L'inchiesta di Torino: in carcere il fratello del vicesindaco Biffi

L'inchiesta di Torino: in carcere il fratello del vicesindaco Biffi Con l'accusa di «interesse privato»; salite a venti le persone inquisite L'inchiesta di Torino: in carcere il fratello del vicesindaco Biffi TORINO — Nell'Inchiesta della Procura della Repubblica su uomini politici del Comune e della Regione accusati di interesse privato insieme con il faccendiere Adriano Zampini, 34 anni, veronese, brillante uomo d'affari con ufficio nella centrale piazza Bodonl, il barometro continua a segnare tempesta. Ieri sera alle 21 è stato arrestato Giovanni Biffi Gentili, fratello del viceslndaco Enzo e membro dell'esecutivo del psi torinese. E' accusato di Interesse privato e associazione per delinquere. Avrebbe avuto funzioni di coordinamento tra i diversi complici di Zampini (già in carcere). Il segretario cittadino della de, ingegner Claudio Artusi, è stato colpito da comunicazione giudiziaria per corruzione. Interrogato per un paio d'ore ieri pomeriggio, se n'é poi andato con il suo avvocato Galasso, senza rilasciare dichiarazioni. Un altro funzionario del Comune, pierdamlano Cencio, è stato arrestato per falsa testimonianza e poi rilasciato. La stessa sorte era toccata a Paolo Barlini. di Rimini, dottore in informatica, incaricato dal Comune di Torino di una consulenza sulla Banca dei Dati per il Ced (Centro Elaborazione Dati): compenso pattuito 32 milioni l'anno più Iva. Nella lista degli indiziati, salita complessivamente a 20, è entrato anche Guido Daghero, per corruzione. C'è un particolare scottante per tutti coloro che sono coinvolti nell'inchiesta, scattata qualche mese fa in seguito ad una denuncia «firmata». Per due o tre mesi gli assessori comunali e regionali, i loro segretari e Zampini sono stati spiati, seguiti «ascoltati». Come teatro delle operazioni è stata scelta Venaria, un Comune della cintura, lontano dagli affollati uffici della Procura: a disposizione del magistrati è stata messa un'intera compagnia. Le perquisizioni nelle abitazioni e uffici del vicesindaco Enzo Biffi Gentili, dell'assessore comunale Scicolone e del suo segretario Cumino, dell'assessore regionale Testa e del socio di Zampini Giuseppe Navone (non è l'impresario edile che ha costruito il nuovo carcere delle Vallette) sono state eseguite all'alba di mercoledì. Hanno dato esiti che gli inquirenti definiscono •interessanti». Contemporanea mente scattavano gli ordini di accompagnamento per le stesse persone, venivano Inviate le comunicazioni giudiziarie alle altre persone coinvolte nell'Inchiesta. Da mercoledì mattina gli Interrogatori si susseguono a ritmo continuo nella caserma di Venaria. I silenzi e le contraddizioni si pagano con l'arresto per reticenza o falsa testimonianza. I filoni dell'Inchiesta sono ormai delineati C'è l'Istituto Cartografico regionale, che ha sede nel Palazzo del lavoro. Zampini, titolare con Navone delle società «Juplter» e «Concorde», avrebbe sollecitato l'appalto dei lavori e la fornitura delle apparecchiature dagli amministratori regionali interessati: l'assessore Simonelli, 11 suo segretario Locci, il consigliere Astengo e il funzionario Sabatino. Le apparecchiature elettroniche sarebbero state fornite dall'ingegnere Rosset, titolare della ditta norvegese «Konsberg», specializzata nel settore. Anche Rosset è stato colpito da comunicazione giudiziaria. Zampini avrebbe manovrato per far acquistare alla Regione un Immobile di via Tommaso Grossi di proprietà del Consorzio Agrario provinciale (il direttore Franco Badlnl è accusato di Interesse privato). Doveva essere destinato a Centro Stampa della Regione. E ancora. Zampini avrebbe brigato per vendere al Comune una parte dello stesso Immobile del valore di 3 miliardi (secondo una stima dell'Ute, Uffico tecnico erariale): prezzo di cessione 6 miliardi Ma le prospettive migliori le offriva il Magazzino automatizzato che il Comune avrebbe costruito In via Pietro Cossa, valore stimato 40 miliardi Claudio Cerasuolo (Altri servizi nelle pagine di Cronaca)

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