Farsetti a Sofia: sono innocente ho solo commesso qualche errore di Tito Sansa

Farsetti a Sofia: sono innocente ho solo commesso qualche errore Oggi continua l'interrogatorio del giovane accusato di spionaggio Farsetti a Sofia: sono innocente ho solo commesso qualche errore DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SOFIA — Nel tetro Palazzo d! Giustizia è continuato il processo contro 1 due italiani accusati di spionaggio. Eccolo qua il Paolo Farsetti, 34 anni, responsabile delle vendite della Lebole Euroconf di Arezzo che, secondo l'accusa, è una spia e per i suoi concittadini di Arezzo non è altro che •un bischero» megalomane. Da sei mesi è in semi-Isolamento. Ieri mattina, per la prima volta gli hanno concesso l'ora dell'aria, portandolo a passeggiare In un giardino dove, ha detto, faceva «un freddo terribile». •Sono innocente, ma riconosco che ho commesso degli errori» ha esordito, dopo aver protestato per avere avuto solo dieci giorni di tempo per leggere l'atto d'accusa. E poi è partito trascinato dalla sua foga oratoria e tribunizia, gesticolando, enfaticamente arringando la Corte, più volte interrotto e ammonito dal presidente Menev e Invitato alla calma e alla concretezza dai suoi difensori, il bulgaro Dragomir Staikov e il fiorentino Rodolfo Lena. •Concretamente» diceva all'inizio di ogni frase il Farsetti; rria poi si dilungava In baggianate, tanto che durante la pausa meridiana 11 commento degli spettatori era che si tratti di un «imbecille», il quale «si sta scavando la fossa da sé». Inorriditi erano anche i due ' fratelli dell'imputatoMauro e Luana, che cercavano di giustificarlo: «£' stanco e nervoso, ma in realtà è sempre stato cosi». 'Tracotante e indisponente — lo ha definito un funzionario del ministero degli Esteri —, il peggior nemico di se stesso». Ma forse, per salvarsi da una dura pena detentiva, il Farsetti, tonto maniaco della fotografia da fotografare persino navi e postazioni militari, tanto sciocco non è. Il dubbio che ieri abblu recitato la parte dello sprovveduto, cosi come ieri l'altro aveva ascoltato senza batter ciglio le accuse di sfruttamento lanciategli dalla sua amica Gabriella Trevisin. Forse spera, se non proprio nella assoluzione, in una pena mite, motivata dal¬ l'attenuante della sua povertà mentale. Il dubbio è venuto quando, alla domanda del presidente Menev sui motivi del suo viaggio in Bulgaria, ha risposto con uno sperticato elogio di questo Paese. •Ritengo — ha detto—che la Bulgaria sia patria di Georghi Dimltrov, la più grande personalità di questo secolo dopo Lenin. Volevo vedere questo Paese, l'unico all'Est che non ha problemi economici, volevo apprendere come ha superato i conflitti tra contadini e operai, come è diventato guida del Terzo Mondo e ha contribuito allo sviluppo del Mozambico, dell'Angola, del Salvador e del Nicaragua. Decisivo è stato il fatto che il presidente Zhivkov è per la pace e soprattutto la decisione della Bulgaria di non installare armi nucleari sul suo territorio». Questo panegirico è stato ascoltato senza interruzioni da parte del magistrati E' Paolo Farsetti un mentecatto, o un poveraccio che fa l'attore per tentare di salvare il salvabile? L'incertezza ri¬ mane, forse rimarrà anche dopo la conclusione del suo interrogatorio, prevista per oggi. Difficile però credere che potesse essere una spia. Il futuro dell'imputato, secondo alcuni osservatori stranieri, rimane comunque legato agli sviluppi delle indagini romane sulla pista bulgara: non vi sarebbero dubbi, infatti che il processo di Sofia e l'Inchiesta di Roma siano collegati. L'atmosfera tra le due capitali si sta indubbiamente avvelenando. Alle notizie che arrivano da Roma su nuove connivenze bulgare scoperte dal giudici Martella, Imposimato e Palermo (il quale do- vrebbe giungere oggi a Sofia), i bulgari rispondono parlando di •vergognose calunnie». Da quando; mercoledì mattina, è ripreso al Palazzo di Giustizia 11 processo contro i due italiani Paolo Farsetti e Gabriella Trevisin, accusati di spionaggio politico e militare, i bulgari sono passati alla controffensiva. Vasta eco ha avuto l'intervista televisiva di Bojan Trajkov, direttore generale dell'agenzia di notizie bulgara Bta, il quale definisce le accuse contro Serghei Antonov «uno sovversione diretta contro la Bulgaria, il socialismo e la pace». Per stamane lo stesso Trajkov ha invitato al Palazzo della Cultura i giornalisti stranieri presenti nella capitale per un incontro al quale, è prevedibile, saranno nuovamente presenti le telecamere. »Se Trajkov parla — dicono 1 colleglli che lo conoscono come uomo di straordinaria abilità — significa che ha un asso nella manica. Non è un tipo che blatera vacue sentenze propagandistiche». Tito Sansa