Scrìcciolo e Scordo a confronto sul piano per assassinare Walesa

Scrìcciolo e Scordo a confronto sul piano per assassinare Wales» Accusatore ed accusato davanti ai tre magistrati che seguono l'inchiesta; Scrìcciolo e Scordo a confronto sul piano per assassinare Wales» I giudici vogliono accertare chi è il sindacalista che, secondo Ali Agca, collaborò al prògetto dei servizi segreti bulgari - Annunciata una nuova richiesta di libertà per Antonov : DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Salvatore Scordo o Luigi Scricciolo? Chi è il «sindacalista italiano» che a quanto racconta Ali Agca collaborò con i bulgari al progetto di assassinare Walesa? L'attribuzione di quello scomodo ruolo si è giocata l'altra sera nella caserma del carabinieri di via In Selci, dove tre magistrati — i giudici istruttori Ferdinando Imposimato e Rosario Priore, e 11 pubblico ministero Domenico Sica — hanno a lungo interrogato i due quadri della Uil e alla fine 11 hanno messi a confronto. Scordo è entrato nella caserma alle 16 In punto, doppiopetto blu rigato e scuro in volto. .Chiarirò tutto», ha detto prima di scomparire dietro il portone. Da allora, per quasi quattro ore, è rimasto in una stanza con i tre magistrati e i suol legali, gli avvocati Isgrò e Riccloni. Una lunga serie di minuziose domande. I rapporti con i bulgari: erano limpidi? Conosceva Ivan Dontchev, il diplomatico dell'ambasciata a Roma che i giudici considerano una pedina importante della rete spionistica bulgara in Italia? Poi Walesa: chi conosceva gli spostamenti del leader di Solidarnosc durante il suo viaggio in Italia? E chi lo consigliò a trasferirsi all'Hotel Victoria, dove forse — è sempre Agca la fonte — poteva scattare uno dei piani studiati dai bulgari per far saltare in aria 11 sindacalista polacco? Quindi è toccato a Scrittolo, trasferito due ore prima nella caserma dall'Ospedale Policlinico, dove è stato ricoverato per le sue precarie condizioni di salute. Poche domande, e si è arrivati a un drammatico confronto. Scordo e Scricciolo si sono ritrovati faccia a faccia, l'accusato e il suo accusatore. I due hanno mantenuto le proprie posizioni. Al momento in cui questo giornale va in macchina il confronto non è ancora terminato. Al più presto i magistrati interrogheranno anche Bona Pozzoll, dell'ufflclo-stampa del ministero del Lavoro. Indiziata di spionaggio (di lei ha parlato Scricciolo), ha chiesto di essere ascoltata per chiarire la sua posizione. Il suo coinvolgimento nel «caso Bulgaria», per quanto rimanga del tutto marginale, ha suscitato perplessità tra quanti la conoscono e la stimano. •La dottoressa Pozeoli — è scritto ad esemplo nel comunicato diffuso ieri dall'Istituto affari internazionali — ha ricoperto l'incarico di responsabile delle relazioni esterne dal 1971 al 1981 con una competenza e una lealtà di cui l'Istituto non ha alcun motivo di dubitare». L'Istituto precisa, inoltre, che Scricciolo, «dopo aver usufruito presso lo lai di una borsa di studio tra II luglio 1975 e l'ottobre 1977, non ha più avuto rapporti di collaborazione e di lavoro con lo lai e con l suol singoli collaboratori». Lo lai si sofferma anche sui documenti dell'Istituto trovati quattro anni fa' nel «covo» del brigatisti Morucci e Faranda, e spiega come quel materiale fosse accessibile a chiunque: 'L'istituto affari internazionali non possiede documenti riservati di sorta e la biblioteca e gli archivi sono aperti II pubblico». Nei prossimi giorni 1 legali di Serghej Antonov, arrestato per l'attentato al Papa, presenteranno una nuova richie¬ sta di scarcerazione «per assoluto mancanza di indizi» al giudice istruttore Martella. Nell'istanza gli avvocati Con-, solo e Lara ssa scriveranno che esistono elementi, finora mai apparsi nell'inchiesta, che dimostrano come siano false le accuse mosse da Agca al bulgaro. Secondo 1 due ter gali, tra l'altro, è ampiamente provato che la moglie di Antonov, Rossltza, non era a Roma il 10 maggio 1981. In quella data — ha raccontato Agca — In casa del caposcalo della Balkan Air avvenne una riunione operativa, nella quale si discussero le modalità dell'attentato; sarebbero stati presenti Agca, Antonov e la moglie, un altro funzionarlo bulgaro e quattro tuchl. In te irrogato, Antonov aveva negato: nessuna riunione, e poi mia moglie all'epoca era già rientrata in Bulgaria. Secondo gli avvocati Consolo e Larussa Rossltza Antonov lasciò l'Italia prima del 10 maggio, l'8. Lo dichiarerebbero una coppia di bulgari con la quale la donna fece 11 viaggio in automobile; e sul registri di frontiera risulterebbe che i tre espatriarono proprio l'8 maggio. L'errore di Agca — se davvero c'è stato — può essere Ininfluente e spiegabile confi lungo periodo di tempo intercorso tra l'attentato e la confessione del turco.

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