Rohmer, maestro per pochi
Rohmer, maestro per pochi Rohmer, maestro per pochi BERLINO — Dicevano i più ottimisti: a Berlino questa volta vince Rohmer, è un autore che da troppo tempo attende la definitiva e ufficiale consacrazione. Invece è arrivato secondo, non è bastata la ragione diplomatica dell'amicieia fra Germania e Francia a fargli dare l'Orso d'oro. Merito certo dei suoi avversari in concorso, ma soprattutto colpa sua, di Rohmer. E' un maestro per pochi; anzi un piccolo maestro. Dei suoi film classici si dice che sono piccoli classici e delle sue opere migliori che sono piccoli capolavori. Che vuol dire? Che Rohmer è un genio della minia¬ tura? Che è un gigante da paese dei nani? No, vuol dire che il regista francese ha raccolto e risolto tutto il mistero della realtà nel linguaggio. Quando sembra die illustri le chiacchiere sentimentali dt due ragazzi parigini o girl intorno a qualche indeciso di provincia, si pone semplicemente un problema di stile, le passioni sono solo il disegno di una possibile (ma non garantita) passione. Il peggio per un autore:' lo fa ammirare dai critici, ma diventa anche uggioso,un filtro troppo scaltrito della tradizione letteraria francese. ì primi sei racconti morali di Rohmer, «La collezionista» compresa, sono passati nella rispettosa distrazione. Solo la «Marchesa von...» nella cifra esasperatamente romantica (e nella riscoper-\ ta di Kleist) gli ha dato notorietà. Adesso la serie di commedie e proverbi cominciata con «La femme de l'aviateur» torna all'estimazione di pochi. Oppure no? Si vedrà all'uscita italiana del «Bel matrimonio» presentato a Venezia, si vedrà all'uscita di quésto «Orso d'argento» di Berlino («Paullne à la plage»; assegnato con un filo di sopportazione. s.reg.
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