto sottostare le ditte per garantirsi un appalto e ha denunciato Zampini. Da più di un mese 1 carabinieri del capitano Muggeo, che comanda la Compagnia di Venaria, pedinavano e spiavano Zampini e tutti coloro che si sono messi in contatto con lui. Parecchi telefoni di amministratori pubblici e segretari sono stati messi sotto conti olio. «Avete ordinato voi le intercettazioni?», è stato chiesto ai magistrati della Procura. «La polizia giudiziaria ce le ha proposte e noi le abbiamo autorizzate». Microfoni-spia sono stati piazzati in due noti ristoranti cittadini, per carpire brani di conversazioni durante le colazioni di lavoro del sospettati. Tutto è avvenuto con la'! massima discrezione, al punto che lo stesso personale del locali non se n'è accorto. Ma insomma, a chi andavano i soldi? «Nora sempre si trattava di soldi — hanno spiegato i giudici —. Ci sono forme molto sofisticate per fare dei piaceri. I soldi andavano alle persone, a volte non per interesse personale, ma per i partiti, i gruppi, le correnti. Non è escluso che ci si trovi di fronte ad un gruppo di pressione allargato, composto da singoli esponenti, da correnti di un singolo partito e da esponenti di parliti diversi, anclie dell'opposizione». Ci sono altre comunicazioni giudiziarie in vista? «JVon lo escludiamo. Dopo aver esaminato la valanga di documenti sequestrati e confrontato l'esito degli interrogatori, potremo fare un quadro più preciso della situazione. E' un processo delicato e contiamo di trasmettere gli atti all'ufficio del giudice istruttore per l'inchiesta for¬ male già nella prossima settimana». Gli affari su cui indagano i magistrati sono noti: il Centro cartografico regionale, costato oltre 5 miliardi, tra opere murarle e Impianti che hanno dovuto essere ripristinati (oltre un miliardo) dopo un Incendio; due edifici in via Tommaso Grossi, del Consorzio Agrario Provinciale (valore di entrambi, circa 10 miliardi), di cui Zampini proponeva la vendita a Comune e Regione, facendosi passare perproprietarlo con una delle sue società la «Programma Immobiliare»; infine il Ma- gazzlno centralizzato e automatizzato dell'economato comunale per il quale Zampini stava proponendo la fornitura di tutta la parte elettronica. Gli arrestati sono per ora Zampini e Giovanni Biffi Gentili, fratello del vicesindaco, membro dell'esecutivo del psi torinese. Due testimoni, Paolo Barlini di Rimlnl, dottore in Informatica (11 Comune lo aveva incaricato di una consulenza per la Banca Dati, 32 milioni l'anno più Iva) e 11 funzionarlo comunale Pier Damiano Cencio, sono stati arrestati per reticenza e poi rilasciati. Guido Daghero, 54 anni, rappresentante di mobili per ufficio, è stato accusato di corruzione. Dopo aver fatto una fornitura per un assessorato della Regione, avrebbe dato come regalo personale a un segretario mezzo milione. La stessa accusa di corruzione è stata contestata al segretario cittadino de e consigliere comunale Claudio Artusi secondo Zampini, avrebbe dovuto ricevere per 11 suo partito due assegni di 10 milioni ciascuno. Lui nega di aver mal visto quel soldi. In serata si è appreso che gli inquirenti hanno disposto accertamenti sul conti bancari ÓV*-*'! Inquisiti e che sono st' ttuate perquisizioni iitb.i uffici di alcuni commercialisti. I.a sede del Ced (Centro elaborazione dati del Comune) in corso Unione Sovietica

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