I pittori della Bohème di Angelo Dragone

I pittori della Bohème GLI AMICI DI PUCCINI IN MOSTRA AL REGIO I pittori della Bohème TORINO — Sempre più lontano nel tempo e quasi inimmaginabile può apparire oggi la vita di certi sodalizi culturali che ancora agli Inizi del secolo poterono invece fiorire tra sereni incontri conviviali e fraterne convivenze come quella che, a Torre del Lago, legò Puccini a tutto un gruppo di pittori suoi amici. Un piccolo mondo che si è riusciti a far rivivere in una mostra intitolata Puccini e l pittori. Promossa dall'Istituto di studi puccinianl in accordo col Museo alla Scala di Milano — dove la si presentò nei mesi scorsi — e realizzata da Simonetta Puccini, nipote del musicista, l'esposizione è stata ora riallestita a Torino nel. foyer del Piccolo Regio, dove rimarra sino al 13 marzo. I nomi dei più assidui — Francesco Fanelli, Raffaello Gambogi, Plinio Nomellini, Ferruccio Pagni, Angiolo Tommasi — si possono leggere ancor oggi su una lapide murata sulla facciata del villino in riva al lago di Massaciuccoli dove 11 Tommasi visse fino alla morte, dal 1903 al '23. Con qualche altro amico erano stati essi a dar vita al «Club della Bohème» ponendo il loro quartler generale in un capanno dove ognuno avrebbe avuto modo di armonizzare l'Impegno creativo con la caccia e la baldoria cui si davano con pari passione. Più numerosi erano stati, in realta, gli artisti che a Torre del Lago avevano frequentato Puccini. Tra gli altri si ricorderà lo stesso fratello del Tommasi, Ludovico, anch'egli pittore e cofondatore del «club», che aveva però lasciato presto 11 paese, tornandovi soltanto ogni tanto. Maggiore notorietà ebbero Cappiello, Lorenzo Viani e Galileo Chini, mentre tra i più vicini si dovrebbero citare ancora almeno il lucchese Luigi De Servi, autore nel 1903 di un bel ritratto del maestro, e la veneziana Lina Rosso. La mostra mette giustamente In evidenza l'opera di alcuni pittori come 11 Fanelli e 11 Pagni, rimasti fin qui nell'ombra e meritevoli invece d'una più attenta considerazione quale vien loro offerta anche in catalogo dal puntuale saggio Introduttivo di Raffaele Monti. A Mario Tobino è toccato invece di rievocare il clima che s'era creato intorno a Puccini: amato a Viareggio come poteva esserlo soltanto l'autore della Bohème, di Tosca, ma non a Lucca dove non si riusciva a «dimenticare che Puccini aveva portato via la moglie a un concittadino, una donna già madre di due figli». DI pagina in pagina s'intrecciano intanto gli episodi di cui erano stati protagonisti i pittori. Cappiello, che diventerà celebre cartellonista — ma si veda in mostra il pittore, dotato, autore d'un boldiniano .Ritratto dt Fosca Crespi — si ritrovò a Parigi con Puccini nel '98 quando questi stava mettendo in scena la Bohème. In quel periodo si divertiva a disegnare caricature e pensò di approfittare del successo del musicista facendogliene una che mandò alla rivista Rire. In accordo col clima «modernista» e liberty ch'era possibile cogliere —come in Butterfly — nella stessa vena musicale di Puccini, possono leggersi anche non pochi dei quadri che la rassegna ha riunito. Quadri caratterizzati dal sensibillsmo grafico di un Nomellini, o collocati In quell'area squisitamente provinciale propria della storia della pittura toscana del primo Novecento: con le aspirazioni liriche del paesaggi del Pagni e, più ancora, del Fanelli, «tenue ed aggraziatissimo» (Monti), oltre <). quel tanto di divisionismo e di inflessione floreale, che da vicino poterono rincalzare i rispettivi rapporti col vero e la natura. Cosi da offrire la linea portante d'una visione che nei migliori avrebbe raggiunto la reinvenzione ottica e pittorica della suggestiva plaga la-, custre, tutto intorno alla mitica villa nella quale dovevano risuonare, in quegli anni, le più belle melodie puccinlane. Angelo Dragone

Luoghi citati: Lucca, Milano, Parigi, Torino, Torre Del Lago, Viareggio